Dall’ombra alla luce. Dalla veglia diocesana per il superamento dell’omotransbifobia di Bari
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Testimonianza di Valeria e Luigi, soci de La Tenda di Gionata, sulla Veglia per il superamento dell’omotransbifobia tenutasi nella chiesa di San Francesco d’Assisi, a Bari, sabato 11 maggio 2024.
«Un’esperienza molto toccante!», «Ho sentito tanta energia positiva», «Bello pregare insieme!»: «Questa esperienza ci ha trasmesso tanta pace interiore»: queste alcune delle tante risonanze del cuore da noi raccolte dopo la veglia organizzata sabato 11 maggio dal Coordinamento Diocesano per una Pastorale di Inclusione, recentemente istituito presso l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, in collaborazione con il gruppo Zaccheo dei giovani credenti LGBT+ di Puglia e con La Tenda di Gionata.
La nostra veglia si è articolata in più momenti (cfr. libretto), ispirati al versetto 31,6 del Deuteronomio.
I circa cento partecipanti sono stati accolti da una chiesa avvolta nella penombra, la quale si è sempre più rischiarata man mano che venivano accesi i lumini consegnati a ogni persona, mentre, contemporaneamente venivano ricordati ad alta voce i nomi delle vittime dell’omotransbifobia in Italia dell’ultimo anno. In questo modo, abbiamo simbolicamente voluto allontanare le tenebre dell’ignoranza e dell’oblio, restituendo luce e visibilità a queste vite segnate dalla sofferenza.
Il primo momento, dal titolo Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, ha toccato un punto di commozione molto forte durante la lettura della testimonianza [inserire link al pdf della prima testimonianza] di un ragazzo discriminato e bullizzato, il quale ha preferito non comparire e ha chiesto che la sua storia venisse letta da un’altra persona.
Tutte le persone presenti hanno empatizzato con le sofferenze raccontate dal protagonista della storia ed è stato quindi molto naturale rispondere all’invito di prendere una pietra da un cesto posto all’ingresso della chiesa e, in processione, deporla ai piedi della croce, davanti all’altare: un gesto simboleggiante il desiderio di deporre davanti a Gesù le pietre della discriminazione, dell’ignoranza, del giudizio, le quali costruiscono i muri dell’esclusione e feriscono le persone.
Il secondo momento, dal titolo Perché il Signore tuo Dio cammina con te, era dedicato alle persone LGBT+ che hanno ritrovato la fede e che ora vivono con gioia questa dimensione. Abbiamo quindi ascoltato dalla sua stessa voce la bellissima testimonianza di Cristina [inserire link al pdf della seconda testimonianza], una donna transgender che, dopo anni di inquietudine spirituale e di allontanamento, ha trovato la sua serenità nel rinnovato incontro con Gesù e con la Chiesa.
L’ultimo momento, dal titolo Non ti lascerà e non ti abbandonerà, si è incentrato sull’esperienza degli operatori pastorali che accompagnano le persone LGBT+ e assistono alla loro rinascita spirituale. Abbiamo ascoltato affascinati suor Maria Concetta Gaudioso, che con il cuore in mano ha raccontato di come sia stata testimone della resurrezione di tante vite che ha avuto l’occasione di accompagnare. «Ma la prima resurrezione di cui sono stata testimone», ha concluso suor Maria Concetta, «è stata la mia: la mia vita è cambiata, nel riconoscere il volto di Gesù nelle persone che ho incontrato e che mi hanno profondamente rinnovata».
Molto coinvolgente anche il momento conclusivo, con l’invocazione e il canto allo Spirito affinché sia uno Spirito di apertura: del nostro cuore, della nostra mente, del nostro modo di pensare, del nostro affetto, della nostra carità. E, nella preghiera finale, a una sola voce, abbiamo pregato affinché «tutti gli esseri umani siano riconosciuti nella medesima dignità e, senza alcuna distinzione, formino una singola famiglia».
È stata una esperienza di preghiera diversa e insolita per la nostra città, e, forse anche per questo, intensa e speciale: un ulteriore e apprezzatissimo passo avanti compiuto dalla nostra comunità nella direzione della Chiesa del Todos! Todos! Todos!
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