Sexy ricatto a due preti. «Pagate 5mila euro o sveliamo a tutti che siete gay»
Articolo dell’8 maggio 2013 di Lino Lava pubblicato su gazzettino.it
PADOVA – Un imputato è morto durante l’inchiesta. Il complice ieri mattina si è fatto giudicare con il rito abbreviato. È stato ritenuto responsabile di tentata estorsione ed è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione con la sospensione della pena.
Fouad Ghergui, 48enne di origine marocchina, ma in Italia da moltissimi anni, attualmente residente a Fiesso D’Artico (Venezia), ha tentato di estorcere cinquemila euro a due sacerdoti.
Un alto prelato e un parroco della provincia di Padova, che in passato avevano retto insieme una parrocchia di un quartiere cittadino. Per il pubblico ministero l’imputato e il complice avevano minacciato i due sacerdoti di rivelare alla “stampa e ai superiori ecclesiastici” le loro relazioni di carattere omosessuale. Era il settembre 2010 quando i due sacerdoti decisero di presentare una denuncia nei confronti dei due individui, che da luglio andavano avanti con minacce e richieste di denaro. L’esposto era stato presentato alla Squadra investigativa della polizia municipale, che poi ha condotto le indagini.
Il marocchino Ghergui non è mai stato clandestino e non ha precedenti penali. Durante le indagini era emerso che conviveva a Padova con l’amico ora defunto. E gestivano delle attività commerciali, compreso un locale a luci rosse in un quartiere cittadino frequentato da gay. I due indagati non hanno mai negato di conoscere i due sacerdoti. Anzi, sostenevano che frequentavano assiduamente il loro locale per gay. E per rincarare la dose, sostenevano che entrambi avevano avuto dei rapporti omosessuali con i due sacerdoti.
Non solo i due indagati, anche un loro parente. Secondo l’accusa questi erano i particolari che il marocchino e l’amico volevano rivelare alla stampa e ai superiori ecclesiastici se i due sacerdoti non avessero sborsato i cinquemila euro. Questo era bastato al pubblico ministero Dini per mettere sotto accusa i due individui e chiedere il loro rinvio a giudizio.
Ieri mattina i due sacerdoti non si sono costituiti parte civile davanti al giudice Cavaggion. Non hanno temuto per le minacce, non hanno pagato e hanno subito denunciato i fatti. Come a dire, che si trattava dell’opera di due individui che volevano incassare facilmente del denaro. I due sacerdoti conoscevano i loro estorsori? Non si sa. E non si sa il motivo per il quale nel luglio 2010 Ghergui e il suo amico si fossero messi a minacciare all’improvviso i due preti.