In cosa consiste il peccato di Sodoma (Lc 10:1-20)
Riflessioni bibliche di Joseph Tolton, Judith Hoch Wray e Rich MacCarty tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2007, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Come il regnante di 2 Re 5:1-14, noi siamo chiamati a mettere in atto i doni che ci sono stati dati.
Come per Naaman, la nostra sfida è mettere da parte il nostro bisogno di cose grandi e vistose perché Dio possa farci agire su quella piccola cosa che ci chiama a fare. Per esempio, forse vogliamo cambiare le leggi del nostro Paese, ma ci viene chiesto di cominciare a migliorare i rapporti con i nostri compagni.
– Che differenza fa nella maniera in cui vivete la vostra vita credere fortemente di essere degni di essere chiamati da Dio? Quali piccole cose potreste essere chiamati a fare, invece di fare cose grandi e vistose?
Il Salmo 29 (30) riferisce le esperienze di prima mano del salmista. Ricordiamo tutti le ore e i luoghi della nostra vita in cui le cose sono state davvero difficili, come se fossimo “nella tomba” (versetto 4), e com’è stato uscire da quei luoghi. Dio ora è presente e gode delle risate e della gioia genuine. Hanno luogo delle grandi danze alla presenza di Dio!
Abbiamo udito la preghiera con cui Dio volge il nostro lamento in danza (versetto 12), per sostenerci e introdurci in questa sensazione di gioia. Mentre alcuni individui sperimentano questo, la libertà di essere gioiosamente aperti non può essere ancora goduta dall’intera comunità LGBT, soprattutto non dagli LGBT di colore.
La nostra vocazione è credere nella promessa di Dio oltre la tomba e non starcene in silenzio! Ricordatevi, la vocazione a “non starcene in silenzio” è per la causa di Dio e per la sua integrità, non solo per noi. “Uscire allo scoperto” spiritualmente e socialmente è una causa santa, degna di grandi azioni e di grandi celebrazioni.
Galati 6:1-16 sfida la nostra tendenza a coltivare la moderazione, il coraggio e la forza d’animo necessarie per essere una presenza gentile di fonte a coloro che trasgrediscono contro di noi. Uh, che noia! Sempre gli stessi discorsi sulle opere!
Eppure abbiamo il compito di non essere stanchi di fare il bene, di lavorare per il bene di tutti, anche di coloro che si ritengono nostri nemici. Non dobbiamo concederci il lusso di leggere questo testo come se parlasse di “loro”, dobbiamo leggerlo come se parlasse di “noi”.
– Come ci si sente a riconciliarsi con qualcuno che ha trasgredito contro di voi e a ricostruire il rapporto in uno spirito di gentilezza? In che modo il potere o la relativa mancanza di potere (sociale ed ecclesiastico) influiscono su queste interazioni?
In Luca 10:1-11, 16-20 il lezionario presenta due movimenti: l’invio di settantadue seguaci di Gesù dotati di istruzioni sul ministero e l’ospitalità, e il rapporto dei settantadue al loro ritorno dalla missione. Purtroppo il lezionario ignora i commenti su Sodoma ai versetti 12-15.
Questa omissione fa parte dell’ignoranza riguardo a Sodoma. Pochi riconoscono che Gesù, dopo aver parlato dell’inospitalità, richiama l’attenzione sull’analogo peccato di Sodoma. Chi erano i Sodomiti?
Erano delle persone che rifiutavano l’ospitalità agli stranieri, delle persone che volevano usare e abusare degli angeli che Dio aveva mandato (vedi Genesi, capitoli 17-19). Quindi Gesù dice “Se non rispettate l’ospitalità la vostra sorte sarà peggiore di quella di Sodoma, che non rispettava l’ospitalità”.
Alla comunità LGBT e ai nostri alleati: anche noi veniamo inviati da Gesù in missione per proclamare che il regno di Dio è vicino. Siamo responsabili delle nostre azioni, non per gli atti di ospitalità o di inospitalità che riceviamo.
Ironia della sorte, la traduzione biblica di Re Giacomo e il suo uso della parola “sodomia” sono stati spesso usati contro l’omosessualità e non contro l’inospitalità. Ironia ancora più forte, l’amante maschio di re Giacomo, George Villiers duca di Buckingham, è sepolto vicino a lui nell’abbazia di Westminster!
Abbiamo l’opportunità di staccarci dall’esempio di omofobia offerto da questa traduzione leggendo l’intera pericope, Luca 10:1-20, e avviando una discussione sull’inospitalità come peccato di Sodoma. Non permettete al lezionario di passare ancora sotto silenzio la giustizia dovuta a gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Non possiamo stare in silenzio neppure di fronte alle nostre responsabilità. Gesù proclama che il tempo del giudizio sta arrivando. Questa è una sveglia per i cristiani che stanno seduti nelle chiese pensando che maltrattare la gente sia una cosa che va bene. Verrà il giorno in cui dovremo tutti rispondere delle nostre azioni. Come dice Paolo nella lettera ai Galati “Raccogliamo ciò che seminiamo!”
– Quali sono i luoghi più ospitali e più inospitali per le persone LGBT? In che modo voi e la vostra comunità LGBT o la vostra chiesa rifiutate o offrite ospitalità al popolo di Dio?
La nostra preghiera
Dio vivente e santo
tu ci chiami nei momenti di grandezza e nei momenti ordinari.
Ci chiami dalla tomba della disperazione
e ci invii da coloro che vivono nella sua tenebra
per annunciare la tua grazia, la tua pietà e la tua verità.
Infondici i doni della fede, della speranza e dell’amore
così che possiamo affidarci a te nei tempi difficili.
Mantieni di fronte a noi la visione del tuo regno che viene.
Concedici di vivere in comunione con te
e con tutti coloro che serbano la tua immagine.
Per questo ti preghiamo nel nome di Gesù il Cristo.
Amen
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C