‘Out of Order’. Quattro storie di pastori LGBTQ
Articolo in inglese di Peter Luntz, volontario di Gionata, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Più che una storia sulla fede, la religione o i diritti LGBTQ, questa è una storia semplice che parla di esseri umani che desiderano affermare le cose che ritengono giuste, desiderano essere accettati e giocare la carta dell’integrità, del coraggio e dell’onestà.” (Amanda Bluglass, regista).
Possono le persone LGBTQ essere ordinate pastori e pastore? Molte denominazioni cristiane nel mondo oggi lottano con questo problema, mentre altre non lo prendono nemmeno in considerazione.
La Chiesa Presbiteriana degli USA ha formalmente risposto nel 2011 facendo cadere il suo bando ai pastori gay. Questa rimane però una questione irta di difficoltà per molti nella Chiesa, visto che l’omofobia e la transfobia sono lontane dall’essere sconfitte.
Un documentario indipendente di prossima uscita, intitolato Out of Order, racconta le storie uniche di quattro giovani pastori LGBTQ. Il lungometraggio segue i cammini individuali che i pastori creano per se stessi – e la corrispondente reazione della Chiesa – nel vivere la loro vocazione al pastorato nella Chiesa Presbiteriana e la loro lotta per essere accettati. Abbiamo intervistato il regista del film e uno dei protagonisti per fare il punto sulla situazione dei pastori LGBTQ.
Uno dei protagonisti del film è la reverenda Mieke Vandersall, 37 anni. Mieke è attualmente direttrice esecutiva di Presbyterian Welcome, un gruppo non-profit di New York che promuove il cammino verso il pastorato per tutti a prescindere dall’orientamento sessuale o l’identità di genere.
La reverenda ha creato tre programmi: il Future Pastors Retreat (Ritiro per futuri pastori), che ha formato più di cento leader LGBTQ presbiteriani, Not So Churchy (Chiesa ma non troppo), una nuova comunità di culto che ha attirato l’attenzione della denominazione come modello di congregazione emergente, e un programma giovanile per gli LGBTQ e i loro alleati della Chiesa Presbiteriana e oltre.
Oltre alla reverenda Mieke il film presenta il pastore ventisettenne e apertamente gay John Russell Stanger, ordinato nel 2013, Alex McNeill, 31 anni, che ha fatto la sua transizione da femmina a maschio contemporaneamente all’iter per il pastorato, e Kate LeFranc, 31 anni, che oltre ad essere una pastora apertamente queer è anche artista e appassionata di roller derby.
Amanda Bluglass, regista britannica, ex giornalista della BBC, prevede di completare la produzione nel settembre 2014. Quando le abbiamo chiesto di descrivere il progetto, Bluglass ci ha spiegato che Out of Order parla di una grande lotta che stanno affrontando molte Chiese cristiane negli USA, una lotta che evidenzia profonde divisioni a proposito dell’ordinazione di pastori e pastore omosessuali e del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nonostante sia una delle più grandi denominazioni del protestantesimo storico in America, la Chiesa Presbiteriana declina di anno in anno riguardo al numero di membri. Alcuni incolpano la diffusa accettazione delle persone LGBT, espressa recentemente nel 2011 nella modifica della regola che impediva l’ordinazione di pastori omosessuali. Altri guardano con rabbia quello che considerano solo la punta dell’iceberg. Non ci vorrà molto perché arrivi un’altra riforma, quella che permetterà il matrimonio omosessuale.
Nel frattempo, i candidati omosessuali hanno difficoltà ad essere assunti. L’omofobia sta bloccando l’ordinazione dei candidati queer? E perché i pastori LGBTQ dovrebbero essere le guide spirituali di una chiesa che non li accoglie? Nella ricerca di risposte, Out of Order esamina l’intolleranza nascosta e il rifiuto silenzioso all’opera tra i banchi delle chiese d’America e rivela alcune persone che hanno preso in mano la propria vita.
