“Cristianə a chi?” il podcast di cui tutti abbiamo bisogno
Dialogo di Lorenzo Russo con Elisa Belotti, Paola Lazzarini e Sandra Letizia
“Vorrei capire, da femminista, se la fede cristiana sia davvero in contraddizione con il nostro desiderio di un mondo inclusivo e non patriarcale, o se invece non si possa mostrare addirittura un’alleata”.
E’ prendendo spunto dalle parole di Michela Murgia che introduciamo il progetto che vi presentiamo oggi: Cristianə a chi? il podcast per un cristianesimo femminista e queer. Ho fatto alcune domande alle creatrici che sono: Elisa Belotti, Paola Lazzarini e Sandra Letizia.
Elisa Belotti è giornalista e insegnante. Si occupa di diritti e comunità marginalizzate dentro e fuori la Chiesa. Ha pubblicato l’inchiesta La fede molesta per La Revue Dessinée Italia, illustrata da Anna Cercignano, sugli abusi sulle religiose. Per la stessa rivista di inchieste giornalistiche a fumetti sta lavorando a un reportage sulle terapie di conversione in Italia. Insegna lingua e letteratura italiana, fa parte del collettivo di insegnanti Assenze ingiustificate e di LGBT+ History Month Italia, occupandosi dei rapporti con le scuole.
Paola Lazzarini è dottore di ricerca in sociologia e metodologia della ricerca sociale, giornalista pubblicista, formatrice e orientatrice. È ricercatrice senior dell’associazione multidisciplinare di ricerca InCreaSe, collabora come giornalista con diverse testate soprattutto cattoliche e ha una lunga esperienza nel terzo settore. Impegnata nell’attivismo femminista cattolico ha fondato l’associazione Donne per la Chiesa e ha collaborato alla creazione della rete internazionale Catholic Women’s Council e del coordinamento contro gli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili Italychurchtoo. Tra le pubblicazioni più recenti Non tacciano le donne in assemblea, agire da protagoniste nella Chiesa, Effatà editrice, Cantalupa (TO) 2021.
Sandra Letizia è teologa e insegnante. Ha conseguito il baccellierato in teologia e si sta specializzando in teologia pastorale. Si guadagna da vivere insegnando religione cattolica nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Sul suo profilo Instagram si occupa di tematiche che avvicinano il femminismo e la sessualità alla teologia. Collabora con realtà LGBTQ+ sul territorio siciliano. Adora giocare ai videogiochi, guardare serie TV e ogni tanto riguardare tutto Star Wars. Se non fosse pigra com’è farebbe molte più cose.
Quando e perché è nata l’idea di realizzare Cristianə a chi?
[Elisa Belotti] Cristianə a chi? nasce in un periodo difficile per le persone cristiane e femministe/queer italiane. Era il 2021 e il Vaticano si era espresso su due questioni interconnesse: la benedizione delle coppie queer (con il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede) e il DDL Zan. Lo sconforto e lo smarrimento erano diffusi tra le persone cattoliche femministe e/o queer, ma anche la volontà di dire “Io non ci sto e non sono l’unicə”.
Cristianə a chi? nasce quindi come ciclo di dirette Instagram con due obiettivi. Il primo è creare legami e occasioni di confronto tra persone che cercano di unire aspetti della propria identità che la società ci presenta come incompatibili.
Vedere che non siamo solə e capire come agiscono le altre persone cristiane queer e/o femministe ci aiuta a trovare un equilibrio, a riconoscerci e a essere riconosciutə. La seconda motivazione si sposta all’esterno. Con le nostre testimonianze vogliamo mostrare che la comunità cristiana è complessa, variegata, formata da spiritualità molto diverse. Che ci sono modi possibili per essere cristianə femministə e queer.
Vista la fecondità degli scambi di questo primo ciclo, ho trasformato le dirette in episodi di un podcast e contattato Paola e Sandra. Confrontandoci abbiamo modificato un po’ il format e abbiamo continuato a camminare (e registrare) insieme, ciascuna portando all’interno del progetto le proprie competenze ed esperienze.
In che modo i vostri percorsi di formazione confluiscono nel progetto Cristianə a chi?
[Paola Lazzarini] Il mio cammino professionale e personale è stato molto complesso, ma sempre segnato dalla mia identità di credente e da un forte legame con la Chiesa cattolica, questo ha significato anche scoprire con dolore la dimensione più discriminatoria dell’istituzione e il bisogno di mettermi in ascolto della mia marginalità di donna e di quella di tante altre.
