Sono gay! Solo un ragazzo come tanti
Testimonianza di Ruash
Ruash non è altro che un nome di fantasia, un nome non comune, un nome che serve a celare il mio essere. Mi presento, sono un semplice ragazzo di ventisei anni, una persona per bene come molti, che incontri: nel supermercato, in fila davanti alla cassa di una posta per pagare una bolletta, nelle palestre, dietro una scrivania di un ufficio, insomma nei posti comuni, che si mimetizza tra la folla senza far capire la sua tendenza ad essere attratto dalle persone del suo stesso sesso.
In poche parole, per esempio, io sono stato il figlio voluto da tutti, il bimbo educato, il ragazzo sempre ai primi banchi durante le messe della domenica e che non mancava mai all’azione cattolica, il primo della classe, il rappresentante d’istituto, il figlio diplomato con quasi il massimo dei voti, ed i miei sono stati sempre fieri di me, soprattutto quando i genitori dei miei amici li fermavano per strada e si complimentavano con loro.
Non sono un ragazzo effemminato, non ho sopracciglie rifatte, non vesto stravagante e non ho fatto in gergo il “Coming Out” ovvero non ho dichiarato a nessuno la mia omosessualità, di me lo sanno solo pochi amici, sono come una persona qualunque che ha deciso secondo le sue sensazioni di fare una scelta di vita, vivere serenamente la sua sessualità al dispetto di tutti quei padri di famiglia o di tutti quei fidanzatini modello che, appena gli si presenta l’occasione, li trovi a cercarsi la famosa sveltina nei posti d’incontro più impensati.
La mia omosessualità traspare solo in determinate occasioni, per antonomasia i gay sono sensibili quindi mi commuovo difronte ad un film, sono diplomatico perchè odio le risse, anzi vado fiero di poter dire che non ho mai picchiato nessuno, nemmeno da bambino, amo la natura, gli sport tutti tranne che il calcio, dicono che abbiamo anche stile, ma la ritengo una cosa soggettiva, mentre posso affermare che secondo le teorie dei miei amici, essendo “noi” in una situazione “misteriosa” siamo attratti e sentiamo di più il mistero che ci circonda, quindi mi aggrego a loro dicendo che è gay la maggior parte dei cartomanti di sesso maschile che si vedete in giro (io però, cartomante non lo sono!). Molte, invece, sono le persone si pongono la solita domanda: ma gay ci si nasce o ci si diventa?
Io credo di esserci nato e per esperienza personale posso dire che non ci si diventa, gay ci si riscopre come colui che ha sempre represso la sua parte “diversa”, che ha mentito a se stesso e magari anche alla persona che ha vicino, che in molti casi ha legato a se con il vincolo del matrimonio.
[…] Concludo dicendo questo, un giorno un signore mi confidò un fatto che gli era accaduto poco tempo dopo che si era dichiarato in famiglia, in breve una sua zia saputo della sua omosessualità gli disse: “poverino chissa quanti problemi hai!” e lui fiero di essere gay gli rispose: “io problemi non ne ho! Siete Voi che me li create!”.