La reverenda Mieke ebbe molto giovane un sentore della sua vocazione. “Ero al primo anno di liceo quando mi accorsi che potevo avere la vocazione al pastorato. La Chiesa era diventata molto importante per me, era un luogo che mi proteggeva e mi formava, e cominciai a pensare che forse avrei voluto lavorare tutta la vita nella Chiesa. Durante gli anni di liceo quella chiamata cominciò a prendere forma e passai anni a esplorare la teologia, il modo in cui essa dà forma alla nostra prassi. Seppi allora che dovevo essere una pastora.
Feci coming out mentre ero all’università, nello stesso periodo in cui la Chiesa Presbiteriana emanò la sua più recente clausola discriminatoria che proibiva l’ordinazione delle persone LGBTQ. Seppi allora che dovevo lavorare per cambiare la Chiesa perché potessi lavorare per la Chiesa che tanto amavo.
La mia chiamata divenne più chiara e ho impiegato il mio ruolo non solo per cambiare le regole della Chiesa ma soprattutto per essere una pastora per coloro che molto hanno sofferto a causa di queste regole.”
La reverenda Mieke incontrò la regista Amanda Bluglass per caso a una festa nel 2012. “Non ci conoscevamo ma lei era attratta dalla mia storia e dal lavoro che stavamo facendo per i futuri pastori LGBTQ.
Una cosa tira l’altra e incontrai di nuovo Amanda e la sua équipe al ritiro [per i futuri pastori LGBTQ] che organizziamo ogni anno. Prima di allora il ritiro era anonimo al 100% ma lavorammo con ciascuno e ciascuna per stabilire se fosse un problema comparire nel film. È stato bello vederli viaggiare nei nostri cammini per due anni durante i quali la vita si è spiegata. Non vedo l’ora che il mondo possa vedere il film.”
In conclusione, la reverenda Mieke ha risposto a tre domande dirette.
In che modo risponde alla domanda provocatoria posta nel film? [Perché accettò consapevolmente i termini della chiamata quando sapeva che essere lesbica le impediva di essere pastora secondo il regolamento? Non fu una cosa disonesta, allora?]
Questa domanda mi è stata posta più volte, in vari modi. In realtà il regolamento della Chiesa Presbiteriana non mi impediva di essere ordinata secondo la mia concezione, e quella di molti altri, di quello che era all’epoca tale regolamento.
La Chiesa decise che ero vocata all’ordinazione e facemmo quel cammino insieme. Inoltre Cristo ci invita ad abbattere le regole ingiuste più che a sottometterci ad esse. La mia ordinazione è collegata alla chiamata che Cristo mi ha rivolto di agire secondo le mie convinzioni cristiane.
Qual è la posizione attuale della Chiesa Presbiteriana a proposito delle persone LGBT, le relazioni e il matrimonio omosessuali e l’ordinazione di pastori e pastore LGBT?
Le persone LGBTQ posso venire ordinate nella mia Chiesa. Finalmente la cosa è stata chiarita una volta per tutte. Tuttavia, al momento, alle coppie dello stesso sesso non è permesso sposarsi. Se un pastore o una pastora officia le nozze di una coppia dello stesso sesso c’è la possibilità che la sua ordinazione venga revocata. Nonostante questo molti pastori e molte pastore, me inclusa, hanno officiato matrimoni omosessuali perché crediamo che sia una cosa buona e giusta, un atto cristiano.
Come vedete il futuro per le persone LGBT nella Chiesa Presbiteriana e nelle Chiese cristiane in generale negli Stati Uniti?
Penso che in alcuni luoghi sia viva la speranza di una piena partecipazione delle persone LGBTQ nella mia Chiesa e nelle Chiese cristiane in generale. In molti luoghi le cose stanno andando nella giusta direzione. Tuttavia registriamo anche delle significative reazioni anti-LGBTQ in molte denominazioni cristiane. Solo con il tempo e molta pazienza la Chiesa cristiana nel suo complesso sarà il luogo di accettazione che tanti di noi desiderano.
Amanda Bluglass prevede di distribuire il documentario ai festival cinematografici e di renderlo disponibile per l’acquisto online in tutto il mondo.
Sito del film: www.outoforderdoc.com – Teaser: http://vimeo.com/63082964