I battisti di Grosseto: ”Accoglienza e rispetto per le persone omosessuali”
Articolo di Claudia Angelett pubblicato sul sito di Riforma.it del 20 aprile 2007.
La chiesa battista toscana ha maturato nel corso degli anni una nuova sensibilità sui temi dell’omosessualità che punta ad esclude ogni discriminazione, poiché Dio ama ogni persona.
Domenica 25 marzo (2007) la chiesa battista di Grosseto si è riunita in assemblea per definire la propria posizione in merito all’ormai annosa questione del tipo di rapporto che una comunità cristiana evangelica debba, possa, voglia instaurare con le persone che vivono la loro dimensione sentimentale con persone del loro stesso genere.
A questo appuntamento la comunità è giunta dopo un percorso di riflessione che ha coperto un arco di circa 12 anni: fu infatti nel 1995 che per la prima volta si parlò di questo argomento, durante uno studio biblico, per così dire, «autogestito», nel senso che la comunità era in quel momento priva di una guida pastorale.
A quell’epoca l’orientamento prevalente della comunità era volto all’accettazione un po’ forzata dell’esperienza affettiva delle lesbiche e degli omosessuali, in particolare per alcune remore derivanti dalla decisa condanna di atti sessuali tra persone dello stesso genere, presente in alcuni testi sia dell’Antico (Levitico 18, 22) sia del Nuovo Testamento (Romani 1, 18-32).
Successivamente il dibattito è proseguito soprattutto in seno all’Associazione delle chiese evangeliche battiste della Toscana (Acebt), che in due occasioni ha invitato rappresentanti del Glom (Gruppo di lavoro Battista Metodista Valdese sull’omosessualità) ad animare incontri regionali sul tema, una prima volta sul tema della diversità, una seconda sulle proposte più specifiche avanzate nel documento finale presentato dal Glom alle chiese, quest’ultima ospitata proprio nella comunità di Grosseto.
Nel frattempo, quando nel 2004 il Gay Pride della Toscana ebbe luogo nella nostra città, la nostra chiesa aderì ufficialmente a tale manifestazione celebrando un culto gestito dalla Refo (Rete evangelica fede omosessualità) la domenica conclusiva della manifestazione, cui parteciparono anche alcuni fratelli gay cattolici. Infine l’autunno scorso è stato dedicato a un esame nel dettaglio del documento del Glom, con un’ulteriore considerazione, in ambito di studio biblico, di tutti i testi di condanna dell’omosessualità.
La pastora Elizabeth Green ci ha guidato a comprendere come il centro dell’Evangelo consista nel messaggio dell’amore sconfinato di Dio per tutte le sue creature, al di là di qualsiasi differenza che le contraddistingue inevitabilmente le une dalle altre; l’imperativo assoluto, pertanto, dell’amore per il prossimo impedisce a chiunque di puntare il proprio indice accusatorio contro chicchessia, essendo stati tutti rinchiusi da Dio «nella disubbidienza per far misericordia a tutti» (Rom. 11, 32).
Inoltre è stato ribadito che l’omosessualità vissuta come relazione d’amore tra due persone adulte consenzienti è (quasi) del tutto estranea all’orizzonte socioculturale dell’antichità ebraica, greca e romana, un contesto sostanzialmente maschilista, misogino e violento, dove il rapporto sessuale veniva perlopiù imposto da un superiore (padrone) a un subordinato (schiavo), in segno di disprezzo in quanto il subordinato veniva ridotto al livello, considerato di gran lunga inferiore, di donna.
Infine, tra le molte argomentazioni, è stata particolarmente apprezzata quella inerente la complessa problematica della definizione dell’identità sessuale, presentata succintamente nel documento Glom, laddove si chiarisce come vi siano più componenti (naturali/culturali) che si intrecciano in modo personalissimo nella vita di ciascuno o ciascuna, cosicché è davvero assurdo pensare di poter schematicamente applicare il concetto del «contro natura» intendendolo come «non eterosessualità» a chiunque.
Infatti, come ha detto Dante Riviello, fratello ottantenne della comunità, nel primo intervento all’assemblea di chiesa, per una persona omosessuale è «contro natura» sentirsi obbligato da una società e/o da una chiesa ad avere relazioni sentimentali con persone di genere diverso dal suo e perciò una chiesa che desidera amare il prossimo dovrà accogliere ognuno senza giudicare il suo orientamento sessuale.
In conclusione, come recita la mozione approvata (con un solo voto contrario) «l’assemblea della chiesa di Grosseto, in risposta alle istanze di fratelli e sorelle omosessuali, sollecitata dal documento Glom e in vista dell’Assemblea-Sinodo che si terrà a novembre di questo anno, dichiara, dopo ampia discussione, la chiesa evangelica battista di Grosseto una comunità aperta e accogliente di persone in ogni loro diversità inclusa la diversità di orientamento sessuale, senza discriminazione alcuna, compreso l’accesso al pastorato. Facendo ciò cerca di rimanere fedele al vangelo di Gesù Cristo e alla chiamata rivoltale dal Signore».