La chiesa cattolica brasiliana fa un passo verso il riconoscimento delle unioni gay
Articolo di Aglaé de Chalus pubblicato sul sito cattolico La Croix (Francia) il 29 maggio 2014, libera traduzione di Marco Galvagno
Leonardo Ulrich Steiner, il segretario generale della conferenza episcopale (brasiliana) riconosce il bisogno di un sostegno legale alle coppie gay. La questione è trattata con molta prudenza in seno alla potente chiesa brasiliana.
“Bisogna dialogare sui diritti di vita comune tra persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme. Hanno bisogno di un riconoscimento legale da parte della società”.
Il Vescovo monsignor Leonardo Steiner, segretario generale della conferenza episcopale brasiliana ha dichiarato queste parole in un’intervista a Globo, il più grande quotidiano brasiliano.
Per Arnoldo Adnet uno dei fondatori di Diversité catholique (Diversità cattolica), un gruppo di cattolici omosessuali, questa dichiarazione è un passo avanti importante e inedito della chiesa cattolica verso il riconoscimento dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.
Tuttavia un anno fa la conferenza episcopale brasiliana si era opposta alla risoluzione che autorizzava i matrimoni gay e trasformava le unioni stabili, una sorta di pac brasiliano iniziato nel 2011, in un vero e proprio matrimonio.
Mons Antonio Dias Duarte vescovo ausiliario di Rio sottolinea che monsignor Steiner “non si è pronunciato a favore del matrimonio gay. La chiesa brasiliana come le altre chiese vi si è opposta.
Ma ha ricordato che le persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme devono essere protette dallo Stato, come tutti gli altri cittadini, ma questa unione non deve essere assimilata al matrimonio”.
Una questione sempre più trattata.
La questione omosessuale è trattata con molta prudenza in seno alla conferenza episcopale brasiliana, ma da qualche mese sono stati fatti dei passi avanti.
L’anno scorso una nota della conferenza episcopale brasiliana insisteva sull’importanza dell’accoglienza da parte della chiesa delle nuove situazioni famigliari ad esempio quella dei bambini adottati da persone celibi o da coppie dello stesso sesso che vivono in unione stabile.
In gennaio il prete star Fabio do Melo ha preso posizione in tv in favore dell’unione civile per gli omosessuali. Più recentemente a fine aprile in occasione del gay Pride l’arcidiocesi di San Paolo ha affermato di essere solidale con le associazioni che difendevano le persone omosessuali dalle discriminazioni e dalle violenze di cui sono ancora vittime.
Arnaldo Adnet vede nelle dichiarazioni di monsignor Steiner la conseguenza di ciò che ha confidato il Papa ai giornalisti tornando a Roma “Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà chi sono io per giudicarla?”.
“Molti preti e vescovi mostrano apertura mentale quando si discute dei gay in privato, ma si rifiutano di farlo in pubblico. Papa Francesco ha aperto la strada perché altri rappresentanti della chiesa possano prendere posizione più liberamente”.
“C’è ancora molta omofobia in Brasile” si rammarica Marcelo Cerqueira, presidente del gruppo gay di Baia, che ha contato ben 312 assassini di gay e travestiti nel paese, nel solo 2013.
“Le dichiarazioni del Papa e quella di monsignor Steiner vanno nella direzione giusta. Aprono un nuovo spazio di accettazione. Questo secolo sarà quello dell’integrazione”.
Testo originale: L’Église brésilienne fait un pas vers la reconnaissance de l’union civile des homosexuels