Fare coming out per essere onesti con se stessi
Articolo di Daniel Shoer Roth tratto dal sito About.com (Stati Uniti), del 2014, liberamente tradotto da Dino
Non esiste nulla di più gratificante nella vita che essere autentico con te stesso e con le persone che ti amano. Quando te ne stai chiuso nell’armadio non puoi condividere con le altre persone la tua identità, che fondamentalmente consiste in chi tu sei. In altre parole, non sei te stesso. Ti vedi costretto ad innalzare una facciata e a creare una rete di menzogne per tenerla continuamente in piedi.
Mentire è un meccanismo di difesa che all’inizio funziona, ma col tempo logora e può portare alla depressione. Nascondendoti, il messaggio subliminale che dai a te stesso è che non vali abbastanza e questo a sua volta finisce col danneggiare l’autostima.
Un altro problema è che, con tutto questo mentire, cominci a credere alle tue stesse menzogne e allora non puoi vivere pienamente. Essere falsi è un fardello molto pesante.
Una volta che esci dall’armadio puoi essere te stesso e la gente che veramente ti vuol bene finisce col sostenerti.
Uscire dall’armadio spezza le catene perché rimuove dalle tue spalle il peso dell’ipocrisia, la sofferenza e la paura che costringe a vivere nell’ombra. Quando vivi nascondendoti, con l’ansia di essere scoperto e il timore che se ciò avvenisse gli altri ti rifiuterebbero, senza rendertene conto ti trasformi in uno schiavo delle apparenze e di quello che gli altri diranno o penseranno di te.
In altri termini, ti stai sottomettendo a un monolitico modo di pensare della società basato su interpretazioni di testi arcaici. In un paese dove c’è libertà, rimanere nell’armadio significa negare a te stesso questo diritto che ti spetta. Ti incateni ad una falsa realtà, ad una vita piena di ipocrisia. Queste catene si spezzano uscendo dall’armadio e subito provi una sensazione incomparabile di libertà.
Formare una coppia tra due uomini nella clandestinità è possibile, visto che già è avvenuto da secoli e può funzionare. Se si vive insieme, allora dici che l’altra persona è il tuo compagno di stanza: in pratica si deve vivere una menzogna senza poter dimostrare affetto pubblicamente, senza portare il tuo compagno alle riunioni famigliari perché non capiscano (di solito la famiglia già sospetta, ma preferisce non farne cenno).
Ora, quando esci dall’armadio e gli altri conoscono il tuo orientamento sessuale, non dovrai più nascondere il tuo compagno, che potrà accompagnarti dovunque vorrai portarlo. Realizzando un nucleo famigliare forse si potrà anche adottare e, a seconda dello Stato di residenza, contrarre matrimonio. Nulla di tutto questo è possibile rimanendo nell’armadio.
Per quasi tutte le persone omosessuali il percorso dell’auto-accettazione è una sfida perché si devono superare infiniti pregiudizi, non solo quelli che gli eterosessuali hanno nei confronti degli omosessuali ma anche quelli che noi omosessuali abbiamo verso noi stessi.
Quando finalmente uno riesce ad accettarsi, allora arriva un’altra sfida: uscire dall’armadio. Vivere una vita falsa e ingannare le persone amate inevitabilmente provoca ansia e paura di essere scoperti. È una lotta interiore che mettiamo in atto ogni giorno e non è piacevole doversi nascondere come se essere omosessuali fosse una cosa negativa.
Queste tribolazioni cessano una volta che si esce dall’armadio, perché non hai più necessità di nascondere chi sei, cioè un essere umano creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Allora riuscirai a sentirti tranquillo e in pace. Ciò non significa che, a partire da adesso, la tua vita sarà rosea.
È possibile che tu debba affrontare discriminazione, rifiuto e derisione da parte di altre persone intolleranti. Ma l’importante è che, grazie a tale onestà, smetterai di discriminarti e rifiutarti da te stesso.
Testo originale: Cuatro motivos para salir del clóset