Uscire dal silenzio. Le sfide pericolose degli omosessuali tunisini
Articolo di Farah Samti tratto dal sito 360° (Svizzera), 26 gennaio 26 janvier 2012 , liberamente tradotto da Marco Galvagno.
Un anno dopo la caduta di Ben Alì , gay e lesbiche si chiedono quale sia il loro posto nella nuova società. La fine dell’invisibilità porta con sé più incertezze che speranze. Prima i gay erano confrontati all’omosessualità a piccole dosi, questo li turbava raramente, spiega Staufa parrucchiere e stilista.
Tuttavia l’atteggiamento è cambiato negli anni, si parla più apertamente di omosessualità, ci si mostra tolleranti, ma in realtà non lo si é, spiega questo gay di 54 anni.
Il suo ambiente è quello del centro di Tunisi dove tutti si conoscono. L’orientamento sessuale non era un segreto, ma nonostante questo non c’era vergogna nell’essere gay, la gente ti rispettava più di adesso, aggiunge Staufa.
Prima rivista LGBT
Tuttavia percepiamo segni di un dialogo pubblico fino ad ora impossibile. Lanciato nel marzo 2011 sul Web Gay Day magazine è la prima pubblicazione destinata alla comunità gay in Tunisia e nel Medio Oriente. Un blog, una pagina facebook e un conto twitter sono stati creati per favorire l’interazione dei gays tunisini.
Fati un diplomato di 23 anni e disoccupato è l’amministratore del sito. Cerchiamo di manifestare a favore dei diritti dell’uomo e contro gli stereotipi.
Desideriamo costruire uno spazio che faciliti la comunicazione in seno alla comunità gay e crei un ambiente sano e interattivo dove affrontare le sfide che incontra la nostra comunità. Le reti sociali e i gruppi di sostegno online rappresentano un rifugio per i gay e le lesbiche in particolare gli adolescenti che si interrogano sulla loro sessualità.
I problemi come l’omofobia o l’impossibilità di dire apertamente che si é gay e il tabù che circonda queste questioni hanno fatto d’internet, il primo canale in cui i gays tunisini possono esprimersi liberamente aggiunge Fedi.
Equilibrio tra legge e valori
Il ragazzo non si fa illusioni sul fatto che vi siano ancora numerosi problemi tra i quali il fatto che l’omosessualità viene arbitrariamente associata alla pedofilia, alla dipendenza del sesso e al peccato. La discriminazione contro i gay non si limita a semplici pregiudizi, è codificata per legge.
Abd Essatar Zafrani avvocato nota come nella costituzione tunisina non vi sia alcun articolo che vieti l’omosessualità. Tuttavia esistono nel codice penale articoli legati alla morale. Larticolo 230 punisce con un massimo di 3 anni di reclusione i rapporti omosessuali sia tra uomini che tra donne. Tuttavia non sono mai state applicate .
La percezione dei diritti umani dipendono dalla cultura e dalla tradizione di ogni società. Ci sono sempre riserve che riguardano il tema dell’omosessualità nei paesi musulmani e arabi. La percezione dei diritti delle minoranze viene da un equilibrio tra leggi e valori. é un dibattito senza fine, pensa il giurista.
Nella Tunisia postrivoluzionaria i giovani gay tunisini guardano con perplessità i cambiamenti sociali che hanno accompagnato la caduta dell’ancien régime e come si potrebbe evolvere la loro situazione nel futuro.
Aymen un web designer di 30 anni e Sabir uno studente di 23 anni non sono apertamente gay. Raccontano nonostante questo di essere vittime di stereotipi, giudizi e maltrattamenti. Chiedono riconoscimenti.
I diritti dei gay dovrebbero essere una preoccupazione del governo. In una società che esprime discriminazione e odio verso di noi, non è del rispetto che abbiamo bisogno, ma della protezione della legge, dichiara Aymen.
Altre priorità
Sara, una studentessa di 21 anni ha scelto di restare discreta sulla propria omosessualità. é determinata a lasciare il proprio paese e a trasferirsi là dove la pressione sociale verso i gays sia meno intensa.
Ci sono troppi problemi ai quali dobbiamo far fronte, in modo particolare il fossato generazionale tra genitori e figli e anche l’ipocrisia degli omosessuali stessi.
Nonostante questa constatazione sul carattere intollerante della società tunisina ritiene che non sia il momento di insistere per un cambiamento di mentalità.
La Tunisia ha secondo lei altre priorità sociali. é normale che queste prendano il sopravvento sui diritti dei gay.
Un tale cambiamento non farebbe che rendere ancora più instabile la società in cui viviamo e potrebbe scatenare violenze e insicurezza, sostiene.
Testo originale: Sortir du silence, les défis perilleux des homos de la Tunisie