Perchè i cattolici non vogliono ascoltare le persone omosessuali?
Email inviataci da Enrico con risposta dei webmaster di Gionata, 2 agosto 2013
Cari amici di Gionata, vi scrivo con un po’ di tristezza e rassegnazione nel cuore. Una tristezza che nasce nel leggere articoli e commenti relativi alla cosiddetta “legge antiomofobia” che si trovano in questi giorni sui principali giornali cattolici.
Non parlo di quelli legati agli ambienti più di destra e conservatori (Bussolaquotidiane, Tempi, ecc). Parlo di quei giornali che rappresentano la parte più moderata e per certi versi anche più aperta al dialogo con la società. Famiglia Cristiana, Cittanuova, e ovviamente Avvenire “la voce ufficiale” della Chiesa italiana”.
L’amarezza nasce da diversi motivi. Innanzitutto l’atteggiamento di chiusura, quasi di paura e terrore (fobia!!) nei confronti di una legge che dovrebbe inasprire le pene per chi fa del male agli omosessuali solo perché tali.
Posso capire che di mezzo ci sia in gioco il discorso della libertà di espressione e di coscienza, che sono valori altissimi e da difender ad ogni costo. E per questo, mi auguro che i legislatori trovino la formula migliore che salvi capra e cavoli.
Ma quando leggo i commenti di personaggi cattolici anche autorevoli che parlano di “legge inutile”, “ingiusta” o addirittura “dannosa e pericolosa”, bhe, questo mi fa davvero male.
Per non parlare poi di certi commenti dei lettori, molti veramente intrisi non di “omofobia”, ma di vera e propria “misomoaffettità” (recuperando un po’ del mio vecchio greco, mi sembra la parola più corretta: odio – non paura – nei confronti delle persone dello stesso sesso che si vogliono bene).
Anche perché, quando si parla di omosessualità, su Famiglia Cristiana, su Avvenire e altri giornali cattolici, parlano tutti. Tutti hanno da dire la loro: politici di destra, di sinistra, i presidenti delle associazioni pro life, quelli dei forum per le famiglie numerose, quello delle famiglie meno numerose, giuristi, esperti di etica e di diritto. Tutti esperti e pieni di autorevolezza….
Ma mai una volta che si trovi l’intervista di qualche diretto interessato. Magari, visto che di giornali cattolici si tratta, qualche rappresentante delle associazioni di omosessuali credenti. O, nel caso specifico, la testimonianza di qualcuno che è stato pestato a sangue solo perché passeggiava mano nella mano col proprio compagno. Giusto per sentire anche il loro parere, tra gli altri.
Sembra che noi omosessuali siamo una categoria, una “lobby”, un’entità astratta. Invece, guarda un po’, siamo persone, ognuno con le proprie storie e i propri problemi, molto spesso molto simili a quelli della famiglie “tradizionali” o “naturali” o come vogliamo chiamarle….
Scusate lo sfogo, ma avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Alemeno ci siete voi. Grazie
Enrico
La risposta…
Caro Enrico come non essere daccordo con le tue parole accorate. Hai ragione, purtroppo oggi nel mondo cattolico “ufficiale” le persone omosessuali non hanno voce, eppure qualcosa si muove… ma più che nell’ufficialità dei media cattolici il cambiamento va cercato nella comunità cattolica, nelle parrocchie e nelle diocesi che accolgono le veglie di preghiera contro l’omofobia, che sempre più spesso propongono pastorali inclusive per le persone omosessuali e addirittura cercano di essere presenti nei pride (come fanno da alcuni anni, negli Stati Uniti e in Inghilterra, alcune parrocchie cattoliche).
Grazie a tante persone, laici o consacrati, che hanno deciso di porre nelle loro comunità il problema dell’accoglienza vera qualcosa stà cambiando, ma forse è un cambiamento ancora troppo lento? Forse si, ma tocca a ognuno di noi lavorare perchè questa “accoglienza” diventi sempre più forte, affinchè non si parli più di omosessualità ma semplicemente di donne e uomini omosessuali, con le loro storie, con i loro cammini di fede e di vita.
Noi volontari di Gionata è quello che vogliamo veder accadere e che cerchiamo di raccontare, ma ricorda ci serve anche l’aiuto, la testimonianza e la speranza di tutti quanti credono che “Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,27-28)”, perchè solo camminando insieme qualcosa di nuovo può accadere.
Caro Enrico quello che cerchiamo e desideriamo richiede ancora un cammino ancora lungo, ma siamo sicuri che insieme lo vedremo accadere perchè, come ci ricorda ogni giorno il Cristo, è sempre “il margine che cambia il centro e mai il contrario”.
Un abbraccio forte forte da tutti noi