Nel Levitico solo la condanna dell’omosessualità non passa mai di moda
Riflessione pubblicata sul blog Journal d’une lesbienne catholique (Francia) il 27 agosto 2008, libera traduzione di Marco Galvagno
La condanna più chiara dell’omosessualità nella Bibbia appare in un versetto del Levitico: “non giacerai con un uomo come con una donna, è un abominio (Levitico 28,22); “se un uomo giace con uomo come lo si fa con una donna, compiono un’azione abominevole, saranno puniti con la morte, il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitico 20-13).
Bisogna oggettivamente ammettere che queste frasi condannano l’omosessualità in maniera inequivocabile. Sono i riferimenti più espliciti della Bibbia, ma non gli unici sull’omosessualità. Avremo il tempo di esaminarli ulteriormente, certo noi lesbiche potremmo metterci il cuore in pace, perché riguardano solo gli uomini.
Ma su questo punto come su molti altri, si tratta di una influenza del contesto storico. Nella società antica il saffismo
era già condannato, dato che la donna non poteva avere un ruolo attivo nella relazione sessuale.
Avevano il compito di occuparsi del focolare domestico e assicurare una discendenza al marito. Parlavo del contesto storico, perché bisogna tenere conto che l’antico testamento (di cui il levitico fa parte) vuole sottolineare la rottura con la società greco-romana. In questa società l’omosessualità maschile era molto praticata ed era un segno di potenza e potere.
I romani che possedevano schiavi potevano avere relazioni con eunuchi. In questo contesto l’atto sessuale diventava un’umiliazione e quello che non aveva altre possibilità doveva sottomettersi. Si potrebbe dire che queste pratiche sono la prova che l’uomo è per natura bisessuale e che i desideri omosessuali sono naturali.
Nell’Israele di quel tempo la volontà era quella di creare una rottura con la società pagana dell’epoca. E’ molto probabilmente per questa ragione che l’omosessualità è condannata nel levitico. Il riferimento alla pena di morte è la conseguenza dell’atto stesso, la pena capitale era la pena più diffusa a quell’epoca.
Il nuovo testamento ci illumina sul fatto che l’omosessualità è condannata nello stesso modo di altre pratiche frequenti nella società dell’epoca e con la quale il cristianesimo vuole rompere. Bisogna sapere che la città greca di Corinto in epoca romana era conosciuta per la corruzione e l’immoralità che vi facevano da padrone.
Era ancora così quando San Paolo vi fonda la sua chiesa. Nella prima lettera ai Corinti (6, 9- 10) fa una lista di coloro che saranno esclusi dal Paradiso. “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non sbagliatevi ne gli idolatri, ne gli adulteri, ne gli effeminati, ne i pederasti, ne gli accaparratori, ne gli imbroglioni, ne gli ubriaconi erediteranno il regno di Dio”.
San Paolo voleva fare pressione sugli abitanti della città che sembravano essere votati ad un avvenire oscuro. La necessità di rompere con la civiltà greco romana è dunque molto presente nei testi. Ma oggi non è più attuale.
Questa prescrizione che riguarda gli omosessuali è desueta, ma contrariamente a ciò che si fa con le altre prescrizioni del levitico, su questo punto, la chiesa non molla.
Testo originale: L’homosexualité dans le Lévitique (1): un peu d’Histoire !