Dio ama anche me. Il mio coming out di gay cristiano
Testimonianza di Robert Borden tratta dal sito Yahoo! Contributor Network (USA), 6 Giugno 2007, liberamente tradotta da Alessandra Bialetti
Crescere è una delle lotte più grandi che ho dovuto intraprendere cercando di integrare la mia sessualità con la mia fede. Che lo possiate credere o no, fin dai sette anni, sapevo di essere gay.
Questo non vuol dire che desideravo fare sesso con uomini quando ero più giovane… ricordo che pensavo a come avrebbe potuto essere se avessi sposato un ragazzo invece che una ragazza, una volta diventato grande.
Le mie prime cotte ai tempi della scuola erano sempre per ragazzi e quando raggiunsi la pubertà i sentimenti verso persone dello stesso sesso divennero ancora più forti.
Ma ho sempre mantenuto salda la mia fede cristiana e la mia relazione con Dio essendo sempre cresciuto nella chiesa e ricordo il desiderio di diventare missionario quando ero più giovane.
Spendevo il mio denaro per aiutare i miei amici cristiani e crescendo ero realmente “affamato” di Dio. Per quanto possa ricordare avevo sempre sentito dire che l’omosessualità era un peccato. Questo ha generato in me una grande lotta.
Potevo star sveglio per ore la notte pregando Dio di “rendermi normale”. Chiedevo perdono per il fatto di nutrire dei sentimenti verso altri uomini.
Verso i 14 anni iniziai ad entrare in depressione per tutto questo. Iniziai a pensare al suicidio, sapevo che Dio non mi avrebbe reso “normale” e non capivo come potevo andare avanti con tali sentimenti dentro di me.
Al momento di andare al college decisi per la Eastern University, una istituzione cristiana vicino Filadelfia (Stati Uniti). Durante il primo semestre la mia depressione continuava e cercai l’aiuto di un sacerdote ex gay. I counselors mi dicevano che, con l’aiuto di Dio, avrei potuto guarire dalla mia omosessualità. Mi incoraggiarono a frequentare dei gruppi condotti da uomini “normali” che prima erano omosessuali.
Capii subito che questi ministri ex gay non davano vita a persone serene ma solo a uomini miserabili che si negavano e provavano disgusto per se stessi.
Sto pianificando di scrivere un altro articolo per spiegare quanto fu orribile la mia esperienza in quel contesto ma per ora dirò solo che quel percorso non funzionò e 6 mesi più tardi stavo peggio di quando avevo cominciato il college.
L’estate dopo il diploma raggiunsi un punto di grande sofferenza ed ebbi ciò che considero il mio primo esaurimento nervoso. Avevo crisi di pianto, non dormivo e provavo una forte solitudine.
Tuttavia, quella stessa estate, lavoravo per Tony Campolo conosciuto dai cristiani evangelici come un famoso predicatore e un attivista nel sociale. Parte del mio lavoro consisteva nella spedizione delle registrazioni e delle pubblicazioni di Tony a chi ne faceva richiesta tramite il suo sito web.
Iniziai a leggere ed ascoltare tutto il materiale e scoprii che Tony e sua moglie Peggy sostenevano i cristiani gay. In particolare Peggy crede che Dio permetta relazioni stabili tra persone dello stesso sesso e possiede molte evidenze bibliche a sostegno della sua tesi.
Sebbene le vedute di Tony non siano così liberali non pensa che gli omosessuali siano destinati all’inferno e sostiene che invece possano essere coinvolti nella chiesa come tutti gli altri (incluse posizioni di leadership).
Peggy e Tony hanno tenuto vari incontri in cui hanno presentato il messaggio d’amore di Dio per la comunità omosessuale e hanno molte registrazioni di questi eventi.
Tutto questo fece breccia nel mio mondo e nei fondamenti della mia fede. L’omosessualità mi era stata sempre presentata come un peccato, senza se e senza ma.
Tuttavia c’è della gente che non la pensava così. Queste persone credono che la Bibbia sia stata storicamente utilizzata per opprimere le donne e le minoranze etniche e che l’attuale condanna velenosa dell’omosessualità sarà guardata un giorno con sconcerto e disgusto dalle generazioni future proprio come oggi noi guardiamo ad alcuni insegnamenti passati della chiesa.
Fortunatamente, la Eastern University è un’istituzione liberale e ho incontrato moti studenti e professori che mi hanno aiutato a scoprire che Dio mi ama senza alcun riguardo all’orientamento sessuale delle persone che io amo.
Se sei un gay che sta lottando per integrare fede e sessualità ti incoraggio a cercare degli stimoli che confermino il tuo valore come persona.
Sospetto che molti gay pensino che siccome Dio li ha rifiutati anche loro debbano rifiutare Dio. Ma la realtà è che Dio non ti ha rifiutato. Ti ama e ti ha creato a sua immagine anche se sei gay, eterosessuale, lesbica, bisessuale o transgender… per lui non ha importanza.
Cerca libri, siti e chiese che accolgono a braccia aperte gli omosessuali. Se hai dubbi e domande, cerca qualcuno con cui parlarne.
Dire “sono gay” non comporta necessariamente la fine del percorso cristiano. Se hai domande su cosa effettivamente dice la chiesa dell’omosessualità visita il sito http://www.whosoever.org (ndr corrispondente all’italiano www.gionata.org).
Se vuoi impegnarti nel rendere le chiese più accoglienti verso la comunità LGBT visita il sito Soulforce.
Sono molto sereno di raccontare che appena ho accettato il fatto di essere gay e cristiano allo stesso tempo la mia vita ha cominciato a migliorare. La fede è importante per me e non potrei essere completo senza la mia parte spirituale.
Se vivi un combattimento come è stato per me ti prego di fare il possibile per trovare un luogo confortevole e pacifico per te. Sarei molto felice se lo facessi.
Testo originale: God Loves Me Too: My Journey Coming Out as a Gay Christian