Perché vegliare per una chiesa inclusiva? Perché “i diritti degli altri sono anche i tuoi diritti!”
Nella nostra video intervista sul “Perché vegliare per una chiesa inclusiva?” abbiamo chiesto a Davide Rostan, pastore della chiesa valdese che ha diretto il centro ecumenico di AGAPE ed è impegnato nell’assistenza ai migranti, “se ricorda il primo coming out che ha ricevuto da una persona LGBT+”. Ci ha risposto che “Non ho mai assistito ad un coming out da amici o conoscenti. Ricordo di aver scoperto che le persone erano omosessuali perché veniva fuori naturalmente durante la conversazione. (…) Ricordo, quando ero pastore, un giovane (gay). Veniva da una famiglia religiosa che ed era stato emarginato dalla sua chiesa. Probabilmente (…) Ho conosciuto molte persone apertamente omosessuali che vivevano la loro omosessualità in modo sereno, ma desideravano un dialogo spirituale, forse per riconnettersi con una spiritualità da cui si erano allontanati perché hanno sentito la chiesa, la parrocchia, la Bibbia, Dio, per molto tempo, come repressione, rifiuto ed espulsione”.
“Quando penso alle chiese, alle tre principali chiese cristiane c’è un enorme viaggio da fare. Nel cristianesimo, l’omosessualità è ancora vista come un problema, un ostacolo, qualcosa di peccaminoso. Spesso l’interpretazione biblica è selettiva, scegliendo un versetto qui e un altro là per sostenere una tesi, non considerando che l’omosessualità è un concetto moderno, che la Bibbia non ha affrontato questi argomenti.
Abbiamo avuto anche chiese razziste che condannavano le persone per il fatto di essere nere, proprio come con i gay. Spero, desidero che le chiese possano arrivare a considerare tutte le creature di Dio allo stesso livello. Il famoso passo della lettera di Paolo ci dice: “Non c’è né giudeo né greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina”, rappresentando le diversità considerate all’epoca. Oggi potremmo riscrivere quel passaggio dicendo: “Non esistono gay o etero, neri, bianchi, gialli, maschi, femmine, trans*” perché non è rilevante, non dovrebbe esserlo”.
Gli abbiamo chiesto perché secondo lui si deve vegliare nelle nostre chiese per il superamento dell’omotransbifobia? Ci ha risposto: “Il termine ‘veglia’ è interessante perché le veglie sono un dialogo all’interno della chiesa, mi fa pensare a persone che si riuniscono e stando insieme, leggendo e pregando, mentre essere vigilanti significa segnalare, denunciare ogni volta che una persona omosessuale viene discriminata. (…) Essere vigili significa creare situazioni dove le persone possono crescere, perché credo che nessuno nasca omofobo. Vigilare significa essere attenti e difendere i diritti acquisiti, assicurandosi che non vengano sottratti. Per tutti coloro che non hanno mai partecipato a una veglia (per il superamento dell’omotransbifobia) vorrei citare questa frase molto famosa: ”…e quando vennero per gli omosessuali, non feci nulla e quando vennero per me, non c’era più nessuno a difendermi”. Perché “I diritti degli altri sono anche i tuoi diritti!”.
“Vegliamo per una chiesa inclusiva” è una serie di brevi video-interviste con cui abbiamo chiesto a credenti di diverse chiese, a laici e pastori, a genitori e a credenti LGBT+, italiani e di diversi paesi del mondo, di raccontarci il primo coming out che hanno ricevuto da una persona LGBT+ e di spiegarci perché ancora oggi, nella nostra società e nelle nostre comunità cristiane, è importante vegliare per superare la violenza dell’omotransbifobia.
Interviste curate da Alessandro Previti realizzate col contributo dato dall’Otto per mille della Tavola Valdese all’associazione La Tenda di Gionata, nata il 18 marzo 2018 su sollecitazione di don David Esposito, un prete prematuramente scomparso, che “sognava” che le nostre comunità cristiane sapessero “allargare la tenda” (Isaia 54) per fare spazio a tutti per diventare “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione”.
Campagna di sensibilizzazione realizzata in occasione delle Veglie di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia, tutte le diverse interviste sul nostro canale YouTube