Noi e il figliol prodigo
Riflessioni bibliche di suor Donna McGartland* pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 10 novembre 2024, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Di recente ho letto la trascrizione di un discorso tenuto dal vescovo di Lexington, monsignor John Stowe OFM Conv., in cui cita papa Francesco lì dove dice che il comandamento “Non uccidere” oggi dovrebbe essere corretto in “Non escludere”, perché l’esclusione equivale alla morte. Anche se la citazione andrebbe posta nel suo contesto, è qualcosa che mi coinvolge profondamente come membro della Chiesa, donna e lesbica.
Mentre scrivo questo alla fine di ottobre [2024], il Sinodo sulla sinodalità è appena finito, e i suoi documenti sono stati pubblicati. Non si citano mai direttamente le persone LGBTQ+, e nemmeno l’espansione dei ruoli femminili nella Chiesa, ma nonostante questo spero e credo fermamente che sia stata aperta una finestra che non potrà più essere chiusa. Il documento finale riflette una sempre maggiore consapevolezza e la sfida di accogliere l’appello di papa Francesco perché tutti abbiano un posto a tavola, e nessuno rimanga escluso: “Todos, todos, TODOS!!”.
Molte volte coloro che escludono gli altri dalla piena partecipazione sono proprio quelli che si considerano separati dal resto dei fedeli. Nel vangelo di oggi i farisei accusano Gesù di accogliere i peccatori e di mangiare con loro, in quanto i farisei si sentivano migliori degli altri. In risposta alle loro accuse Gesù racconta la parabola del figliol prodigo. Qui ne offrirò una versione sintetica.
Il minore di due figli chiede la propria eredità al padre, poi se ne va di casa e la scialacqua. È disperato, e si riduce a pascolare i porci; poi ritorna in sé, e decide di tornare a casa. Suo padre lo stava aspettando, e quando lo vede da lontano gli corre incontro e lo abbraccia! Poi organizza un banchetto per celebrare il suo ritorno.
Quando il figlio maggiore ode le celebrazioni, si indigna e non ha nessuna intenzione di recarsi alla festa. Suo padre allora lo prega di cambiare idea e partecipare al banchetto. Dei tre personaggi principali della parabola, il padre, il figlio maggiore e il figlio minore, quale riflette meglio l’esperienza di ciascun* di noi?
Sono il figlio minore? Ho mai avuto l’improvvisa comprensione che non devo stare da sola, che l’isolamento non porta la felicità, o che ho ferito le persone che più mi amano? Magari sono pronta ad accettare l’invito di tornare a “casa”, ovunque essa possa essere.
Sono invece il figlio maggiore, che si isola a causa dell’indignazione per come pensa di essere trattato? Rifiuto di accettare altre persone perché ritengo che siano indegne, e sono incapace di lasciar andare la rabbia e il sentimento di essere stato ferito?
O piuttosto sono il padre, pronto a condividere la mia ricchezza senza preoccuparmi dei conti, pronto a perdonare e a cercare la riconciliazione senza giudicare. Sono capace di invitare tutti (Todos, todos, todos!) a unirsi alla Festa?
In realtà mi vedo in tutti e tre i personaggi. Penso che l’appello del Sinodo sia per noi e per la Chiesa, perché riconosciamo tutto questo. Dobbiamo fare memoria delle volte in cui noi e la Chiesa abbiamo escluso qualcuno dalla Festa dell’amore di Dio. Dobbiamo invitare la Chiesa ad accogliere ogni persona, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. E soprattutto dobbiamo sempre sentire l’urgenza dello Spirito che ci chiama ad accogliere i peccatori e mangiare con loro.
Durante questo mese del Ringraziamento facciamo in modo di gioire e celebrare l’appello a perdonare e accogliere tutt* alla Mensa dell’amore di Dio!
*Suor Donna McGartland (lei) fa parte del comitato direttivo delle Suore di San Francesco delle Comunità di Neumann, con sede a Syracuse, nello Stato di New York. È membro attivo della parrocchia di Tutti i Santi, dove si occupa del catechismo per adulti. Ha conseguito un master in servizio sociale presso l’Università di Pittsburgh, e un master in amministrazione del nonprofit presso l’Università del Sacro Cuore a Puerto Rico. Prima di far parte del comitato direttivo ha servito per trent’anni le persone anziane a New York, Pennsylvania, Puerto Rico e Texas. Ha contribuito al volume “Love Tenderly: Stories of Lesbian and Queer Religious” (Ama teneramente. Storie di religiose lesbiche e queer).
Testo originale: In the Parable of the Prodigal Son, Which Role Do I Play as an LGBTQ+ Person?