I cattolici LGBTQ+ ricordano i loro momenti di fede, gioia e orgoglio
Articolo di Michael J. O’Loughlin* pubblicato sul sito di Outreach (USA) il 25 giugno 2024, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata
All’inizio di questo mese, Outreach (sito statunitense di pastorale LGBT+ cattolica) ha chiesto ai cattolici LGBTQ+ di condividere un breve testo (cento parole) su un momento in cui si sono sentiti orgogliosi di far parte della Chiesa.
Sebbene i cattolici LGBTQ+ a volte debbano affrontare delle sfide per riconciliare ciò che sono con la loro fede, oppure incontrino tante difficoltà nella ricerca di comunità spirituali accoglienti, speravo che saremmo stati in grado di offrire dei barlumi di speranza durante questo mese del Pride. E la nostra comunità ha risposto in modo profondo e intenso.
Sono emersi diversi temi: inviti pieni di gentilezza per le persone in cerca di comunità parrocchiali accoglienti, parole gentili di incoraggiamento dopo il coming out e dichiarazioni semplici ma potenti che Dio ama ogni essere umano.
Ho avuto la fortuna di vivere molti di questi momenti di grazia, occasioni in cui la mia vita di cattolico gay non è sembrata un peso, ma un dono.
Dopo una recente conferenza in una parrocchia fuori Albany, N.Y., mi si è avvicinata una studentessa di una vicina università. Mi ha detto che aveva assistito a una presentazione simile che avevo tenuto mesi prima. Mi ha detto che ero stata la prima persona dichiaratamente LGBTQ+ che avesse mai incontrato a parlare della propria fede cattolica e che era così desiderosa di ascoltare questo tipo di storie che era tornata per una seconda occasione, forse non sapendo che avrebbe assistito alle stesse battute scontate che aveva già sentito la prima volta.
Ma come cattolica ventenne, che si definisce queer, desiderava esempi positivi di come si possa vivere la propria fede pur essendo parte del mondo LGBTQ+, per rendere il suo percorso di vita un po’ più facile. Sono stato grato di averle offerto alcuni di questi esempi durante la conferenza e spero che continui a trovare nella sua fede una fonte di consolazione.
In alcuni ambienti cattolici, il Pride viene condannato come una celebrazione in contrasto con l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana. Ma i cattolici LGBTQ+ e i loro familiari e amici sanno che il Pride ha molti obiettivi. Per le persone di fede, una delle ragioni per cui il Pride è importante è perché è un’opportunità per proclamare con franchezza che Dio è davvero amore.
Qui di seguito sono riportate le storie di quei momenti di vita ordinaria in cui questa verità è stata percepita in modo particolarmente intenso.
Un giorno, nella scuola elementare cattolica dove frequentavo l’ultimo anno, durante la ricreazione, mi trovai nel corso di una discussione tra le mie amiche Janet e Lois sul significato di “omosessuale”. Io non avevo idea di chi avesse ragione. Ci rivolgemmo alla signora Melcher, la nostra insegnante dell’anno precedente, che quel giorno era in cortile. «Un ragazzo che ama un ragazzo o una ragazza che ama una ragazza», rispose la signora Melcher con estrema semplicità. «Come me», pensai. Quando in seguito mi sono trovata in difficoltà, ho ricordato la sua risposta, che mi ha dato la conferma che io sono come Dio mi ha creato. Decenni dopo, la nostra comune istituzione scolastica pubblicò le sue informazioni di contatto e io la ringraziai. Teresa Kosinski, Alameda, California, USA
Un giorno stavo guardando dalla finestra del mio ufficio e ho notato una bella chiesa proprio accanto all’edificio. Improvvisamente ho avuto l’impulso di confessarmi. Non so spiegare perché. Mi sono quindi recato in chiesa e ho confessato al sacerdote che non ce la facevo più ad accostarmi all’Eucaristia, a causa della mia “condizione” di gay. Il sacerdote mi disse che io sono realmente un figlio di Dio, amato da lui e che non solo potevo, ma dovevo partecipare all’Eucaristia. Non sono mai stato accolto così bene. Da allora non mi sono più allontanato dall’Eucaristia e ho iniziato ad andare a Messa quasi ogni giorno. Questo incontro ha cambiato la mia vita di cattolico. Sergio Coelho, San Paolo, Brasile
