Caro Papa è “incredibile la mancanza di compassione della Chiesa verso le persone transgender”
Testimonianza del diacono Ray Dever pubblicata sul sito dell’associazione LGBT+ cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 22 ottobre 2024, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Pochi giorni fa papa Francesco ha ricevuto suor Jeannine Gramick, tra i fondatori di New Ways Ministry, assieme a un gruppo di cattolici transgender, intersessuali e alleati, per un incontro di quasi un’ora e mezza nella sua residenza privata, durante il quale gli invitati hanno offerto al Papa le loro testimonianze personali. La testimonianza che qui presentiamo è quella del diacono Raymond Dever e di sua moglie Laurie, che operano in ambito pastorale e hanno una figlia transgender.
Per prima cosa, permettetemi di dire qualcosa sulla mia famiglia. Sono sposato con Laurie da trentun anni, e da quindici sono diacono permanente. Abbiamo tre figlie adulte, la più grande delle quali ha trent’anni, si chiama Lexi ed è una donna transgender. I suoi problemi con l’identità di genere hanno cominciato a venire alla luce verso la fine delle scuole superiori e l’inizio dell’università. È stato un periodo in cui abbiamo rischiato di perderla, in quanto ha tentato il suicidio tre volte.
Con amore e sostegno incondizionati da parte nostra, alla fine ha fatto coming out e ha effettuato una piena transizione dal punto di vista sociale, legale e medico; è stato un processo che ha richiesto quasi dieci anni, e se non l’avesse fatto, probabilmente oggi non sarebbe tra noi. Abbiamo saputo conciliare il sostegno alla sua transizione con la nostra fede, e ormai siamo in pace. La vita di nostra figlia è la cosa più importante. La vita e l’amore sono sempre le cose più importanti.
Se mi è permesso parlare apertamente e sinceramente, vorrei condividere con voi due pensieri basati sulla nostra esperienza tra famiglia e Chiesa. Per prima cosa, comprendo i timori della Chiesa riguardo alle teorie di genere, ma ora sappiamo che non c’è nessun legame tra la teoria del gender e gli individui transgender, i quali sono persone che soffrono di disforia di genere così come è definita dalla comunità medica, che chiaramente non è una scelta personale, né il frutto di qualche ideologia.
A causa di questa confusione le persone transgender, in troppe diocesi e parrocchie, sono escluse dalla vita ecclesiale: vengono loro negati i sacramenti e non si permette loro di frequentare le scuole cattoliche. Penso che questa sia una situazione tragica, frutto di un errore. La Chiesa ha disperatamente bisogno di dialogo, di apprendimento e di discernimento della verità su questi temi.
In secondo luogo, ciò che personalmente mi ferisce di più è l’incredibile mancanza di compassione che regna in molti strati della Chiesa verso le persone transgender, verso persone come nostra figlia, sicuramente create a immagine e somiglianza di Dio, persone di tutto il mondo che devono gestire la loro identità di genere senza averne alcuna colpa, e che vogliono solamente vivere la loro vita nella dignità e nel rispetto, come chiunque altro. E personalmente voglio ringraziarvi per la compassione che dimostrate per loro.
È doloroso dirlo, ma penso che, come Chiesa, stiamo facendo più male che bene nel nostro approcciarci alle teorie di genere e alle persone transgender. Stiamo arrecando molti danni a loro e alle famiglie che le amano e le sostengono.
Spero e prego che, nello spirito del Sinodo, possiamo cominciare ad aprirci alla verità e a discernere un modo migliore per avanzare. Spero e prego che possiamo trovare nel nostro cuore misericordia e compassione genuine per le persone transgender, quella misericordia e quella compassione che siamo chiamati a dimostrare per ciascuno e ciascuna dei figli amati da Dio.
Testo originale: Meeting with Pope, Deacon Faults Church for “Stunning Lack of Compassion” to Trans People