Il pastore valdese Pawel e le veglie: “una preghiera condivisa per liberarci dal pregiudizio”
Intervista al pastore valdese Pawel Andrzej Gajewski, 7 maggio 2013
Amo definirmi viandante. Sono nato in Polonia ma da ventidue anni vivo in Italia. Sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica ma attraverso lo studio della teologia e la frequentazione di diverse famiglie confessionali (luterani, battisti) sono diventato pastore della chiesa valdese, ministero che amo molto e che esercito da dodici anni, prima nelle Valli Valdesi (Provincia di Torino) e adesso a Firenze
Ci racconti come hai scoperto le veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia e cosa hanno suscitato in te quando vi hai partecipato?
Ho scoperto le veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia grazie alla REFO. Mi sono impegnato in quest’associazione ancora come studente della Facoltà valdese di teologia nell’anno accademico 1998/1999. Giunto a Firenze sono stato contattato dal gruppo Kairos e dalla REFO locale per dare un contributo di riflessione biblica a una delle prime veglie di preghiera fiorentine.
Secondo te quale messaggio le veglie e i culti di preghiera per le vittime dell’omofobia lanciano a tutti i credenti delle nostre chiese…
Credo che sia un messaggio di fiducia in Dio e nel prossimo. Nessuno deve sentirsi solo nella sua sofferenza. Credo inoltre che le veglie sono importanti anche per coloro che nutrono ancora qualche diffidenza nei confronti delle persone di orientamento omoaffettivo.
E’ bello ritrovarsi sorelle e fratelli in Cristo a prescindere dalle posizioni teologiche e dalle convinzioni personali. Sono convinto che un incontro nell’ambito di una preghiera condivisa possa veramente liberare le persone da ogni forma di pregiudizio.
Credi che questa iniziativa di preghiera ecumenica condivisa ha favorito un cambiamento nelle persone che hanno condiviso con te questo momento…
Non posso parlare per conto delle altre persone. Dal canto mio vedo però una sorta di mutamento continuo che mi porta con una sempre maggiore intensità da una riflessione piuttosto “teorica” verso un incontro reale con altra/altro.
Con quale speranza parteciperai alla veglie di quest’anno
Per motivi di lavoro mi troverò all’estero proprio nel corso della settimana in cui si terranno le veglie di preghiera. Conto di trovare anche lì una chiesa in cui tale veglia si terrà. In ogni caso il mio pensiero andrà verso la realtà italiana.
Credo che quest’anno dobbiamo pregare e agire con convinzione affinché finalmente anche da noi le coppie dello stesso sesso possano trovare un giusto riconoscimento giuridico per le loro convivenze e per i loro progetti di vita. In quasi tutti i paesi europei tale riconoscimento è già avvento; l’Italia per adesso rimane sempre un fanalino di coda per quanto riguarda i diritti civili.