In Camerun torturato e ucciso attivista gay
Articolo di Mathieu Olivier tratto dal sito Jeune Afrique (Francia), del 17 luglio 2013, liberamente tradotto da Marco Galvagno
In Camerun l’omosessualità è punibile con 5 anni di prigione. Ma per alcuni, battersi per i diritti delle minoranze può costare molto più caro. Lunedi 15 luglio Eric Lemembe, militante della causa omosessuale e giornalista, è stato assasinato a casa sua, a Yaoundé, dopo essere stato torturato, il collo e i piedi spezzati, il viso e le mani bruciati da un ferro da stiro.
Stretto collaboratore di Human Rights Watch, era conosciuto in Camerun per la sua battaglia in favore delle minoranze sessuali e presiedeva la fondazione camerunese per l’Aids, organizzazione che lottava contro l’HIV e per i diritti dei gay.
“Condanniamo questo atto infame e incoraggiamo le autorità camerunesi a aprire un’inchiesta e a perseguire i responsabili dell’omicidio” ha reagito Marie Hag, portavoce del dipartimento di stato americano.
Neela Soshal, ricercatrice sui diritti delle minoranze sessuali per Human Rights Watch, ha auspicato che la polizia non si riposi fin che i colpevoli di questo orribile crimine non siano messi di fronte alla giustizia. “Il presidente Biya deve uscire dal silenzio sulle violenze omofobiche in Camerun e condannare pubblicamente questo attacco” ha aggiunto.
Il contesto camerunese non incita certo all’ottimismo. Il 26 giugno la sede dell’Ong Alternative Camerounaise che curava i malati di Aids è stata incendiata a Duala. Qualche giorno prima nella notte del 16, e del 17 giugno lo studio dell’avvocato Michel Toqué era stato saccheggiato da persone non identificate che avevano sottratto il computer e il passaporto. Michel Toqué subiva da tempo atti intimidatori, minacciavano di rapire i suoi figli e lo insultavano dandogli del frocio.
Toqué ha preferito mandare la sua famiglia all’estero nel 2012. “Scegli quello che trasformeremo in frocio, come te, gli dicevano, saprai cosa capita alla tua famiglia se difendi i froci […] Nemmeno l’intervento dei froci bianchi li aiuterà.”
Anche la sua collega Alice Nham ha subito minacce, entrambi hanno denunciato la cosa alla polizia, le denunce non hanno avuto alcun esito. Se nessun sospettato è stato interrogato per queste violenze, la giustizia camerunese ha mostrato ben altro zelo nell’applicazione della legge contro l’omosessualità.
Nel dicembre scorso la giustizia ha confermato in appello la pena di 36 mesi di prigione inflitta a Roger Mbédé che aveva rivelato il suo amore a un amico tramite un sms. Le autorità camerunesi sanno essere intransigenti quando vogliono.
Testo originale: Éric Lembembe, militant pour les droits des homosexuels, torturé et tué au Cameroun