Con Buzz Intercultura per scoprire i film LGBT+ da tutto il mondo
Dialogo di Katya Parente con Fabio Giuffrè
Il cinema, fin dal suo nascere, ha subito acquisito un’importanza fondamentale nella vita delle persone, entrando ben presto nell’immaginario collettivo e influenzando la cultura in modo tutt’altro che trascurabile. Proprio per questo è una delle modalità principe per veicolare messaggi – soprattutto ora che telefonini e altri device elettronici sono diventati di uso quotidiano.
Ed è proprio in questo filone che si colloca “Buzz Intercultura”, che molti avranno scoperto o riscoperto nei drammatici mesi appena passati, per un attimo di leggerezza o per dare una sbirciata fuori dal proprio cancello. Ne parliamo con uno dei fondatori, Fabio Giuffrè, responsabile del Gruppo Cinema di Arcigay Torino.
Come e perché è nato Buzz Intercultura?
Il progetto Buzz Intercultura è composto da una rassegna di cinema e media a tematica LGBTQIA+ che ha avuto luogo a Roma dal 2008 al 2019 in varie locazioni e che dal 2021 prosegue a Torino con l’esperienza collettiva del Gruppo Cinema di Arcigay Torino. Il progetto è presentato nel blog buzzintercultura.blogspot.com
ed ultimamente tramite il canale Instagram.
Tutto è cominciato vedendo il discorso di Zapatero del 2005 al senato sull’approvazione dei matrimoni egualitari in Spagna. Pur essendo giudicato in Spagna un politico della sinistra riformista e moderata, ha detto e fatto cose che in Italia non avrebbe osato nessuno: ha tolto il potere politico sulla televisione, ha avuto diatribe con la Chiesa cattolica, ha approvato la legge sui matrimoni egualitari. Quando abbiamo visto il discorso riguardante quest’ultimo argomento, così bello, così semplice, ma contemporaneamente così incisivo, così forte, ci siamo detti: “Gli italiani devono sapere, devono conoscere questa realtà”, e così lo abbiamo sottotitolato, proiettato in pubblico e poi messo online, e da li è cominciata la rassegna.
Perché il focus sulla settima arte?
Perché un buon 80% di film a tematica LGBTQIA+ non vengono distribuiti in Italia se non in qualche festival. Infatti quelli che proiettiamo noi sono tutti film inediti in Italia, in lingua originale e sottotitolati in italiano. Poche persone sanno che la produzione mondiale di film a tematica LGBTQI nel mondo é enorme e spesso viene descritto con uno spaccato reale delle varie sfaccettature con felici storie d’amore, adozioni, diritti.
Però in Italia arriva ben poco nelle sale cinematografiche, pochissimo è doppiato in Italiano e in quel poco che arriva il personaggio LGBT è spesso ridicolizzato, o finisce ammazzato, o si suicida, o finisce accoppiato con una persona del sesso opposto… Per non parlare della scarsa produzione italiana a tematica LGBT che nella quasi totalità dei casi è veramente penosa.
E’ evidente che ci sono alcune forze a livello di distribuzione cinematografica che vogliono fare in modo che la figura delle persone LGBT in Italia venga vista in questo modo così negativo ed anacronistico.
La rassegna é nata per colmare questo vuoto che ha ragioni politiche ed economiche: politiche per la particolarità dell’Italia nel mondo occidentale, visto che non é una Repubblica Laica, ma una Repubblica Concordataria con il Vaticano, vero cancro di questo paese a tutti i livelli; economiche perché, proprio per le ragioni sopraccitate, la persona LGBT italiana ha poca coscienza di sè e del suo appartenere ad una minoranza degna di rispetto e questo porta molti distributori a non investire in Italia sulla distribuzione di film che sarebbero visti da poche persone.
Anche a livello di mass media oltre il cinema all’estero troviamo tantissime trasmissioni, dibattiti, telegiornali, telefilm, cortometraggi, spot, cartoni animati e favole per bambini che affrontano le tematiche che aiutano a sconfiggere l’omofobia, persino in nazioni che l’italiano medio considera ‘arretrate’; dopo la proiezione, parte di questo materiale viene messo online sottotitolato in italiano in modo da essere fruibile dalla collettività e si può trovare qui.
Da dove vengono i film e i corti che proponete?
Un po’ da tutto il mondo; abbiamo contato più di 5.000 lavori cinematografici, film e cortometraggi LGBT inediti in Italia. Per quanto riguarda quelli che proponiamo noi, la rassegna è cominciata nel 2008 specificatamente rivolta verso Spagna e America Latina, poi abbiamo allargato gli orizzonti pur continuando ad usare lo spagnolo come lingua veicolare, cioè la lingua che usiamo per tradurre in italiano il film.
