“Il mio bimbo avrà due mamme”. E gli alunni plaudono
Articolo del 12 maggio 2013 di Roberto Conigliaro pubblicato su siciliainformazioni.com
Il vagito di un neonato regala alla storia di Vera e Valentina il calore che non riescono a dare mille parole. Da un quarto d’ora mi raccontano la loro storia, catturando la mia attenzione. Due donne di 38 anni stanno insieme da 14 e hanno deciso di darsi un progetto di vita, fare un figlio insieme.
Mi aspetto un racconto colmo di strali e vituperii nei confronti dell’intera società che vuol per questo emarginarle, giudicarle, cassarle, e viceversa. Arrivo a loro grazie all’Associazione Famiglie Arcobaleno, famiglie, cioè, omogenitoriali. Coppie di Gay e Lesbiche con figli, in Sicilia sono circa 25, una decina a Palermo. Per una coppia omosessuale avere un figlio non è impossibile e il racconto delle due mamme rende plastica l’inguaribile ipocrisia italiana.
Manifestazione del desiderio di maternità al proprio ginecologo, indirizzo di un collega, belga in questo caso ma poteva essere francese, spagnolo o inglese, volo e permanenza di pochi di pochi giorni, inseminazione di una delle due, gravidanza, parto. Chiara, la bambina che si scambiano per cullarla, è nata pochi mesi fa. Per una coppia gay è un po’ più difficile.
In Canada c’è la possibilità di prelevare il seme di uno dei due, fecondare un ovulo in donazione e impiantarlo in un utero in affitto, aspettare nove mesi e il gioco è fatto. Certo non è cosa per tutti ma non impossibile. Come si fa a scegliere chi delle due far concepire? Valentina non ha mai fumato, Vera si. Vera ha avuto piccoli problemi di salute, Valentina no. Sicché, era meglio inseminare Valentina. Buona la prima, altrimenti avrebbe provato anche Vera. Problemi di accettazione o gelosia da parte di quest’ultima? Nessuno, pare.
Semmai il punto è che Valentina estende i suoi diritti anche a Chiara ma non a Vera, e viceversa. Se un giorno, dopo una botta in testa e parecchi anni trascorsi insieme, Valentina mandasse al diavolo Vera o se Vera tagliasse i viveri a Valentina, nessuna delle due potrebbe avvalersi di alcun diritto nei confronti dell’altra e Chiara resta solo figlia di Valentina, con annessi e connessi. Osservo nei loro volti serenità, ma un lieve fremito attraversa gli occhi di Vera.
Non facciamo che la coppia sia destabilizzata dall’arrivo di Chiara? Forse, può essere, se sarà si avvarranno di un sostegno psicologico. Quante chiacchiere sentiamo sulle coppie etero e quante non riescono a sopravvivere ad un rapporto più lungo di due anni? Pare che la porzione di società con la quale si relazionano Valentina e Vera non si destabilizzi più di tanto davanti alla loro storia. Valentina è un’insegnante alle scuole medie.
Quando la pancia s’è fatta visibile ha chiamato a raccolta il dirigente scolastico, i colleghi e gli alunni delle sue classi. Sapete che c’è? Ho una relazione con una donna e adesso aspetto un bambino che avrà due mamme. “I miei alunni sapevano chi ero, quale il mio modo di relazionarmi. Per loro, così come per fortuna i loro genitori, nulla è cambiato”. Anche per Vera s’è imposta la voglia di fare sapere a tutti che stava per diventare mamma senza aver avuto una pancia da mostrare. “Dopo una prima iniziale perplessità, sono comunque arrivati gli auguri da parte di tutti”. E la famiglia?
Anche qui accoglienza piena, semmai la preoccupazione per Chiara, per il suo futuro rapporto con i suoi coetanei. Ma da quando è arrivata è nipote tanto quanto i nonni lo sono come gli altri nel mondo e il vero problema è insegnare alla società a crescere ed accogliere questo tipo di situazioni, piuttosto che preoccuparsi di quel che possano provare i nati da famiglie omogenitoriali. Il vero nodo è che non c’è più un solo modello di famiglia.
Ci sono bimbi che hanno una mamma e un papà, due mamme, due papà, una mamma e un papà separati, uno solo dei due. All’unisono per Valentina e Vera, “in una coppia ci sono dei ruoli e questi ruoli nei confronti dei figli devono essere assolti dai componenti della coppia, chiunque essi siano”.
Il Pride serve a far emergere realtà come questa e la necessità di tutela che ne derivano. Dal 14 al 20 giugno, ai Cantieri culturali ci saranno occasioni di incontro tra famiglie omo ed eterogenitoriali. “Sto tenendo un diario – conclude Vera – per Chiara, per raccontarle com’è venuta al mondo, secondo quali nostri desideri e con quale atto d’amore”.
Una scelta egoista? Una volta si diceva di chi non voleva figli.