A Roma la prima benedizione di una coppia di donne nel tempio valdese
Articolo del 26 maggio 2013 pubblicato su ilmessaggero.it
Alessandra e Manuela, compagne da quattro anni e, da oggi, benedette in una chiesa. Piazza Cavour, questa mattina poco prima delle 11, nel Tempio Valdese, seduti nelle prime file, c’erano i genitori, i parenti e gli amici, oltre ai rappresentanti delle associazioni Glbt.
Il riconoscimento davanti al Signore era, per Alessandra Brussato e Manuela Vinay, uno di quei passi ai quali non volevano rinunciare per suggellare il loro amore davanti a Dio. Sono la prima coppia lesbica a essere benedetta in un tempio valdese.
E’ dal Sinodo dell’agosto del 2010 che la chiesa Valdese ha deciso di aprire, dopo anni di cammino e di condivisione con molti suoi fedeli Glbt, alle coppie omosessuali.
Accogliendole all’interno della sua comunità attraverso la formula della presentazione e benedizione della comunità delle persone e gli amori gay. “Quella valdese è stata la prima confessione cristiana, in Italia, a riconoscere le coppie Glbt”, fa notare Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, che ha assistito alla cerimonia. Nel 2011, la prima benedizione era avvenuta a Milano: Guido e Ciro, compagni da 7 anni. L’anno precedente, un’altra benedizione, a Trapani, ma di una coppia di stranieri.
La benedizione del tempio di piazza Cavour è stata presieduta dalla pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, l’organismo esecutivo del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste.
“E’ la prima volta che la comunità valdese di Roma celebra una benedizione di una coppia lesbica in chiesa ed è una delle prime volte in Italia – dice Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, presente in chiesa – Una decisione che parte da lontano e che è frutto del percorso comune di conoscenza che abbiamo portato avanti.
La coordinatrice della nostra area legale, Marina Zela, ha tenuto incontri sul tema dei diritti con la comunità valdese della Capitale proprio per far conoscere da vicino la realtà delle coppie gay. E’ stata una cerimonia importante, piena di vita, emozionante e nello stesso tempo dolorosa perché ci ha ricordato come i nostri amori, le storie e le vite di centinaia di migliaia di coppie lesbiche e gay in Italia non abbiano alcuna forma di riconoscimento e tutela. E’ tempo di cambiare”.