Il cammino del progetto Gay Christian Africa con i credenti LGBT+ africani
Testimonianza di Adelard, volontario del Progetto Gay Christian Africa*
All’inizio di quest’anno, Gay Christian Africa (GCA), in collaborazione con due ONG dell’Africa centro-orientale ed il supporto de La Tenda di Gionata, ha organizzato in Africa due ritiri spirituali sul tema “Tu sei prezioso ai miei occhi” (Isaia 43:4). Hanno partecipato circa 45 persone LGBTQ di varie confessioni, inclusi cristiani di diverse chiese evangeliche inclusive, protestanti, cattolici e musulmani, oltre a leader cristiani e attivisti per i diritti umani. Questi incontri sono stati incredibilmente arricchiti dalle loro esperienze e dalle diversi cammini di fede presenti.
Nonostante la tensione e la paura causate dalla forte omofobia presente nella società africana, l’appoggio delle organizzazioni e delle associazioni locali è stato fondamentale. Essere presenti sul campo ha permesso di comprendere come le persone queer in Africa non solo vivano il peso di leggi omofobe severe, ma temano profondamente il rifiuto da parte delle famiglie, degli amici e delle comunità religiose, un rifiuto che limita le loro possibilità di “vivere” e sopravvivere in una società ostile.
Il tema “You are Precious in My Sight” (“Tu sei prezioso ai miei occhi“) ha offerto ai partecipanti ai ritiri inclusivi un’opportunità per esplorare il rapporto tra fede, spiritualità e sessualità nella loro vita. Nonostante l’ingiustizia quotidiana subita nelle comunità religiose, molti credenti LGBTQ che hanno partecipato erano membri attivi delle proprie chiese. Questa, tuttavia, ha spesso generato in loro il sentimento di essere indegni dell’amore di Dio, trasformando la loro spiritualità in un ostacolo più che in un’opportunità di crescita.
Aisha, una donna trans musulmana, ha raccontato le difficoltà che affronta nella sua moschea. Subisce continuamente discriminazioni: per esempio, le risulta difficile trovare un luogo di preghiera, poiché uomini e donne pregano in spazi separati. A volte non viene accettata né nella sala maschile, né in quella femminile (Musalla). Fortunatamente, può contare sul sostegno della famiglia, che la incoraggia a credere in un Dio che la ama, nonostante le difficoltà che incontra nella comunità religiosa.
Questi ritiri inclusivi hanno dimostrato come le persone LGBTQ, nonostante il rifiuto subito, possano contribuire alla crescita e all’inclusione delle loro chiese e religioni, diventando promotori di dialogo interreligioso e di pace. “Siamo di religioni diverse, ma viviamo la stessa lotta contro odio, rifiuto e discriminazione sia nelle nostre chiese che nella società“, ha affermato Aisha, esortando tutti a custodire la propria fede e a condividere le loro esperienze personali.
La possibilità di essere presenti sul territorio ha permesso di incontrare persone che avevano seguito online le iniziative di Gay Christian Africa e che vivono nella regione. Sebbene per molti gli spazi online rappresentino luoghi più sicuri e privati, alcuni hanno espresso disagio nel parteciparvi con i propri account personali, per paura di essere identificati e denunciati.
Guy, un giovane di 24 anni, ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto da Gay Christian Africa, che alcuni anni fa lo ha aiutato a riconciliare la sua fede con la sua sessualità. “Ero perso, disperato e oppresso da un senso di colpa infinito. Ero convinto che Dio non mi amasse e che i miei sentimenti fossero peccaminosi. Mi avete aiutato in quei momenti difficili, anche se solo virtualmente, e oggi mi sento libero, amato, apprezzato e meritevole,” ha raccontato con un grande sorriso.
In molti contesti africani, le autorità utilizzano spesso la Bibbia o le proprie convinzioni religiose per giustificare atteggiamenti ostili contro la comunità LGBT+, etichettandola come “innaturale” o “non africana“. La religione è spesso strumentalizzata per alimentare discriminazione e ostilità. L’aumento recente dei sentimenti anti-LGBT+, promosso da politici e legislatori africani, sembra inoltre influenzato dalle campagne di evangelici statunitensi di estrema destra.
In un contesto in cui i diritti umani faticano a essere rispettati, come avviene in molti Paesi africani, la spiritualità e la fede restano spesso l’unico rifugio in cui trovare dignità e umanità. Sapere come affrontare il dialogo religioso e spirituale sull’omosessualità può aiutare le persone LGBT+ e le loro famiglie a iniziare un confronto costruttivo che parte proprio dalla dimensione familiare e domestica.
*Il progetto GayChristianAfrica, supportato da La tenda di Gionata, vuol raccontare on line la vita quotidiana dei cristiani omosessuali africani che vivono in Italia e anche in diverse parti dell’Africa. Un progetto animato da volontari italiani e di diversi paesi africani, che vogliono lavorare insieme per contribuire a costruire, in rete e non, dei luoghi accoglienti per i credenti LGTBI+ africani. Info su GayChristianAfrica.org
Testo originale: You are precious in my sight: spiritual retreats