L’incontro con Elisa e Sandra è venuto quando il mio impegno per le donne nella Chiesa era quasi totalizzante e mi ha aiutata ad aprirmi ad altre condizioni di marginalizzazione e anche ad altre generazioni. Mi ha costretta, mi costringe ogni giorno a imparare linguaggi e sensibilità nuove e mi consente di mettere a frutto tante riflessioni costruite in anni, anzi decenni, per costruire un piccolo spazio di chiesa accogliente.
[Elisa Belotti] Io come giornalista porto uno sguardo sull’attualità che si nutre però di una consapevolezza storica di come siamo giuntə qui, tessendo le reti con altre realtà sorelle. Cristianə a chi? è sicuramente il progetto di cui sono più orgogliosa.
Stiamo contribuendo a costruire uno spazio in cui ricordarci e ricordare – anche a chi vorrebbe dimenticarsene – che c’è spazio per tuttə all’interno della Chiesa, in cui vederci e sentirci vistə, condividere le nostre esperienze di fede ai margini. In questo la lente giornalistica dà attenzione al modo in cui comunichiamo e alle storie che raccontiamo.
[Sandra Letizia] Nel 2019 ho aperto il mio profilo Instagram, inizialmente con l’intento di parlare di body positivity, sessualità e tematiche legate alla corporeità in ottica femminista. Ogni tanto pubblicavo qualche post che aveva dei forti riferimenti religiosi e dai feedback che ho ottenuto ho capito che c’era bisogno di portare questi temi sui social, così ho dato al mio profilo uno scopo diverso: parlare di teologia e di questioni attinenti la religione cristiana da un punto di vista femminista.
Ho messo un po’ da parte la questione della body positivity e mi sono dedicata maggiormente ai problemi legati alla sessualità e al genere.
Nell’estate del 2021, mi ha contattato Elisa per partecipare al suo ciclo di dirette dal titolo “Cristianə a chi?”, a cui ho preso parte con molto entusiasmo. Così ho conosciuto anche Paola, anche lei ospite di una delle dirette. Successivamente Elisa ci ha coinvolte nel progetto. Finito il ciclo di dirette, ha contattato me e Paola per chiederci se fossimo interessate a proseguire questa avventura insieme e creare un podcast, e così siamo arrivate alla quinta stagione.
Come sottotitolo al podcast leggiamo: per un cristianesimo femminista e queer. A molt* potrà sembrare ossimorico, per voi non lo è. Spiegateci perché!
[Sandra Letizia] Ѐ possibile essere femministe e cristiane? Noi vogliamo mostrare che non solo è possibile ma che esserlo non dovrebbe stupire nessuno; ma con questo non voglio dire che chi, come dici tu, lo trova ossimorico sbaglia, perché purtroppo per come la Chiesa si è posta e continua a porsi nei confronti delle donne, sembra impossibile coniugare la fede cristiana e il femminismo. Tuttavia all’interno del femminismo ci sono sempre state donne cristiane, quindi essere entrambe le cose è possibile. È possibile perché Gesù non è venuto per i maschi, ma per l’umanità, perché in Cristo Gesù “non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina”.
Tutti abbiamo le stesse opportunità davanti a Dio (ecco, Gesù sarebbe un ottimo ministro per le pari opportunità). Noi siamo consapevoli di questo e facciamo sentire la nostra voce affinché le opportunità che Dio ci ha dato in quanto esseri umani, vengano rispettate da tutti; ma non solo, noi siamo consapevoli che non c’è alcuna incongruenza tra il messaggio di Cristo e un cristianesimo femminista o, aggiungerei, un cristianesimo femminista intersezionale.
Lo sai che il dialogo più lungo che Gesù ha avuto con qualcuno nei Vangeli l’ha avuto con una donna? Per quanto riguarda il cristianesimo queer, ci teniamo a ricordare che esiste un filone della teologia cristiana che è proprio la teologia queer. In Italia sta arrivando un po’ tardi (basti pensare alla Bibbia queer pubblicata a dicembre dello scorso anno), ma esiste ormai da qualche decennio. All’interno di queste teologie queer rientrano l’importanza dell’esperienza personale nell’ambito della fede (soprattutto quella degli ultimi e degli oppressi), l’idea che la teologia e quindi il processo di conoscenza del divino debba essere sempre in divenire, la questione sessuale e la necessità di mettere in discussione l’idea binaria dell’esistenza.
