La persecuzione ai gay in Russia, una sfida per le chiese
Articolo di Savitri Hensman* pubblicato sul sito cristiano Ekklesia (Gran Bretagna) l’11 febbraio 2014, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Un forte documentario andato in onda su Channel 4, “Hunted”, mostra il livello dell’odio e della violenza omofobica in Russia. Alla vigilia delle Olimpiadi Invernali di Sochi, il segretario generale delle Nazioni Unite e scrittori di molti Paesi hanno condannato tali abusi dei diritti umani. Le Chiese dovrebbero riconsiderare il loro atteggiamento.
Il pessimo trattamento nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) viene aizzato dai leader della Chiesa ortodossa russa, nel loro generale sostegno al presidente Vladimir Putin e alle sue violazioni dei diritti umani. Tra i cristiani ci possono essere diversi punti di vista sull’etica sessuale, ma perseguitare una minoranza vulnerabile denota mancanza di giustizia e di amore ed è un rifiuto di Cristo.
I gay sono “praticamente servitori del diavolo” ha dichiarato un importante membro del clero, Sergei Rybko, ai documentaristi guidati dalla giornalista investigativa Liz MacKean.
Le conseguenze del fomentare tali atteggiamenti sono stati plasticamente mostrati nel programma Dispatches il 5 febbraio (2014). Le gang scovano, picchiano e torturano i gay, filmando e mettendo online i pestaggi per umiliare ancora di più le vittime e metterle così allo scoperto.
“Se alla gente viene costantemente inculcato che noi siamo… feccia, che siamo dei pervertiti, allora capisco perché quei tizi mi hanno sparato” dice il venticinquenne Dima, che ha perso un occhio; “la stagione di caccia è aperta e noi siamo la preda”.
Una legge (russa) che vieta la “propaganda” pro-gay impedisce alle persone di buona volontà di combattere con successo il pregiudizio e la disinformazione. Tuttavia, come mostra il documentario, alcuni difensori dei diritti umani si stanno mettendo coraggiosamente in gioco.
Nel mondo molta gente, in diversi percorsi di vita, ha preso posizione contro i venditori di odio e la repressione. “Molti atleti professionisti, gay ed etero, hanno fatto sentire la loro voce contro il pregiudizio. Dobbiamo farlo tutti, contro i pestaggi di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali” ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon al Comitato Olimpico Internazionale.
“Dobbiamo opporci agli arresti, alle incarcerazioni e alle restrizioni discriminatorie che devono subire. L’odio, di qualunque tipo, non deve trovare posto nel XXI secolo.”
Più di duecento scrittori, alcuni dei quali russi, hanno firmato una lettera aperta pubblicata nel Guardian del 6 febbraio, in cui affermano che “durante gli ultimi 18 mesi i legislatori russi hanno approvato numerose leggi che sono un cappio al diritto di esprimere liberamente se stessi.
Tre di queste leggi in particolare mettono in pericolo gli scrittori: le leggi sulla cosiddetta “propaganda” gay e quella sulla “blasfemia”, che proibiscono rispettivamente la “promozione” dell’omosessualità e “l’insulto alla religione”, e la nuova criminalizzazione della diffamazione”.
I firmatari esortano le autorità russe ad abrogare queste leggi e creare “un ambiente in cui tutti i cittadini possano sperimentare i benefici del libero scambio di opinioni”. Tra i firmatari troviamo Günter Grass, Salman Rushdie, Margaret Atwood, Wole Soyinka e Ariel Dorfman.
Le Chiese che non approvano la caccia alle persone LGBT in Russia e nel resto del mondo forse possono chiedersi se hanno chiarito le ragioni per credere nei diritti umani per tutti e se hanno educato i loro membri sull’argomento.
Nei convegni ecumenici i leader russo-ortodossi hanno criticato senza mezzi termini le altre Chiese a causa della loro tolleranza verso le relazioni omosessuali, descritte in termini allarmistici.
“Il secolarismo militante” con la sua “schietta distruzione dei concetti tradizionali di matrimonio e famiglia” porta al “nuovo fenomeno di eguagliare le unioni omosessuali con il matrimonio e all’adozione di bambini da parte di queste coppie” disse il metropolita Hilarion di Volokolamsk al Consiglio Mondiale delle Chiese nel novembre 2013.
“Sfortunatamente, oggi non tutte le Chiese cristiane trovano dentro di loro il coraggio per chiarire e rivendicare gli ideali biblici andando contro le mode e ciò che il secolo ci propone” dichiarò Hilarion, presidente del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Tuttavia, è contrario ai valori dell’Evangelo prendersela con le persone vulnerabili e insegnare alla gente ad aborrire il prossimo. Forse le Chiese impegnate nella compassione e nella giustizia per tutti dovrebbero fare di più per chiarire questo punto.
* Savitri Hensman è un’opinionista cristiana che si occupa di politica, economia, società, welfare, sessualità, teologia e religione. È socia di Ekklesia e lavora nel settore dell’uguaglianza e dell’assistenza.
Testo originale: Gay people hunted in Russia: a challenge for churches