Tutto nella mia testa. Il mio coming-out
Testimonianza* pubblicata su Zagay l’8 luglio 2010, liberamente tradotta da Sonia
Inizia sempre nello stesso modo. Tu sei giovane, alcuni diranno anche troppo. Sei impacciata, hai come l’impressione di essere l’unica. Provi sensazioni strane, ma ti hanno insegnato che non sono cose giuste. Allora taci. Fai finta di niente, aspetti.
E dopo vai sui forum e vedi che non sei la sola. Non scrivi, hai paura che ti riconoscano. Non dici niente ma lasci degli indizi. Poi un giorno ne hai abbastanza, sei irritata. Dormi male, ti arrabbi per niente. Sbatti tutto, urli e trattieni le lacrime. Perché ti hanno insegnato ad essere grande, a non far vedere le debolezze.
Perché non sei più un bambino. Allora salti l’ennesimo pasto, accendi la televisione. Fai zapping e trovi un film che non hai mai visto. Non capisci la trama.
Ma quella ragazza, che urla con tutta l’aria che ha nei polmoni, ti fa male. E alla fine piangi. Allora scrivi questo testo, senza sapere se un giorno lo posterai e decidi di mostrare un minimo di quello che sei, almeno su questo sito.
Perché?
Per sopravvivere bisogna scrivere sempre. E’ una domanda che mi frulla nella testa, viene e va in lungo e in largo, dalla sera alla mattina, da mezzogiorno a mezzanotte. Ho impiegato un po’ di tempo. Ho passato delle notti in bianco a torturarmi, come se ciò potesse cambiare qualche cosa. Ho preso un po’ di tempo e oggi ho accettato. Sono innamorata anche io. Fa male. Ne voglio uscire, ecco.
Io sono come tutti, con le paure e le pene, con la gioia e le invidie. Comincio il mio piccolo cammino verso l’omosessualità ed è solo l’inizio. Vorrei dire anche a tutti i giovani che sono persi come lo sono stata io e come lo sono ancora (poiché suppongo bene che non siete capitati per sbaglio su questo sito, si dico a te, dietro il tuo schermo!) che niente è perduto.
Siamo giovani. Abbiamo tutta una vita davanti ed è facile perderla. Anche se al momento di dirlo si ha paura di scoppiare e si ha l’impressione di non riuscire più a guardare la persona negli occhi come prima.
Tutti questi «Anche se … », scordateli. Dopo è molto più facile vivere. Si, io credo che sia questo: ci si sente vivi. E soprattutto non scordartelo: i veri amici non giudicano. Mai.
* Una giovane ragazza di 16 anni ci racconta coraggiosamente il suo cammino verso l’accettazione del suo orientamento sessuale.
Testo originale: Mon coming-out : tout dans ma petite tête …