Quando ero al secondo anno del college, mi è stato chiesto di condividere la mia storia di persona transgenere in un’università cattolica durante una sessione di orientamento per gli studenti. Nonostante l’iniziale esitazione, ho deciso di condividere la mia storia, e questo ha realmente cambiato le cose. Questa esperienza non solo mi ha reso orgoglioso della mia identità LGBTQ+ all’interno della comunità cattolica, ma ha anche mostrato ad altri studenti che, nonostante le difficoltà, le persone LGBTQ+ possono trovare accoglienza nelle università cattoliche. (Grayson Slentz, San Diego, California, USA)
Essendo cresciuto in una famiglia cattolica irlandese e italiana piena di amore, a Filadelfia, mi sono sempre sentito “accettato”. Ho fatto coming out quando andavo al college all’Università della Pennsylvania e andavo a messa ogni domenica. Solo quando mi sono trasferita a Washington per frequentare la facoltà di legge ho iniziato a frequentare una chiesa con persone che avevano il mio stesso aspetto e, ancor più, si comportavano come me. È stato molto bello trovare una “casa”. Tuttavia, trovo sempre conforto nel fatto che durante la maggior parte del suo ministero pubblico, Gesù non ha mai avuto una vera casa. Era un nomade che professava amore, accoglienza e gentilezza. Così, ogni volta che mi trovo in difficoltà come persona cattolica LGBTQ+, guardo a Lui perché, se Lui ha potuto farlo, perché non posso farlo anche io? Chris Carroll, New Haven, Connecticut, USA
Sono stata cattolica per tutta la vita. Ma esitavo a lasciarmi coinvolgere nella dimensione spirituale della fede. Le mie preghiere erano brevi. Sentivo che soffermarmi troppo sulla mia interiorità era come avvicinarmi a un buco nero. A venticinque anni ho capito di essere una donna. Accettare me stessa come una persona transgender ha infiammato la mia fede cattolica come nient’altro nella mia vita. Prima pensavo che il genere fosse qualcosa di puramente legato all’esteriorità, ma quando ho capito di essere una persona trans, ho capito che il genere è un aspetto fondamentale della mia anima. Michele Louis, Chicago, Illinois, USA
Il mio direttore spirituale e io ci siamo incontrati su Zoom nell’autunno del 2020. Sapeva che stavo facendo un discernimento su una mia possibile vocazione al sacerdozio nella Chiesa episcopale, così quando gli ho detto che ero pronto per il percorso di iniziazione alla fede cristiana della Chiesa cattolica, è rimasto sbalordito. «Perché hai deciso di porre fine al tuo discernimento?». Era una domanda impegnativa. «Ho capito che Dio mi chiamava a diventare cattolico e l’unica cosa che pensavo mi impedisse di farlo era il mio orientamento sessuale», ho risposto. «Cosa ne pensi della dottrina della Chiesa?», mi ha chiesto. Un’altra domanda difficile. «Ho riconciliato la mia sessualità e la mia fede», ho risposto. Con un sorriso, l’abate ha detto: «A questo punto non mi serve altro, è tutto quello che ho bisogno di sapere». Anthony Ray, Salt Lake City, Utah, USA
Sono un uomo transgenere e insegno nella scuola secondaria cattolica che ho frequentato da bambino. Per un certo periodo, dopo il mio ritorno nella scuola come membro del personale, non ho parlato apertamente della mia transizione. Durante la pandemia, ho iniziato a pensare che questo non fosse giusto né per me né per i miei alunni. Senza fare coming out e senza affrontare il tema delle differenze, era difficile aiutare le persone a riconoscere la dignità di tutti gli esseri umani. Un giorno ho indossato una maschera arcobaleno. Un bambino che non era mai stato un mio alunno mi ha fermato e mi ha ringraziato. Mi ha detto: «È la prima volta in assoluto che ho sentito di essere visto o ascoltato a scuola». Visibilità e dignità affermate in modo semplice. George White, Leicester, UK
Poiché nella mia parrocchia non si parlava delle questioni LGBTQ+, ho cercato chiese cattoliche accoglienti che portavano avanti una pastorale LGBTQ+ e alla fine mi sono imbattuto in una di esse. Non appena sono entrato, ho sentito lo Spirito Santo accogliermi a braccia aperte. Durante la preghiera dei fedeli, senza esitazione, ho pregato ad alta voce che tutte le persone LGBTQ+ fossero accolte nella Chiesa cattolica. Nell’assemblea ho visto molti cenni di assenso, che evidentemente facevano riferimento al passato omofobico della Chiesa. Dopo la liturgia, alcune persone si sono avvicinate per invitarmi a partecipare al gruppo LGBTQ+ della chiesa. Quel semplice atto di invito mi ha fatto sentire pienamente accolto. (Thomas Pollack, St. Paul, Minnesota, USA)
