Luce e oscurità: come superare il dualismo? (Isaia 9:1-4)
Riflessioni bibliche* di Robert Griffin, Angela Bauer-Levesque e Mary Foulke tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Isaia 9:1-4 ritorna sull’immagine, tipica dell’Epifania, della luce e dell’oscurità e promette la vittoria della luce. Comparando l’oscurità all’oppressione babilonese, il profeta promette luce e liberazione. Si celebra la vittoria e si dividono trionfalmente le spoglie di guerra. Se l’umano sentimento di vendetta è comprensibile, predicare l’oppressione rovesciata è molto problematico.
Come possiamo ascoltare in modo nuovo questi testi così segnati dal dualismo tra luce e tenebra, tra vittoria e desolazione dei nemici? Possiamo immaginarci la liberazione senza trasformarci in oppressori degli oppressori?
I versetti che seguono quelli scelti dal lezionario permettono questa opzione e invitano il popolo alla giustizia e al diritto (“mishpat” e “sedaqa” nel versetto 6), ovvero il concetto olistico dell’agire per il benessere di tutti, preziosissimo nel linguaggio del patto.
Il Salmo 27 (26):1,4-9 riprende l’immagine della luce e loda Dio che “è mia luce” (versetto 1). Ancora una volta la luce si collega alla redenzione di Dio, sufficiente a ogni bisogno umano.
1 Corinzi 1:10-18 continua il passo della scorsa settimana della lettera di Paolo alla chiesa di Corinto, che invita i membri della congregazione ad andare d’accordo tra loro. Era comprensibile, sotto il dominio romano, che la congregazione non si segnalasse all’attenzione delle autorità litigando pubblicamente. Tuttavia, l’invito all’unanimità e all’accordo totale come strategia per le comunità umane è problematico.
I gruppi umani sani possono concordare sul fatto di non concordare, accettare e accogliere le loro differenze invece di obbligarsi a vicenda all’assimilazione. Questa dinamica è importante in particolar modo nella costruzione e nella gestione di comunità LGBT, nelle quali molti e molte di noi portano le ferite e il trauma di essere stati esclusi perché diversi.
– La diversità e le differenze sono molto evidenti nella vostra comunità o chiesa? Chi è invitato? Dove la vostra comunità o chiesa sembra tracciare dei confini?
Matteo 4:12-23 ritorna sul tema del pericolo che corrono i Giudei che proclamano il cambiamento. Giovanni il Battezzatore è stato ucciso a causa della sua attività e Gesù ha paura, tanto che si ritira a Cafarnao. L’autore di Matteo riporta le antiche Scritture, sempre dal libro di Isaia, utilizzando una volta di più il linguaggio dualistico della luce e dell’oscurità per spiegare cosa sta succedendo (versetti 14-16).
La persecuzione romana richiama la passata persecuzione e la resistenza del popolo di Dio in esilio a Babilonia. Ora Gesù raduna pubblicamente dei seguaci per predicare la fine dell’attuale impero. Sa cosa c’è in gioco e va avanti senza troppi tentennamenti. Invita a cambiare vita e a pentirsi. Cosa aspettiamo per interrompere ciò che stiamo facendo e seguirlo su questo sentiero?
– Cosa pensate della parola “pentimento”? Potrebbe essere il risultato di un cambiamento radicale nella vostra vita, nella vostra chiesa, nell’arena pubblica e in quella politica?
La nostra preghiera
Tu Santo
ti incontriamo nell’oscurità
ti vediamo nella luce.
Brilla su di noi.
Facci voltare la schiena
all’interesse egoistico e al privilegio.
Perdonaci e dacci il coraggio
di brillare della tua compassione, della tua giustizia, della tua pace.
Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale: Epiphany through Transfiguration Sunday Year A