Dal 2021 in poi, partita l’esperienza del Gruppo Cinema a Torino, grazie a nuove persone volontarie, altre lingue veicolari si sono aggiunte. Qui la lista dei film che abbiamo proiettato dal 2008 a oggi: e si può apprezzare che tutto il mondo viene coinvolto, così pure nei cortometraggi, che spesso dopo essere stati proiettati mettiamo online (qui l’indice dei corti online).
Quanta fatica c’è dietro il vostro lavoro di doppiaggio e di editing?
Non così tanta come ci si può immaginare: se si conosce una lingua in qualità di bilingue o a livello avanzato (come ad esempio il livello C1o C2), con una serie di programmi automatici di sottotitolazione si riesce a tradurre e sottotitolare un film in circa 10 ore piene di lavoro che si possono distribuire e diluire durante il tempo libero.
Per quanto riguarda l’editing, è solo una questione di esperienza nel conoscere i programmi giusti tra la rosa di programmi che ci sono online, anche usando lo “sbagliando si impara“. Ad esempio intorno al 2013 abbiamo proiettato un film all’Acrobax di Roma e, una volta arrivati lì, ci siamo accorti che il codec video era incompatibile con il computer che era dedicato alla proiezione: abbiamo dovuto sospendere la proiezione e proiettare una serie di cortometraggi che avevamo in memoria. Da allora usiamo sempre e solo formati stabili con codec visibili universalmente.
Il cinema rispecchia la realtà o è la realtà che influenza il cinema?
Entrambe le affermazioni sono vere. Il cinema rispecchia la realtà di un paese che rappresenta: anche se con alcune eccezioni, ci siamo accorti che se i film provengono da paesi che in generale sono omotransfobici, spesso i personaggi LGBT che vengono ritratti sono problematici, infelici e molte volte il film finisce in modo tragico; viceversa se i paesi sono aperti nella questione LGBT, assistiamo addirittura ad una commercializzazione e quasi banalizzazione delle sinossi delle pellicole con film a lieto fine quasi scontato.
Potrebbe sembrare una accezione negativa questa delle commedie con lieti fine scontati, ma per noi che veniamo dal paese più omotransfobico dell’Europa occidentale, questa commercializzazione è una boccata di aria fresca nel panorama asfittico in cui ci troviamo.
Per concentrarci proprio sul caso dell’Italia, prendiamo un regista che in Italia da molte persone viene definito un “mostro sacro” a livello di cinematografia LGBT: Ozpetek. Al guardar bene e soprattutto al confrontare con i film dall’estero inediti in Italia, nei film di cui è regista spesso i personaggi vivono di ricordi, di rimpianti, sono infelici (se non addirittura morti!) ed i finali lasciano sempre un amaro in bocca. Morale dei suoi film: i gay devono essere infelici!
Le persone LGBT italiane apprezzano questo regista perché in Italia non arriva altro. Al di là di Ozpetek, il massimo a cui può aspirare una persona LGBT italiana per avere un lieto fine e quindi avere modelli a cui ispirarsi è emigrare in altri paesi, come ad esempio il film “Come non detto” (Italia 2012, diretto da Silvestrini) in cui una coppia per trovare la felicità si trasferisce in Spagna…
Comunque, alle due affermazioni presenti nella vostra domanda, oltre a dire che “Il cinema rispecchia la realtà e la realtà che influenza il cinema”, occorre aggiungere che “il cinema influenza la realtà” creando dei modelli, ed in Italia ci riesce benissimo, purtroppo.
Cosa vi proponete con la vostra iniziativa?
La nostra rassegna è nata con il proposto di informare, fungere da ponte interculturale tra le varie nazioni. La situazione in Europa per quanto concerne i diritti della comunità LGBT è in rapida evoluzione.
Ormai quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, hanno una regolamentazione che concerne i diritti, le norme antidiscriminatorie, le coppie di fatto con possibilità di adozione, i matrimoni egualitari, stessa cosa vale per
molti stati nel mondo; dunque per rendere note situazioni politiche e di diritti che in Italia vengono appositamente oscurate. Per vedere alcuni momenti della rassegna cliccate qui.
Grazie a Fabio ed al lavoro inestimabile che lui e i suoi collaboratori fanno. Vi rimando alle pagine social e al canale YouTube di Buzz Intercultura, e magari, se potete, fate anche un salto al cinema!