Trans incidenze. Dio mi fa fatto nascere donna per diventare un uomo migliore
Testimonianza di Alex di Bari
Mi chiamo Alex e sono un ragazzo trans di ventun anni. Sono attualmente uno studente. Sto frequentando un corso ITS sulla Gestione delle attività multifunzionali nelle aziende agricole come gli agriturismi.
Mi riconosco come uomo dall’età di tre anni, quando ho iniziato a rifiutare tutto il vestiario attribuito al genere femminile.
Fin da piccolo ero molto credente e praticante. Infatti credevo che il Signore mi avesse donato un corpo femminile per “mettermi alla prova” o semplicemente per crescere come una persona più aperta e inclusiva di quella che sarei stata se mi avesse donato il corpo maschile in cui mi riconoscevo.
Sono stato scout dall’età di otto anni. Grazie a questo percorso sono cresciuto come persona. Non sarei come sono ora caratterialmente senza aver avuto l’esperienza scout alle spalle. Le relazioni che ho intrecciato, le competenze acquisite e le imprese vissute hanno fatto di me l’uomo che sono adesso.
Mi hanno accolto nella mia comunità Agesci del Bari 1 come “Alessandra, la zampa tenera” e me ne sono andato come “Alex, il Rover Anziano”.
Le persone appartenenti all’associazionismo scoutistico, soprattutto del mio gruppo, mi hanno cresciuto come uno di loro, e quando ho fatto coming out nell’estate del 2020 mi hanno accolto con un “abbraccio” più stretto.
Nessuno di loro mi ha mai misgenderizzato. Si sono resi più propensi ad avere un dialogo con me e si sono dimostrati più inclusivi nei miei confronti. Specialmente i membri della Comunità Capi e il parroco, don Gerry, che dal 2012 è la Guida Spirituale del gruppo, con cui mi sono ritrovato ad intrecciare legami più forti.
Adesso sto costruendo il mio futuro. Tutto è partito nel 2021 quando ho ottenuto la certificazione di inglese Cambridge B2, ho iniziato la terapia ormonale, mi sono diplomato, ho preso la patente B2, ho passato l’esame di selezione per entrare al corso ITS e ho incrementato le mie relazioni.
Quest’anno ho concluso un bel po’ di percorsi:
● Sono uscito dalla comunità scout AGESCI
● Mi sono fatto gli impianti ai denti dopo tredici anni di attesa
● Ho concluso l’iter legale per la rettifica dei documenti
● Ho concluso il periodo di stage
● Concludo a breve il mio percorso formativo all’interno della Fondazione ITS Agroalimentare Puglia
● Ho partecipato al mio ultimo compleanno di 18 anni per il momento
● E purtroppo rapporti di molti anni con persone a cui tengo tutt’ora si sono incrinati.
La mia vita come quella di tutte le persone è fatta di alti e bassi, di successi e insuccessi. Le persone trans sono persone comuni. Non vivono in un mondo parallelo.
Quando ho lavorato per un call center, solo la titolare sapeva il mio nome anagrafico. Lo stesso nell’azienda di stage, l’Agriturismo Amicizia. Sono entrato in relazione con tantissime persone che non sanno nemmeno che sono un ragazzo trans. A queste persone io voglio bene e loro ne vogliono a me.
Sono un individuo comune, qualsiasi. Non vivo in un altro universo. Le soggettività trans sono sempre state integrate nelle società nel corso della storia. Ma molte che non sono riuscite a “passare”, sono state discriminate.
Il transgenderismo e l’intersessualismo sono sfaccettature della biologia e della genetica umana. Basti pensare ai berdache e alle donne di passaggio americani, agli Hijra dell’antica India, ai sacerdoti eunuchi nell’antica Grecia, i guevedoces della Repubblica dominicana, Papua Nuova Guinea, Turchia ed Egitto.
Persone come Albert Cashier, sepolto nell’ottobre del 1915 con la sua uniforme nonostante si fosse scoperto il suo sesso biologico, Billy Tipton divenuto un famoso jazzista, l’attrice teatrale Christine Jorgensen, l’attivista Sylvia Rivera, hanno avuto successo nella loro vita e sono state ricordate da familiari e amici, e anche dalla comunità umana internazionale.
Le vittime di transfobia, che ogni anno vengono registrate dal Progetto di monitoraggio degli omicidi di persone trans e i cui dati vengono pubblicati dal Transgender Europe, in tutto il mondo appartengono alla società umana e come tali ritengo sia opportuno che vengano riconosciute e ricordate da tutt* noi.
*Testimonianza raccolta nell’ambito del progetto “Nati due volte”, con cui i volontari di Gionata.org vogliono raccontare i cammini di fede che percorrono le persone transgender, nonostante le comunità cristiane spesso siano una fonte di esclusione, per creare un ponte di conoscenza tra questi due mondi. Ringraziamo per il supporto SPERANZA, la rete on line dei cristiani transgender. Per contattarla scrivere a tendadigionata@gmail.com