Papa Francesco e la “troppa frociaggine” nei seminari
Riflessioni di Irene Agovino
Secondo quanto riportato da vari siti – tra i quali segnalo il Fatto Quotidiano, Ansa e Repubblica – il Papa, il giorno 20 Maggio, di fronte l’Assemblea Generale della CEI ha proferito che vi sia: “già troppa frociaggine” nei seminari italiani – e non solo – dunque riprende il niet che aveva già dichiarato nel 2015 contro l’ingresso di altri sacerdoti con tendenze omosessuali.
É qui sta il problema, perché per il Catechismo sono gli atti – non solo omosessuali, ma tutti quelli fuori dal matrimonio – ad essere peccato, ma il Papa parla chiaro e tondo di tendenza, ribadendo un diniego che fu anche di Benedetto XVI nel 2006. Non si capisce allora perché per i laici vada bene la sola tendenza – e ultimamente anche gli atti – mentre per i presbiteri nemmeno questa.
Senza contare che moltissimi omosessuali non “praticanti” che si attengono anche scrupolosamente al Catechismo e che si fanno seguire persino da Associazioni come Courage e che hanno la vocazione – è possibile – si vedranno sbattere la porta in faccia- o forse no, dipende dai vescovi- così come i tanti omosessuali che invece non sono né conservatori, né tradizionalisti, eppure sentono la chiamata.
Perché, è questo immagino lo sappia Francesco, il Signore chiama tutti. Dai tempi dei tempi, se è vero che persino molti Papi – soprattutto nel Rinascimento- ebbero la “frociaggine” acuta.