Dall’Africa a Roma. La conferenza “Le strade dell’Amore” e i cristiani LGBT? Intervista a David Musonda (Dette Resource Foundation, Zambia)
Intervista di Silvia Lanzi (Progetto Gionata)*
Dall’Africa all’Italia. Il 3 di ottobre David Mosunda sarà presente alla conferenza internazionale “Le strade dell’amore”.
Per conoscere meglio la sua fondazione, le sue attività e gli obiettivi, ho chiesto a David, dell’organizzazione Dette Resource Foundationd dello Zambia, di rispondere ad alcune domande.
Cos’è Dette Resource Foundation?
Dette Resource Foundation (DRF) è un’organizzazione cristiana non-governativa la cui visione è quella di “avere una società dove sono rispettati i diritti umani di tutti, senza distinzione di condizioni socio-economiche, idee politiche, razza, differenze culturali e credo religioso. Per raggiungere questo scopo, si perseguono obiettivi specifici. DRF cerca di fare ciò collaborando con istituzioni religiose, civili, sociali e nazionali che hanno i nostri stessi obiettivi”.
Si occupa di diritti civili in generale? O solo di quelli LGBT? E’ una onlus laica, vero?
L’attestazione dello Zambia come nazione cristiana e la conseguente inclusione di questo assunto come preambolo della costituzione fa di Dette Resources Foundation un’organizzazione non-governativa che fa criticamente sue le risposte cristiane ai bisogni della società.
Dette Resources Foundation guarda al principio biblico dell’amore, al ruolo che i cristiani devono avere e alle persone marginalizzate della società. Il cristianesimo e la sessualità umana chiamano ad cambiamento di visuale nei confronti delle persone LGBT. Dette Resources Foundation crede che queste ultime abbiano bisogno di amore e protezione da parte di tutti gli esseri umani. DFR è ugualmente coinvolta in attività umanitarie presso il più grande ospedale dello Zambia, quello dell’Università dello Zambia, e nella comunità.
Ci parli di qual è la situazione di gay e lesbiche in Africa?
In Africa, lo Zambia è uno dei trentotto Paesi che ha reso illegale l’omosessualità. La legge anti-gay ugandese ha contribuito al dibattito nell’intera Africa e ha spinto i cristiani a pregare e proteggere i valori e le culture del continente da presunte forze occidentali. Lo Zambia, nel preambolo della costituzione, si definisce una nazione cristiana. La sua procedura penale e lo stesso codice penale svantaggia le persone marginalizzate.
La sezione 155 e la 158 del codice penale e della procedura penale, in vigore dal 1931, criminalizzano, in Zambia, le offese innaturali o la sodomia con l’incarcerazione fino a quattordici e sette anni rispettivamente. Alcuni settori della società hanno protestato la vaghezza del tutto e hanno chiesto al governo di imporsi con pene più rigide e severe e rendere pubblica la propria posizione. Questa è la richiesta di molte nazioni africane.
La Commissione per lo Sviluppo delle Leggi ha iniziato una totale revisione dei capitoli 87 e 88 del codice penale e delle leggi dello Zambia. L’impulso della nostra difesa è il riconoscimento della travolgente violenza emotiva e della persecuzione religiosa delle persone LGBT in Africa che nasce dall’interpretazione che certi telepredicatori fanno dell’episodio di Sodoma e Gomorra e da alcuni cristiani che vedono negativamente le persone LGBT.
Perché un’organizzazione no-profit sostanzialmente laica, ha deciso di partecipare ad una conferenza religiosa?
Dette Resources Foundation crede fermamente che la Chiesa possa influenzare il cambiamento dei sistemi di governo, di qui la necessità di coinvolgere le Chiese nell’aiutare il mutamento della visuale che la società ha nei confronti delle persone LGBT.
Nel dedicarsi a questo problema c’è necessità di educare i leader religiosi a schierarsi contro l’odio, la riduzione a stigma e la discriminazione attraverso gruppi di potere governativi.
In Zambia alcuni leader, sia politici che religiosi, stanno promuovendo attivamente l’odio nei confronti delle minoranze sessuali. Il ruolo di leader ecclesiastici ben preparati e quello di diffondere odio con discorsi contro le persone LGBT e anche di influenzare i politici ad impegnarsi a fondo in questo senso.
In Zambia non ci sono servizi legali per le persone LGBT. È un argomento che necessita di essere inglobato in quello più ampio dei diritti umani. La reazione iniziale, negativa, rispetto all’HIV pandemico in Zambia, è stata ricevuta con ostilità.
La società ha avuto una reazione di giudizio nei confronti delle persone infette e delle loro famiglie. Ciò ha diminuito la dignità e l’autostima delle persone malate con il risultato che esse negano e nascondono il loro stato. La reazione nei confronti delle persone LGBT certo non le aiuta ed è simile a quello nei confronti del flagello dell’HIV.
C’è bisogno di un cambiamento di paradigma per l’Africa, specialmente per quanti si dicono cristiani. Dobbiamo iniziare a guardare le persone, i cui diritti sono dati da Dio, da un punto di vista umano c’è bisogno di allontanarsi da un modo moralistico di vedere le persone LGBT. Ogni persona può essere positiva per la società, quando è amata; un caso emblematico è la trasformazione di alcune persone con l’HIV da persone che negano la propria malattia a persone positive, che combattono contro la pandemia. Le persone LGBT hanno bisogno di amore, comprensione e protezione, dal momento che sono care a Dio.
Alle persone LGBT è spesso negato il diritto ad un uguale accesso al lavoro e alle risorse economiche, sulla base di meri sospetti. Gruppi di persone percepite come diverse sono discriminate, stigmatizzate e maltrattate.
Cosa ti aspetti dalla conferenza di Roma?
Dette Resources Foundation è entusiasta e ha voglia di partecipare e di imparare dalla saggezza che verrà condivisa durante la conferenza per poi usare le informazioni per costruire solidarietà tra le persone di fede, promuovere il dialogo, sottolineare e rispettare la diversità nei vari contesti e raggiungere gli obiettivi comuni di uguaglianza, spiritualità e giustizia.
* Un grazie ad Andrea Rubera per l’aiuto prestato per la realizzazione dell’intervista.