Nel primo episodio della seconda stagione abbiamo cercato di spiegare al meglio tutto questo.
Tra le varie tematiche che avete trattato nel corso di queste cinque stagioni, ce ne sono alcune che scuotono le coscienze della contemporaneità. Penso al tema dell’aborto, alla questione di genere e orientamento sessuale, argomenti che spesso e volentieri vengono demonizzati, nel peggiore dei casi diventano taboo. Perché è importante proporre questi contenuti?
[Paola Lazzarini] Perché sono argomenti che sono stati presi in ostaggio dai movimenti più tradizionalisti della Chiesa, che ne hanno fatto armi da brandire contro chi non è perfettamente allineato. Noi crediamo in una Chiesa plurale, in ricerca, che riconosce la coscienza come luogo privilegiato nel quale discernere la volontà di Dio, come dice la Gaudium et Spes “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria”, con buona pace di chi ritiene che essere cristiani significhi seguire un manuale di buone maniere.
In molti episodi del podcast avete etimologicamente dialogato con diversi ospiti. In che modo, se accade, ritenete che la pluralità di testimonianze contribuisca a queerizzare il cristianesimo?
[Elisa Belotti] La pluralità di voci porta con sé la moltiplicazione dei punti di vista. A questo non siamo molto abituatə in una Chiesa che punta molto sull’uniformità. Invece, coinvolgere sguardi e storie differenti ci aiuta a rendere il dibattito meno polarizzato e semplicistico e ad aumentarne la complessità. Le esperienze che le e gli ospiti del podcast hanno condiviso con noi e i racconti che ci arrivano da chi ci ascolta lo dimostrano: poco di ciò che emerge è lineare.
La maggior parte delle vicende, dei sentimenti e dei percorsi non segue la norma perché è la norma a non essere rappresentativa. Questa rottura della linea retta, del modello assoluto e uniforme da prendere come riferimento è indubbiamente queer.
Mi piace molto l’immagine da voi proposta della Chiesa come organismo vivente. Tenendo in considerazione il concetto di creazione continua, quali novità credete potranno ri-generare il cristianesimo?
[Paola Lazzarini] Il pontificato di Francesco non ha cambiato molto concretamente, ma ha fatto una cosa fondamentale, ha creato un clima nel quale si può parlare, una Chiesa che può far emergere le proprie contraddizioni e questo è il presupposto fondamentale per qualunque cambiamento.
[Sandra Letizia] I cambiamenti ci sarebbero stati se il Concilio Vaticano II fosse stato recepito in tutta la sua pienezza; un esempio perfetto l’ha già fatto Paola precedentemente. E poi qui non si tratta di “novità”, si tratta di continuare a sforzarsi di capire quello dentro cui già siamo: la Verità. La Chiesa è NELLA verità, ma non la possiede. Se smette di cercarla è finita.
Quindi io mi auguro che la Chiesa possa continuare a ri-crearsi cercando di comprendere con passione questa Verità che ci è stata donata, senza arroccarsi in posizioni di comodo come “si è sempre detto/fatto così”, e ascoltando quella fonte inesauribile di verità che è il sensus fidei o sensus fidelium.
Prima di concludere quest’intervista, riprendo una vostra pratica e vi chiedo: c’è qualcosa che vorreste aggiungere liberamente?
[Elisa Belotti] Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che ci ascoltano e condividono con noi i loro racconti e impressioni. La loro partecipazione è estremamente feconda per il nostro podcast. Le storie personali, i momenti di euforia e di spaesamento che vengono condivisi con noi sono preziosi e ci fanno riflettere sul fatto che stiamo intraprendendo una buona direzione. Insieme costruiamo uno spazio di respiro e fioritura nella Chiesa.
Nel ringraziare Elisa Belotti, Paola Lazzarini e Sandra Letizia, vi ricordiamo che Cristianə a chi? può essere ascoltato su 8 piattaforme diverse tra cui Spotify, Apple e Google Podcast, Audible.
Inoltre vi consigliamo di seguire la pagina Instagram @cristianeachi, dove potrete trovare tanti contenuti interessanti.
God save the Queer!