In cammino nella Quaresima. Il profumo dell’Amore

Riflessioni di Luigi Testa* sul primo venerdì di Quaresima
Appena varcato il portone, prima ancora che lo sguardo si abitui a lasciare la luce di fuori, sei invaso da un profumo dolce e pungente.
La prima sensazione che hai, quando entri nella Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, è quest’odore, forte, di olio che miscela nardo e mirra, versato ogni giorno sulla Pietra dell’Unzione. «Aroma che si spande è il tuo nome» (Ct 1,3).
Entrando nella Quaresima, dovremmo sentire lo stesso odore. Prima ancora che gli altri sensi si adattino, dovremmo essere invasi da questo profumo che sa di amore.
L’amore della donna che versa il nardo ai Suoi piedi (Mc 14,3; Gv 12,3): «Mentre il re è sul suo divano, il mio nardo effonde il suo profumo» (Ct 1,12).
E l’amore di Lui – «le sue labbra sono gigli che stillano fluida mirra» (Ct 5,13) – fino a restare corpo da adorare senza vita, per cui non bastano «trenta chili di una mistura di mirra e di àloe» (Gv 19,39).
Nei giorni che verranno, ci resti addosso questo odore, per dirci sempre di questo Amore donato, sprecato, spezzato.
* Luigi Testa è autore di testi a carattere giuridico e scrive su alcuni quotidiani nazionali. “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) è il suo primo libro di natura spirituale, altre sue riflessioni sono pubblicate anche su Gionata.org.