L’inganno della legge contro la Gestazione Per Altri (GPA)
Riflessioni di Massimo Battaglio
Definiamo subito il soggetto: la legge che rende la maternità surrogata “reato universale” è un inganno, per parlare raffinato. E in questo articolo, la chiameremo così: l’inganno. Per spiegarlo, prenderemo a prestito un bel video dell’amico Pasquale Quaranta, nel quale si parla molto chiaro.
“La prima cosa da dire – dice Quaranta sulle pagine web de La Stampa – è che la Gestazione Per Altri è una cosa diversa dall’ ‘utero in affitto’. La GPA è la pratica con cui una donna porta avanti una gravidanza per un’altra donna, infertile o con patologie gravissime, oppure per una coppia, in stragrande maggioranza una coppia eterosessuale, che poi diventeranno i legali genitori del neonato. Ma, per la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, esse sono la stessa cosa. Di fatto, entrambe sono vietate”.
“E’ un errore perché sarebbe come non distinguere la donazione di organi con il traffico illecito di organi”.
La chiave di tutto sta proprio nell’ultima frase: il paragone tra GPA e donazione di organi da una parte, e utero in affitto e traffico di organi dall’altra. E’ azzeccatissimo. Infatti è verissimo che vi sono Paesi in cui molte donne, in stato di povertà, accettano di prestare il proprio utero a scopo di guadagno. Ed è altrettanto vero che queste donne non agiscono liberamente ma, più spesso, per conto di organizzazioni internazionali illegali che trafficano e lucrano su questa attività. Ma guarda caso, non sono questi i Paesi in cui la GPA è legale e regolamentata, anzi, spesso la vietano severamente, cosicché essa avviene comunque ma nella sua forma più deteriore: quella della speculazione sull’utero delle donne, e delle donne bisognose.
E, guarda ancora il caso, sono gli stessi Paesi da cui parte il crimine del traffico di organi.
Viceversa, dove la GPA è regolamentata, non ci sono problemi di “utero in affitto” poiché non è possibile alcuno scambio di denaro tra i genitori del nascituro e la donna gestante. E guarda sempre il caso, non esiste nemmeno il problema del traffico di organi, dal momento che è regolamentata anche la loro donazione.
La legge appena varata al Senato, che estende il divieto di GPA anche a chi vi ricorre in altri Paesi in cui è legale e regolamentata, è quindi un inganno. Consegna infatti tutto il fenomeno della maternità surrogata al mercato nero, favorendo quindi proprio l’utero in affitto.
Ne discende che tutti coloro che sono preoccupati per la mercificazione del corpo della donna – e hanno ragione – dovrebbero indignarsi per questa legge, anziché applaudire perché la “prima donna al Governo” li ha ascoltati. E la prima a dover provare i brividi dovrebbe essere la sedicente “femminista” Eugenia Roccella, presidente del Senato. Una femminista dovrebbe pensare a tutte le donne, a cominciare da quelle rese schiave per i capricci del maschio, che, ora, saranno molte di più.
Qualcuno dice che, con questa legge, si procede verso la restaurazione dei sani valori cattolici. E ci risiamo: un cattolico ha il dovere di mettere la polvere sotto il tappeto o quello di pensare ai problemi nella loro globalità? Ma poi: i valori cattolici si affermano con la testimonianza innanzitutto personale o si impongono per decreto legge? In parole povere: il tuo credo ti porta a essere contrario alla Gestazione Per Altri? Posso anche condividere la tua contrarietà ma hai solo da non ricorrervi. Fa’ però attenzione a vietarla ad altri, soprattutto quando basterebbe un po’ di ragionamento per capire che peggioreresti le cose. Fa’ attenzione all’inganno, prima di nominare il nome di Dio.
Un cattolico inoltre dovrebbe sempre vedere, nella nascita di una nuova vita, un dono di Dio. Non importa come questa vita abbia visto la luce. Importa che ha arricchito il mondo di un nuovo uomo o di una nuova donna. L’atteggiamento che un cristiano dovrebbe sempre avere di fronte a un nuovo nato dovrebbe essere solo di stupore e poi di rendimento di grazie. Nella tradizione cattolica si dice che bisogna saper rendere grazie anche per quei figli che nascono con malformazioni o addirittura per quelli che vengono al mondo in seguito a un atto che non è di amore. Ed è comprensibile, poiché ciò che conta è il bimbo, che non ha colpe e non eredita quelle altrui.
In questo, la famosa enciclica di Paolo VI, la “Humanae Vitae”, che alcuni fanno passare, gongolando, come il massimo documento contro l’aborto, la pillola e le coppie LGBT+, è chiarissima:
“I figli infatti sono il dono preziosissimo dell’amore e contribuiscono moltissimo al bene degli stessi genitori”.
La nuova legge dell’inganno invece tende di fatto a dividere tra figli di serie A e di serie B. Gli uni, concepiti all’interno del matrimonio e secondo i metodi tradizionali, sono pienamente soggetti di diritto. Sugli altri, non si sa. Sembra che si punti, magari senza volerlo, a farli sentire in colpa. Sicuramente, vivranno nell’angoscia di essere nati da un atto criminoso, anzi, “universalmente” tale. Con certezza, dovranno passare due anni della loro infanzia lontano dai genitori poiché essi dovranno scontare il loro “crimine” con due anni di reclusione. Oppure vedranno la propria famiglia andare in miseria poiché dovrà pagare fino a un milione di multa. Molto probabilmente, dovranno quindi trascorrere quei periodi di “pena” come ospiti di case-famiglia o di famiglie affidatarie. Ovvero, saranno strappati dalle famiglie che li hanno così fortemente voluti e amati, da affrontare impegnative difficoltà per dar loro la vita.
E’ questo, che vogliono, i cattolicanti che si fanno ingannare dalla Presidente “donna, madre e cristiana”? Non si accorgono, queste buone persone dotate di fede e buonafede ma di scarsa capacità critica, che la banda Meloni sta usando questi metodi unicamente per conquistare il loro favore facendo leva sui loro prudori morali? Il ragionamento è: nella Chiesa si parla tanto (e a sproposito) di GPA. Bene: facciamo una legge che la punisca più severamente possibile. Poi, che nei documenti di papa Francesco si parli anche di uguaglianza, di lotta allo sfruttamento, di cambiamento climatico, di rispetto del pianeta, cosa importa? Son cose che fanno meno colpo.
Ma in fondo: perchè dobbiamo, noi cristiani LGBT+, occuparci della GPA? Son cose che riguardano, nel 95% dei casi, persone o coppie eterosessuali, spesso sposate in chiesa coi fiori e l’organo. Perché dovremmo farcene carico noi che, quando va bene, godiamo appena dei diritti concessi dalle Unioni Civili e, in rarissimi casi, siamo stati benedetti in sacrestia in dieci secondi? In un mondo in cui ognuno si fa i fatti suoi, perché dovremmo arrabbiarci? Forse perché i nostri diritti sono i diritti di tutti e quindi i diritti di tutti sono anche nostri?