I vescovi italiani abbiano il buon senso di non occuparsi delle unioni gay
Comunicato Stampa di Vittorio Bellavite, portavoce nazionale di Noi Siamo Chiesa, del 5 gennaio 2014
“Per quanto ciò possa sembrare incredibile il fatto è all’attenzione di tutta l’opinione pubblica e dei media: ancora una volta la regolamentazione legislativa delle unioni di fatto, etero ed omo, sta diventando l’occasione di uno scontro che minaccia la stessa stabilità del governo.
La Conferenza Episcopale, per bocca di Mons. Enrico Solmi presidente della Commissione CEI sulla famiglia, e l’Avvenire sono scesi in campo, così come hanno fatto nelle scorse settimane contro il progetto di legge sull’omofobia.
Ci troviamo di fronte alle vecchie barricate, quelle fondate sui “valori non negoziabili”? Al solito sono barricate fondate sull’argomentazione che bisogna occuparsi prima di tutto della “vera” famiglia, il resto non è mai urgente.
Ma ci chiediamo allora per quale motivo i cattolici, che governano il paese con le massime responsabilità dal dicembre del 1945, hanno fatto una ben misera politica della famiglia ed anche in tempo di vacche grasse. Al contrario, per esempio, della “laica” Francia.
E ci ricordiamo dell’Appello di Giuseppe Alberigo che, in situazione analoga, il 14 febbraio del 2007 scriveva : “L’intervento della Presidenza della Conferenza Episcopale per imporre ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui “diritti delle convivenze” é di inaudita gravità. Con un atto di questa natura l’Italia ricade nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino…..
Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia”.
Ai nostri vescovi, se davvero sono decisi a scendere in campo con stile ruiniano alla “Family day”, vogliamo chiedere di riflettere bene, di avere un po’ di buon senso e di consapevolezza del momento in cui siamo ora e che è differente da prima. Osserviamo loro che:
– i propositi, avanzati con troppa sicurezza nei convegni di Todi 1 e di Todi 2, di organizzare un consenso “cattolico” si sono rapidamente esauriti;
– l’ipotesi di un centro politico che fosse padrone degli equilibri istituzionali, con la lista di Scelta Civica, non ha avuto successo;
– ma soprattutto e anzitutto papa Francesco ha rovesciato il tradizionale approccio ai problemi della famiglia. Si leggano il testo del suo incontro con i superiori degli ordini religiosi e i problemi reali come sono posti nel questionario proposto dal Sinodo dei vescovi alla discussione dei credenti.
Noi ci aspettiamo e speriamo che il vento “che viene dall’altra parte del mondo “ rovesci nel nostro paese mentalità e prassi pastorali che rendono più difficile l’annuncio della Parola di Dio. La grande maggioranza del popolo dei credenti sta con il vento di papa Francesco.”
NOI SIAMO CHIESA
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