Mi sono sentito veramente felice di essere un cattolico gay quando il mio ragazzo ha detto che sarebbe venuto a messa con me. Non l’ho chiesto io, non ero sicuro di essere pronto per questo, e avevo paura degli sguardi e dei commenti sottovoce che mi aspettavo ci avrebbero indirizzato in chiesa. Ma lui ha chiesto di farlo, e continua a farlo, e io mi sento davvero pieno di amore e di fede quando viene e cerca di imparare, cantare, pregare, ascoltare ed è semplicemente lì con me. Fer Vázquez, Zapopan, Messico
All’università ho avuto l’opportunità di contribuire all’organizzazione e di partecipare ad un ritiro di riconoscimento della realtà LGBTQ+ gestito dal responsabile spirituale del campus. Durante questo ritiro, per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito al sicuro, ascoltato e amato pienamente come cattolico LGBTQ+. Alla fine della giornata abbiamo ricevuto un regalo a sorpresa. A ogni membro del ritiro è stato consegnato un pacchetto che conteneva dichiarazioni di apprezzamento e supporto scritte ai partecipanti al ritiro da almeno sessanta membri della comunità del campus. Queste dichiarazioni erano un’espressione di quanto fossimo amati proprio per la nostra identità nella nostra comunità. Sono molto grato a tutti coloro che hanno trovato il tempo di scrivere qualcosa per quel ritiro. Bernie Donlon, St. Cloud, Minnesota, USA
Uno dei modi in cui ho trovato pace con la mia identità di cattolico e di gay è stato quello di leggere la vita della mistica medievale Margery Kempe e di imparare come ha saputo bilanciare le sue identità apparentemente contrastanti di moglie, madre, mistica e pellegrina, anche a costo di trasgredire le norme sociali. La lettura della sua biografia è stata per me di particolare conforto, perché mi ha fatto vedere qualcuno che ha cercato di vivere in modo autentico e di essere chi è stato chiamato ad essere da Dio. Hunter Olson, Valparaiso, Indiana, USA
Non volevo essere gay e ho sempre avuto un forte desiderio di essere padre. Una parrocchia dei Gesuiti di Washington mi ha aiutato a capire che Dio mi ama così come sono e che non avevo bisogno di cambiare. L’amore è un dono. Sto con mio marito da vent’anni (felicemente sposato da dieci) e abbiamo due figli. Non sarei stato in grado di accettare il mio percorso di vita se non fosse stato per gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio e per il sostegno di buoni amici e familiari, nonostante alcune esperienze dolorose. Certamente la Chiesa non è perfetta, come non lo sono io, ma io ripongo la mia fede nello Spirito che lo è. Jeff Babich, Pittsburgh, Pennsylvania, USA
Come professore di teologia e ministro del campus in un’università cattolica, mi sento davvero orgoglioso quando gli studenti LGBTQ+ si sentono al sicuri e liberi di parlare con me del loro cammino di fede. È in quei momenti che so che Dio ha un progetto per me e che parte di quel progetto è che io sia fieramente e apertamente una persona cattolica LGBTQ+. Aaron Bianco, Morristown, New Jersey, Usa
Una confessione in un giorno di pioggia del 2021 ha cambiato la traiettoria della mia vita. Ero terrorizzato all’idea di confessarmi. Ho detto al mio parroco: «Sono queer e il mondo crede che io sia un peccato e che chi amo sia un peccato». Il sacerdote ha ascoltato la mia storia, si è alzato dalla sedia e mi ha chiesto se poteva abbracciarmi. Entrambi abbiamo pianto e ci siamo abbracciati con grande consolazione. È stato l’inizio della guarigione dal trauma religioso che avevo subito. Durante il viaggio di ritorno a casa, ho visto un arcobaleno bellissimo. Lo Spirito Santo era lì e mi sono sentita orgogliosa di essere una persona credente cattolica LGBTQ+. Sonia Natalia Mendoza, Fresno, California
*Michael J. O’Loughlin è il direttore esecutivo di Outreach e autore del libro Hidden Mercy: AIDS, Catholics, and the Untold Stories of Compassion in the Face of Fear (Misericordia nascosta: AIDS, cattolici e storie mai raccontate di compassione di fronte alla paura). Precedentemente è stato corrispondente nazionale di America.
Testo originario: LGBTQ+Q Catholics recall moments of faith, joy and pride