“Le plurali” un editrice femminista che vuol raccontare le tante vite che ci abitano
Dialogo di Katya Parente con Clara Stella
Il femminismo, storicamente parlando, ha avuto un impatto fondamentale sul mondo LGBTQ: e stato una fonte d’ispirazione per il movimento e per le sue rivendicazioni, senza contare che buona parte delle lesbiche erano/sono femministe e tra queste ultime c’e una non trascurabile componente lesbica.
E proprio di una casa editrice femminista ci occupiamo oggi: e con noi Clara Stella, editor e co-fondatrice de “le plurali“, giovane ma già affermata realtà, con al suo attivo già un nutrito catalogo di titoli.
Quando nasce “le plurali” e perché questo nome cosi particolare?
Abbiamo iniziato a ragionare sul progetto nell’autunno 2020, registrato la società a marzo 2021 e il primo libro e uscito a luglio 2021. Il nostro nome rispecchia noi, la nostra visione e missione: lavorare insieme per creare una casa editrice femminista che alimenti il dibattito su alcuni temi che ci sembrano cruciali.
Abbiamo ragionato molto su come creare la nostra proposta editoriale, e alla fine abbiamo creato una struttura basata sul “quattro”, una sorta di numero fortunato: quattro socie, quattro colori, quattro collane. Ragioniamo molto sul linguaggio e ci riconosciamo nel linguaggio “ampio” di cui ha parlato recentemente Vera Gheno: “le plurali” danno risalto alla pluralità che costeggia le vite che (ci) abitano.
Perché la scelta di pubblicare sia saggistica che narrativa?
Essendo una casa editrice femminista, con i nostri libri vogliamo entrare nel vivo del dibattito, riflettendo su intersezioni tematiche a cui non si e data risposta, o posto domanda. Chiediamo alle autrici di contribuire personalmente al dibattito anche dal punto di vista linguistico: se sfogliate bene i nostri libri, la nostra proposta saggistica include sempre una nota linguistica redatta ad hoc per ogni titolo. Anche a livello narrativo ci poniamo degli obiettivi: raccontare storie mai raccontate prima, con protagoniste in cerca d’autrice e fuori dagli schemi.
Le autrici che pubblicate sono piuttosto eterogenee (voci storiche del movimento femminista, altre ancora poco conosciute). Si tratta di una precisa scelta editoriale?
Senza radici non c’e storia e senza storia non c’e futuro: vi e un sommerso di idee e racconti che e necessario riscoprire e raccontare per avere il coraggio e la saggezza di guardare avanti senza dover ogni volta ricominciare, almeno a livello teorico-intellettuale e filosofico. Ecco perché abbiamo due collane di narrativa: una contemporanea (“le cantastorie”) e l’altra storica (“le radici”): quest’ultima riscopre voci del passato o racconta la vita rocambolesca e anticonformista delle nostre ave.
Fate parte del progetto R-esistenze. Che cos’e e che obiettivi ha?
R-esistenze e un rete di collaborazione formata da nove case editrici indipendenti: 8tto edizioni, Asterisco edizioni, Astarte Edizioni, Capovolte, Le Assassine, Le Commari edizioni, le plurali editrice, Oso Melero Edizioni e Settenove. A compagine prevalentemente femminile ci siamo unite per valorizzare la nostra presenza come imprenditrici nel mondo culturale, rispetto al quale veniamo spesso relegate a ruoli di secondo piano. Da settembre a novembre 2024 e a primavera 2025 si saranno due puntate di un festival diffuso di editrici in rete per raccontare varie forme di soggettività, attivismo e resistenza sia umana che culturale.
Storicamente femminismo e movimento LGBTQ sono sempre stati connessi. Esiste ancora dialogo? Ci sono ancora battaglie comuni?
Certamente! Noi ci riconosciamo in un femminismo intersezionale: le galassie che abitiamo e ci abitano sono vaste tanto quanto le riflessioni che, prima e oggi, smantellano ogni giorno un pezzetto di patriarcato in più. E questo giogo pesa su entrambi: femminismi e movimenti lgbtqia+. Con due testi (solo per citarne due!) siamo andate alle radici di battaglie comuni manifestando contro l’invisibilizzazione storica di alcune storie (quelle non conformi e cis-etero) e i pregiudizi sui corpi. La saggia Breve storia delle donne queer di Kirsty Loehr e intenzionata a demolire molti stereotipi sulle donne raccontandoci che le lesbiche sono sempre esistite (e sono pure simpatiche) mentre la cantastorie e graphic novel Circo Rokitansky di Federica Salamino e Clara Gargano ci emoziona con la storia di Olivia e della sua sindrome per arrivare a discutere di gpa (gestazione per altri), un tema caro ma al movimento femminista e LGBTQIA+.
Ringraziamo Clara Stella per averci concesso un po’ del suo tempo e auguriamo lunga vita a “le plurali” e al suo sguardo particolare sul mondo – sguardo che, lungi dall’interessare solo le donne, dovrebbe diventare anche patrimonio maschile per sgretolare, pian piano, gli eccessi e le derive di un certo modo di approcciarsi alla realtà.