Tempo di semina, tempo di raccolto. L’ordinaria vita delle persone transgender
Riflessioni di Aidan Dunn, Erin Swenson e Elise Elrod pubblicate dal progetto Out in Season (Stati Uniti) nel gennaio 2007, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Quando pensiamo al calendario liturgico e al suo ciclo, la nostra attenzione viene spesso attirata dalle feste, i giorni speciali, che spiccano tra gli altri, delle pietre miliari come il Natale o la Pasqua, giorni straordinari. In verità, gran parte della nostra vita si svolge nel tempo ordinario, lo spazio che intercorre tra i tempi forti di Pentecoste e Avvento, il tempo ordinario estivo tra la primavera e l’inverno. Questo tempo in cui non siamo distratti dalle feste maggiori ci offre una valida opportunità per dare un solido fondamento alle nostre pratiche spirituali, che così spesso lasciamo da parte per “dopo” durante la febbrile stagione vacanziera.
Quando prendiamo in considerazione la vita delle persone transgender, la nostra attenzione viene spesso attirata dalle significative pietre miliari delle nostre transizioni di genere.
Non esistono due persone trans che abbiano storie identiche, ma le pietre miliari di solito consistono in alcuni dei passaggi seguenti: uscire allo scoperto con noi stessi e con gli altri, la nostra prima apparizione in pubblico nei panni del nostro nuovo genere, cominciare la cura ormonale, cambiare di nome, operarsi. Questi grandi passi verso il nostro vero sé sono senza dubbio una parte importante della transizione di genere.
In ogni caso, questi grandi passi della vita sono spesso delle pietre miliari nel senso più letterale del termine: delle rappresentazioni esteriori del viaggio interiore già compiuto, un modo di rendere visibile al mondo ciò che da tempo è vero per noi.
Questi eventi, proprio come le grandi feste dell’anno liturgico cristiano, sono spesso caricati di un tale significato nel racconto della nostra storia da oscurare il resto della vita di transgender. Ma, proprio come i giorni del tempo ordinario approfondiscono il nostro cammino di fede e ci preparano per le grandi feste, la nostra ordinaria vita quotidiana di transgender è il campo dove hanno luogo la preparazione e la formazione per diventare umani.
Un contadino trascorre buona parte dell’annata seminando con cura e osservando i segni della crescita: le sementi si trasformano lentamente e miracolosamente da piccolissimo seme a piante pienamente cresciute, poi fioriscono e portano frutto. La transizione di genere è un processo simile, lento ma miracoloso.
Talvolta, le persone che ci conoscevano prima della transizione, incontrandoci qualche anno dopo non ci riconoscono. Portiamo nel nostro corpo la prova – che può servire da importante promemoria per la nostra comunità spirituale – che la trasformazione avviene.
Il nostro semplice atto di presenza può dare ad altre persone la speranza di potersi trasformare, in qualsiasi modo abbiano bisogno di farlo per poter essere fedeli a se stesse e alla loro vocazione in questo mondo.
Forse noi persone transgender siamo così spesso impaurite e oltraggiate perché incarniamo un cambiamento radicale, un qualcosa che spaventa troppa gente.
Quando qualcuno si sente chiamato in una direzione piuttosto difficile – trasferirsi in una nuova città, cominciare o concludere una relazione o una carriera, una conversione religiosa o qualcos’altro di fondamentale per la nostra vita, siamo spesso confusi, dubbiosi, o assolutamente terrorizzati.
La trasformazione e la crescita sono spesso difficili, spaventose e dolorose, raramente conosciamo la destinazione del nostro cammino di trasformazione, ma avere fede e fiducia in Dio spesso ci apre una strada più possente e fantastica di qualsiasi cosa noi possiamo immaginare.
I giorni del tempo ordinario coprono approssimativamente metà del calendario e riflettono una vasta gamma di storie bibliche ed esperienze umane. Le letture sono dominate dai temi agricoli: in questa lunga stagione la gente esamina il ministero di Gesù, la sua coltivazione dei discepoli e della comunità, il suo dissodamento del campo. Questo è un tempo di semina, un tempo di fertilità, coltivazione, lavoro, raccolto. Non c’è da stupirsi che il colore usato in molte Chiese per celebrare questi giorni sia il verde.
Come gran parte dell’anno liturgico è tempo ordinario, gran parte della nostra vita reale di transgender consiste nel fare cose “ordinarie”.
Quando noi persone transgender siamo libere di vivere con semplicità, invece di combattere per vivere, passiamo la vita facendo cose ordinarie: giochiamo con i nostri nipoti, andiamo al cinema, festeggiamo i compleanni con i nostri amici, laviamo i piatti.
Ma, come ci insegnano le Scritture in questa stagione, è nel ritmo “ordinario” della nostra vita che possiamo piantare i semi dell’autentica trasformazione.
Testo originale: Ordinary Time