Una persona LGBT+ come può trovare il suo cammino spirituale?
Riflessioni di Fr. Shannon Kearns pubblicate su Queer Theology.com (Stati Uniti), liberamente tradotte da Innocenzo Pontillo
È successo più volte di quante ne voglia contare. In un giorno in cui ho un disperato bisogno di sentirmi in contatto con il sacro, di ascoltare la parola di Dio, di sentirmi in contatto con il trascendente, mi trascino fuori dal letto e indosso qualcosa che assomiglia al miei vestiti più belli. Con timore e molta speranza vado in chiesa e mi metto seduto in un banco. Il mio bisogno mi rende nervoso, ma anche coraggioso. Un coraggio disperato, ma comunque che mi da forza.
Mi siedo e aspetto. E immancabilmente vengo deluso. Un pastore pronuncia una omelia senza vita (o peggio ancora offensiva per chi non condivide certe affermazioni). Le persone nella congregazione sono scostanti. Sembra che tutti stiano facendo le cose per bene (e non hanno bisogno che lui ci sia). E io torno in strada inciampando e sentendomi peggio di quando sono entrato in chiesa. Mi chiedo, ancora una volta, perché mi sento così spesso scollegato da Dio.
Nel corso degli anni ho sentito molte persone chiedersi come affrontare la delusione spirituale. Le domande provengono da coloro che sono stati cacciati dalle loro chiese, da coloro che non riescono a trovare una chiesa inclusivo vicino a loro e da coloro che sono rimasti nella loro chiesa, ma si accorgono che il più delle volte non soddisfatti nei loro bisogni spirituali.
Hanno un disperato bisogno di ascoltare il Vangelo, la Buona Novella, e che li incontri dove sono e che dia loro un po’ di speranza a cui aggrapparsi, ma troppo spesso lasciano le funzioni sentendosi vuoti e soli. Il desiderio di sentirsi in contatto con il sacro non è egoistico. Direi che è un bisogno primordiale. Tutti noi desideriamo essere connessi al mistero della vita, all’universo, alla comunità dei nostri simili.
Molti di noi cercano questa connessione nelle chiese o in altre comunità religiose. Ma cosa succede quando ci sentiamo costantemente delusi dal punto di vista spirituale? Cosa succede quando le celebrazioni ci lasciano indifferenti o, peggio ancora, ci lasciano feriti? Come ci comportiamo?
Nel corso degli anni sono passato da una tradizione all’altra. Ho smontato completamente la mia fede e l’ho ricostruita. Ho avuto momenti di aridità spirituale e momenti di fuoco spirituale. Conosco bene le delusioni spirituali. Non ho una soluzione sicura, ma ho un pensiero principale: Dovete imparare a nutrirvi da soli.
Dovete imparare a soddisfare i vostri bisogni spirituali, al di fuori delle comunità stabilite. Dovete trovare il modo di imparare ciò che avete bisogno di sapere, di connettervi al sacro, di avere rituali che vi nutrano al di fuori della chiesa.
È è una cosa bella da sentirsi dire. Non è giusto che, come persone emarginate, noi dobbiamo fare il lavoro più pesante per mantenere intatta la nostra fede. Vorrei avere una risposta diversa per voi, ma non ce l’ho. La verità è che in un mondo in cui si è emarginati, bisogna fare il proprio cammino. Nessuno lo farà per voi e l’unico modo per evitare che la vostra fede crolli completamente o che ristagni dove si trova ora è fare il nostro cammno da soli.
Che cosa significa? Cercate libri che alimentino e facciano crescere la vostra fede. Inserite nella vostra routine quotidiana momenti di preghiera e di silenzio. Cercate altre persone con cui entrare in contatto (sia online che di persona). Ascoltate la musica che parla al vostro spirito e fa volare la vostra anima.
Provate diverse comunità religiose e continuate a provare finché non ne trovate una in cui vi sentite di poter investire. Servite gli altri facendo volontariato, facendo cose belle per i vostri vicini o donando quanto potete. Dovete elaborare la vostra fede e trovare il modo di continuare a crescere.
L’ideale sarebbe che tutti noi potessimo entrare in qualsiasi chiesa, in qualsiasi fine settimana ed essere nutriti spiritualmente. Poter ascoltare la parola di Dio e sentirci in contatto con il Santo. Ma poiché non è così la realtà, dobbiamo impegnarci. È l’unico modo per non lasciarsi logorare dalle delusioni spirituali.
È difficile, ma vi assicuro che ne vale la pena.
Testo originale: How to deal with spiritual disappointment