Senza vergogna. Come l’omotransfobia pesa sulle vite dei cristiani LGBT+
Testo di Amber Cantorna* tratto dal suo libro Unashamed: A Coming-Out Guide for LGBTQ Christians (Senza vergogna: una guida al coming out per i cristiani LGBTQ), editore Presbyterian Publishing, stampato nel 2019, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
… Paul sapeva di essere transgender già all’età di tre o quattro anni. Non odiava essere un ragazzo. Sapeva solo di non esserlo. Con l’innocenza che contraddistingue l’infanzia, Paul pensava ingenuamente che, una volta arrivato all’età di frequentare l’asilo, sarebbe arrivata una fatina del genere che gli avrebbe permesso di scegliere il genere che voleva essere. Ma poiché la fatina del sesso non è mai apparsa, Paul non ha mai potuto dire alla fatina quello che voleva essere davvero, ovvero una bambina.
Di conseguenza, Paul continuò a vivere la sua vita. Andò all’università, si sposò e ebbe dei figli. Salì la scala del successo diventando amministratore delegato di una grande organizzazione religiosa senza scopo di lucro, conduttore di uno show televisivo nazionale e pastore evangelico di diverse chiese in tutta l’America. Ma più Paul andava avanti nella vita, meno riusciva a negare la chiamata di Dio a essere autentico.
Quando arrivò il giorno dell’autenticità e Paul devenne Paula, lei perse a sua volta tutte le posizioni di prestigio che aveva ricoperto in precedenza. Passò da colta e stimata leader della chiesa a essere una persona sgradita, vista con vergogna, imbarazzo e sbagliata. Nel giro di un giorno, tutto per Paula cambiò.
Purtroppo, tutti e tre i miei amici hanno storie intrise di omofobia.
Per Isaac, l’omofobia dei suoi genitori e dei pastori della chiesa lo hanno portato a reprimere la sua vera identità omosessuale e a nascondere il suo vero io. Per Erin, l’omofobia del suo terapeuta l’ha portata a credere di non poter amare come lesbica sia la sua ragazza che Dio. E per Paula, la transfobia delle persone con cui aveva costruito il suo cammino di fede e di vita le è costata tutte le posizioni di prestigio che aveva faticosamente ottenuto.
Se stai tenendo tra le mani questo testo e ti identifichi come parte della comunità LGBTQ, posso dirti con certezza al 100% che hai sperimentato l’omofobia in una forma o nell’altra. Può essere stato sotto forma dei commenti dei tuoi genitori sul matrimonio gay o di battute sprezzanti dei tuoi compagni di scuola. Forse il tuo datore di lavoro non apprezza o non vede la necessità di avere una clausola di non discriminazione che includa l’orientamento sessuale e l’identità di genere o forse lavori per un’organizzazione o una chiesa cristiana che ti licenzierebbe all’istante se facessi coming out.
Questi sono solo alcuni dei tanti esempi che possono farci sentire sulla nostra pelle insicuri e non protetti. Purtroppo, nella nostra società attuale, è impossibile per qualsiasi persona LGBTQ sfuggire completamente all’omofobia. Essa permea la nostra cultura, i banchi delle nostre chiese, i nostri partiti politici, le nostre politiche lavorative e la nostra vita quotidiana. Se vogliamo imparare ad abbracciare noi stessi e ad amarci fino alla guarigione e sentici davvero noi, dobbiamo smantellare l’omofobia che risiede nei nostri stessi cuori.
Per farlo, dobbiamo iniziare a dare un nome e una definizione a ciò che ha causato il nostro dolore più profondo. Per questo ho creato una definizione operativa dei termini omofobia e omofobia interiorizzata, in modo da avere una comprensione comune e una base da cui partire:
L’omofobia è la paura irragionevole delle persone etero e cisgender (che si riconoscono nel loro sesso) nei confronti della comunità LGBTQ.
Omofobia interiorizzata è la convinzione che il tuo orientamento sessuale o la tua identità di genere ti rendano immeritevole di un posto nella società, che tu non sia abbastanza degno e per questo sei meno amabile degli altri e inaccettabile agli occhi di Dio.
Ecco perchè è importante analizzare gli strati dell’omofobia che sperimentiamo nella nostra società e impariamo come viene interiorizzata in noi, anche quando non riusciamo a riconoscerla.
Discutiamo anche del ruolo della vergogna e della paura, di come la nostra visione di Dio determini il livello di auto-accettazione di ciò che siamo e di cosa significhi promuovere l’auto-accettazione nelle nostre parti più profonde.
So che questo argomento può sembrare scoraggiante, ma finché non riusciamo a dare un nome, a capire e a smantellare la paura che ci tiene prigionieri, non possiamo andare avanti e vivere una vita senza vergogna.
* Amber Cantorna riceve tante e-mail che gli pongono sempre la stessa domanda: come si fa a conciliare la propria sessualità con la propria fede? Come figlia lesbica di un responsabile dell’organizzazione cristiana tradizionalista Focus on the Family, Amber ha perso tutto quando ha fatto coming out come lesbica nel 2012. Tuttavia, il suo viaggio per abbracciare la sua fede e cioè che è l’ha portata a scrivere Unashamed (Senza vergogna), una guida per i cristiani LGBT+ che stanno pensando di fare coming out, per affrontare argomenti difficili come la demolizione dell’omofobia interiorizzata, su come trovare una comunità di fede inclusiva e riscoprire il proprio valore come figli di Dio ed affrontare le conversazioni in una famiglia cristiana su questi temi.
* Amber Cantorna riceve tante e-mail che gli pongono la stessa domanda: come si fa a conciliare la propria sessualità con la propria fede? Come figlia lesbica di un responsabile dell’organizzazione cristiana tradizionalista Focus on the Family, Amber ha perso tutto quando ha fatto coming out come lesbica nel 2012. Tuttavia, il suo viaggio per abbracciare la sua fede e cio che è, l’ha portata a scrivere Unashamed (Senza vergogna). Una guida per i cristiani LGBT+ che stanno pensando di fare coming out o vogliono affrontare argomenti difficili come: la demolizione dell’omofobia interiorizzata, cercare una comunità di fede inclusiva, riscoprire il proprio valore come figli di Dio o affrontare in una famiglia cristiana le conversazioni su questi temi.