Sogno delle Veglie contro l’omofobia che sappiano farci accogliere gli uni gli altri
Riflessioni di Gianni Geraci del Il Guado, gruppo di Cristiani Omosessuali di Milano
In questi mesi in cui, in tante chiese italiane, si fantastica di una “lobby omosessuale che minaccia la famiglia”.
In questi mesi in cui le piazze italiani si riempiono di persone che stanno ferme per ore solo per impedire che venga approvata una legge che estende agli episodi di omofobia le stesse pene che sono già previste per gli episodi di discriminazione e di bullismo per motivi “razziali, etnici, nazionali e religiosi” (cfr. legge 654 del 13/10/1975).
In questi mesi in cui certe norme che non hanno mai creato problemi quando si trattava di difendere le minoranze razziali o le minoranze religiose, vengono denunciate come un “attentato alla libertà di coscienza” quando difendono le minoranze sessuali.
In questi mesi è davvero importante fermarsi un attimo e mettersi insieme a pregare. E’ importante perché, dopo tante parole, è arrivato il momento di fare silenzio e di mettersi in ascolto della voce dello Spirito che parla attraverso la nostra coscienza.
E’ importante perché la preghiera, quando è fatta di silenzio, di ascolto, di lode e di ringraziamento, unisce chi è lontano e aiuta le persone a comprendersi al di là dei loro pregiudizi
E’ importante perché nella preghiera noi affidiamo le nostre intenzioni a un Dio che anche quando non esaudisce i nostri desideri, mantiene le sue promesse e che quindi risponde in maniera più piena e più perfetta ai motivi profondi che ci hanno spinti a chiedergli qualcosa.
Ecco perché, quest’anno più degli anni scorsi, sarà importante organizzare e partecipare a tante veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia. Profetica è stata la scelta del versetto che le accompagnerà. Si tratta di un’esortazione che ci viene dalla Lettera ai Romani, quando, al capitolo 15, Paolo esorta i suoi interlocutori all’accoglienza reciproca e dice: “Accoglietevi gli uni gli altri, come Cristo ha accolto voi”.
E davvero, nelle prossime settimane siamo chiamati a vivere con tutte le nostre forze questo spirito di accoglienza, riunendoci insieme per chiedere al Signore di liberarci da tutte le forme di odio basato sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. E siamo chiamati a vivere questi momenti di preghiera in uno spirito di accoglienza reciproca in quello che mi permetto di raccontarvi come “il mio sogno”.
Vorrei infatti che si trovassero a pregare nella stessa chiesa, gli uni di fianco agli altri, quanti sono preoccupati per la tolleranza sempre maggiore con cui l’omosessualità viene vista in molti paesi europei e quanti, invece, sono preoccupati per gli episodi di intolleranza che ancora persistono in molte parti del mondo e che, purtroppo, provocano sofferenze e vittime anche in Italia.
Vorrei che pregassero insieme quelli che stanno in piedi per ore per protestare contro legge che cerca di tutelare omosessuali e transessuali perché la ritengono un attentato alla libertà di coscienza e quelli che, invece, li accusano costoro di dare nuova forza a un odio nei confronti di omosessuali e transessuali che non si mai spento nella società italiana.
Vorrei che si unissero le preghiere di chi tuona contro le leggi che cercano di riconoscere qualche diritto e di stabilire qualche dovere per le coppie omosessuali e di chi invece è convinto che solo il matrimonio paritario sia la risposta al problema del riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali.
Se riusciremo a incontrarci nelle stesse chiese, se riusciremo a pregare insieme, se riusciremo ad ascoltare la stessa Parola di Dio, sono infatti convinto che, misteriosamente, per l’azione dello Spirito Santo che parla a ciascuno di noi, quell’unica Parola si trasformerà in ciò che ciascuno di noi avrà bisogno di ascoltare: parole di accoglienza e di rispetto, parole di comprensione per le difficoltà che gli altri incontrano quando si trovano di fronte a qualcosa che non conoscono, parole di impegno nel lavorare seriamente per fare in modo che le chiese e le società vivano fino in fondo le esortazioni di Paolo.
Accoglietevi gli uni gli altri, come Cristo ha accolto voi.