Gridare la propria fede di persone LGBT a una folla ostile (Atti 2:14, 36-41)
Riflessioni bibliche* di Deborah Appler e Kathy McCallie tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
In Atti 2:14, 36-41 Pietro, il discepolo di Gesù, sta affrontando delle grandi difficoltà. Dopo la crocifissione di Gesù abbandona la sicurezza della stanza chiusa dove si nasconde con gli altri discepoli, incluse le donne e i fratelli di Gesù (Atti 1:14).
La stessa folla che ha crocefisso Gesù rappresenta una minaccia per questo piccolo gruppo spaventato e arroccato in se stesso, che si riunisce in una stanza al piano superiore.
Eppure i seguaci di Gesù emergono con coraggio, ripieni ora di Spirito Santo, e affrontano i Giudei di Gerusalemme. Pietro predica Gesù Cristo come il Messia risorto: un messaggio che certamente affretterà la crocefissione del discepolo!
Gettando benzina sul fuoco, Pietro afferma che la folla è responsabile della morte di Gesù. Può darsi che, a questo punto, lui e gli altri discepoli debbano abbassarsi di scatto per evitare di essere colpiti da qualche pietra. Invece, ecco che accade un miracolo. Invece di difendersi con la violenza, la folla dei Giudei rimane colpita. “All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore…” e chiedono “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (versetto 37).
La risposta di Pietro suona “Pentitevi – cambiate radicalmente”. Salvatevi da questa generazione perversa i cui frutti sono dolore, intolleranza e tutti quei comportamenti che continuano a “crocifiggere Cristo”. Il miracolo è che gran parte della folla cambia davvero!
Troppo spesso noi lesbiche, gay, bisessuali e transgender ci troviamo a dover affrontare grandi difficoltà. Viviamo in città e paesi in cui gli abitanti e i pubblici ufficiali non hanno timore a sparlare di noi o a trattarci ingiustamente. Protestiamo, e le nostre parole provocano ulteriore ostilità oppure cadono nel vuoto. Come se ciò non bastasse, il cambiamento sembra non arrivare mai.
Il cambiamento radicale che ha luogo in risposta al sermone di Pietro, invece, è immediato. Talvolta, quando ogni speranza sembra perduta, la folla prima sorda improvvisamente apre il suo cuore e accetta vasti cambiamenti sociali. Lo possiamo vedere nel numero crescente di stati che emanano leggi per proteggere la comunità gay.
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– Quando siamo stati testimoni, nelle nostre comunità, di cambiamenti sociali sorprendenti o così radicali che sembravano quasi impossibili?
La risposta al sermone di Pietro ci ricorda che dobbiamo sempre avere il coraggio di parlare chiaro e forte contro l’ingiustizia, per quante difficoltà possiamo incontrare. Lo Spirito Santo conosce il modo di cambiare i cuori.
Il salmista, nel Salmo 115 (116):1-4, 12-19, proclama il suo amore per Dio perché egli ha ascoltato e risposto ai suoi bisogni. Le parole di questo cantore pieno di gratitudine ci ricordano le molte vie attraverso le quali Dio ci procura la salvezza; egli si china in continuazione su di noi, ascolta le nostre più profonde angosce e poi agisce.
In risposta, il salmista dice “Adempirò i miei voti al Signore” (versetto 18). Forse il cantore in passato non ha adempiuto le sue pratiche religiose? Forse è rimasto scoraggiato. Come la nostra comunità sa bene, può essere difficile rendere culto quando i “lacci degli inferi” (versetto 3) ci intrappolano.
Ora però il salmista può cantare perché ha assaporato la giustizia di Dio. Il cuore arde di passione e il salmista grida di gioia perché il servo di Dio può spezzare le sue catene (versetto 16). Quando il nostro cuore arde della passione per la giustizia, è salutare per noi gridarlo forte. Parlare a voce alta costituisce una risposta fedele alle azioni che Dio compie per noi.
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– In che modo teniamo ardente la nostra passione per Dio e per la sua giustizia nella comunità LGBT?
Le cose del cuore sono strettamente unite anche in Luca 24:13-35, quando sulla strada per Emmaus i cuori dei due discepoli ardono nel petto mentre ascoltano le parole profetiche del Cristo resuscitato. Questo forse è il più misterioso dei racconti di resurrezione, dato che i due viandanti sembrano pensare che colui che si unisce a loro sia una persona qualunque; pare che Gesù abbia celato le sue sembianze.
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– Secondo voi, perché l’identità di Gesù non viene immediatamente rivelata? Secondo voi, perché Gesù non è “uscito allo scoperto” con questi due discepoli?
L’incontro sulla strada per Emmaus e la relazione che ne segue è simile all’intimità che si approfondisce quando degli sconosciuti diventano amici. Quando uno posa l’occhio sull’altro, le informazioni che possiede sono limitate. L’abbigliamento e il modo di porsi possono dire qualcosa ma la nazionalità, la situazione sentimentale e l’orientamento sessuale vengono fuori solo durante una genuina conversazione.
Spesso la nostra identità LGBT non viene colta dagli sconosciuti che incontriamo; così, come i discepoli che ancora non riescono a scoprire l’identità dello sconosciuto, noi ci scambiamo racconti e storie per decidere se vogliamo fidarci oppure investire tempo per conoscerci meglio.
I discepoli condividono con Gesù le loro esperienze a Gerusalemme durante la crocifissione.
Anche quando Gesù risponde citando i profeti, i discepoli non lo riconoscono. Eppure qualcosa, forse il petto che arde (versetto 32), li induce a invitare Gesù alla locanda con loro. Gesù accetta l’invito e, mentre spezzano il pane insieme, la sua identità viene rivelata.
Spezzare il pane insieme può aprire la strada all’amicizia e all’intimità. Attraverso questo gesto il pasto comune diviene sacro, possiamo costruire la fiducia, imparare ad essere solleciti verso il nostro prossimo e sentirci abbastanza fiduciosi per rivelarci in tutta la nostra pienezza.
L’Evangelo chiama la comunità LGBT e la comunità etero a venire alla mensa per mangiare, ridere, gridare, amare.
La nostra speranza in Cristo è che, nella condivisione del pasto, noi possiamo co-creare un mondo che ci accetti come Dio ci ha creati. Quando ci apriamo e cerchiamo davvero di conoscere “l’altro” – che, come noi, incarna Cristo – forse che i nostri cuori non arderanno di gioia?
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La nostra preghiera
Fa’ che i nostri cuori siano ripieni di Spirito, o Cristo.
Fa’ che possiamo ardere di passione per te
e per il tuo popolo su tutta la Terra.
Possa la nostra passione accendere
fiamme di giustizia e speranza
dove non c’è speranza ma dolore.
Possa il calore del nostro fuoco essere un segno
della tua compassionevole presenza nel mondo.
Nel nome del Cristo Risorto
Amen
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* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
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Testo originale (PDF): Ash Wednesday, Lent and Easter through Pentecost Sunday Year A