Danilo e Giuseppe, Diego e Reno. ecco le prime unioni civili a Genova
Articolo del 20 luglio 2013 di Erica Manna pubblicato su la Repubblica di Genova
Emozione e commozione all’Anagrafe di corso Torino per le prime due coppie gay che si sono iscritte al Registro appena istituito dal Comune. L’attestato numero uno viene consegnato alle 9.30 del mattino, nella “Sala cerimonie” — come avverte un cartello azzurro della stanza al secondo piano dell’Anagrafe in Corso Torino — piena di parenti e di fotografi.
Non è un matrimonio, quello tra Danilo Lisei Cassinelli e Giuseppe Piacenza, 37 e 36 anni, insieme da quindici, conviventi da otto. Però l’emozione è quella, perché loro sono i primi genovesi iscritti nel registro delle unioni civili istituito dal Comune di Genova. «Il mio paese mi impedisce di sposare il mio compagno — dice Danilo, cameraman a Primo Canale, camicia azzurra e una certa somiglianza con Tiziano Ferro — ma se il mio Comune mi dà questa opportunità perché non coglierla? Chiediamo diritti ma anche doveri. Speriamo che a livello nazionale venga fuori qualcosa. Quando l’Italia arriverà, noi siamo qui».
“Con il registro delle unioni civili — spiega l’assessore ai Diritti Elena Fiorini che ha fortemente voluto l’iniziativa — siamo consapevoli che le norme nazionali restano invariate. Ma prendere atto delle esigenze dei cittadini è importante. Grazie all’articolo 4, queste coppie sono per il Comune equiparate ai coniugi per quanto riguarda alcune cause legali, l’affidamento delle ceneri al coniuge e poi eventuali fondi per le famiglie sarebbero estesi anche a loro». Non molto, certo. Però è un primo passo. «In Italia si resta eternamente fidanzati — sospira Danilo — noi aspettiamo il matrimonio. E se qui non sarà possibile, andremo in Norvegia”.
Ci sono le foto con i parenti e le interviste con i giornalisti. Ma bisogna fare in fretta, perché alle 10 tocca alla seconda coppia: Diego Ghitti e Reno Gwaltney, genovesi da venti giorni. «Vivevamo a Bergamo — raccontano, emozionati nelle loro giacche gessate con una calle nel taschino — abbiamo cambiato residenza e quando siamo venuti all’anagrafe abbiamo saputo di questa opportunità.
E’ un primo riconoscimento giuridico per noi molto importante». Entrano in sala con un mazzo di girasoli, i parenti bergamaschi stringono la mano alla Fiorini: “Grazie, portate un po’ di diritti anche da noi”, le dicono. Dopo, tutti al ristorante. Festa, però sobria: “Non per altro: è che c’è crisi”.