Ordinazione delle donne e accoglienza delle persone LGBT, un appello al Papa dall’Università cattolica di Leuven
Articolo di Christopher White* pubblicato sul sito di National Catholic Reporter (USA) il 27 settembre 2024, tradotto liberamente da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata.
Durante la visita del 27 settembre a una delle università più rinomate della Chiesa cattolica, a Leuven, in Belgio, a papa Francesco sono stati presentati appelli affinché la Chiesa riconsideri la sua posizione contro l’ordinazione delle donne, diventi più accogliente verso le persone LGBTQ e affronti fino in fondo la questione degli abusi da parte del clero e degli insabbiamenti delle responsabilità.
«Perché tolleriamo questo notevole divario tra uomini e donne in una Chiesa che così spesso si regge sulle spalle delle donne?» ha chiesto Luc Sels, rettore dell’Università Cattolica di Leuven. «La Chiesa non sarebbe una comunità più accogliente se ci fosse un posto di rilievo per le donne, anche nel sacerdozio?».
Le osservazioni semplici e dirette di Sels — alla presenza del Papa e in un campus di una delle principali università cattoliche del mondo — sono avvenute durante la visita di Francesco per celebrare il 600° anniversario della fondazione di Leuven, che ricorrerà nel 2025.
Sebbene la sfida del rettore non sia stata così diretta come la storica richiesta del 1979 di suor Theresa Kane della Misericordia a papa Giovanni Paolo II affinché le donne fossero «incluse in tutti i ministeri della nostra Chiesa», ha certamente rappresentato una rara occasione in cui il capo della Chiesa cattolica è stato affrontato direttamente su questioni dottrinali all’interno di una delle sue stesse istituzioni.
Il Papa ha elogiato l’università per la sua passione nel «cercare la verità, al servizio del progresso umano», tuttavia non ha risposto direttamente alle questioni o agli interrogativi specifici sollevati da Sels.
Durante la trasmissione ufficiale dell’evento da parte del Vaticano, l’interprete di lingua inglese non ha incluso una traduzione dei commenti del rettore riguardo al sacerdozio femminile.
Nel suo ampio discorso – in cui ha lodato il Papa per il suo sostegno ai rifugiati, gli sforzi per combattere il cambiamento climatico e il suo impegno a una maggiore partecipazione dei laici nella vita della Chiesa – il rettore ha lamentato che la Chiesa «troppo spesso fornisce risposte universali che sono ritenute valide ‘una volta per tutte’».
«È incoraggiante che lei, il Papa, abbia avuto il coraggio di mettere pubblicamente in discussione il suo ruolo per giudicare le persone con un orientamento diverso», ha detto Sels, in riferimento alla famosa risposta del Papa del 2013 «Chi sono io per giudicare?» quando gli fu chiesto di esprimersi a proposito dei sacerdoti omosessuali.
Nel 2022, più di un anno prima che Francesco firmasse una dichiarazione del Vaticano che permetteva ai sacerdoti di benedire i cattolici omosessuali che hanno contratto matrimonio, i vescovi cattolici fiamminghi avevano già autorizzato una preghiera speciale per le coppie omosessuali impegnate in una relazione duratura.
«La Chiesa non acquisirebbe maggiore autorità morale nel nostro angolo di mondo se avesse un approccio meno rigido sul tema della diversità di genere e mostrasse maggiore apertura verso la comunità LGBTQ?» ha chiesto Sels, sottolineando di essere soddisfatto del fatto che sia i vescovi fiamminghi sia i teologi di Leuven abbiano potenziato il loro impegno verso i cattolici omosessuali.
Sulla questione degli abusi del clero — su cui la Chiesa belga sta affrontando una resa dei conti decisiva e per cui Francesco ha chiesto scusa durante il suo primo discorso ufficiale qui nel Paese stamattina — il rettore ha criticato il modo in cui gli abusi sono stati storicamente coperti dalle autorità ecclesiastiche.
«L’impatto dei casi di abusi sessuali e il modo in cui questi comportamenti illeciti siano stati o non siano stati apertamente discussi e condannati, in passato, compromettono l’autorità morale della Chiesa nel mondo occidentale», ha detto.
«Per ripristinare, almeno in parte, questa fiducia incrinata, è necessario un dialogo onesto, impegnato, affettuoso e accogliente con le vittime, e il riconoscimento degli errori commessi in passato», ha detto Sels.
Per molti versi, lo scambio tra il Papa e il rettore evidenzia alcune delle tensioni fondamentali con la Chiesa locale qui in Belgio — come con le Chiese di gran parte dell’Europa settentrionale — che è molto più progressista sulle questioni relative alle donne e alle persone LGBTQ rispetto al Vaticano e certamente rispetto ad altre parti dell’Europa orientale e del Sud del mondo.
Ma Leuven — che, negli anni ’60, si è divisa in due università sorelle indipendenti: la KU Leuven, di lingua olandese, e la UCL (Université Catholique de Louvain), di lingua francese — ha sempre avuto una grande reputazione per le sue posizioni progressiste nel dialogo teologico.
Anche prima del Concilio Vaticano II, l’università era nota per il suo impegno nella formazione dei teologi laici, e ancora oggi le due università vantano una delle facoltà teologiche più importanti al mondo. Nonostante ciò, alcune voci critiche hanno denunciato che questi atteggiamenti progressisti vengono percepiti come una perdita dell’identità cattolica di Leuven, poiché il paese, una volta profondamente religioso, ha subito una rapida secolarizzazione.
In una dichiarazione rilasciata il 20 settembre, in vista della visita del Papa, i componenti della facoltà di teologia di Leuven hanno accolto favorevolmente la visita del Papa, sottolineando il suo ruolo di ponte tra tradizione e innovazione.
«La funzione della teologia come disciplina scientifica non è quella di essere un ventiloquo della Chiesa, così come, ad esempio, l’economia come scienza non è un’estensione dell’economia di mercato o la farmacologia non è automaticamente al servizio dell’industria farmaceutica», hanno scritto.
Inoltre, hanno aggiunto, «I teologi non sono solo custodi dell’antica saggezza ma anche pionieri di nuove intuizioni che possono aiutarci ad affrontare le sfide del nostro tempo».
Nei suoi interventi, Francesco ha detto che il ruolo di un’università cattolica non è cadere in un «razionalismo senz’anima» — concentrandosi solo su ciò che può essere quantificato o misurato — ma guardare «verso il cielo» e perseguire domande fondamentali, come il senso della vita.
Concludendo il suo discorso, Sels, che è un sociologo, ha lodato il Papa per aver utilizzato il processo sinodale in corso per espandere la partecipazione alla gestione e alle decisioni nella Chiesa e per aver cercato modi in cui la Chiesa possa «preservare l’unità nella diversità» e persino promuovere una «opposizione costruttiva all’interno della Chiesa».
«I nostri vescovi sono tra quelli che chiedono di accogliere la diversità», ha aggiunto.
Sabato 28 settembre, Francesco incontrerà i vescovi belgi e visiterà la Université Catholique de Louvain, di lingua francese, per interagire con gli studenti universitari. Prima di tornare a Roma domenica, il Papa celebrerà una messa che si prevede attirerà oltre trentacinque mila partecipanti.
*Christopher White è il corrispondente presso il Vaticano per il National Catholic Reporter (NCR)
Fonte originaria: At historic Belgian Catholic university, pope hears pleas for women’s ordination, LGBTQ acceptance