Il Sinodo sui sacramenti ai divorziati e sui gay non riesce a decidere per il cambiamento
Articolo di Andrea Tornielli pubblicato su Vatican Inside il 18 ottobre 2014
Città del Vaticano. I padri sinodali hanno votato e approvato questo pomeriggio il testo della «relatio Synodi» il documento finale del Sinodo straordinario sulla famiglia convocato da Francesco. Un’assemblea che per volere del Papa ha lavorato con grande libertà, confrontandosi veramente sui problemi, senza percorsi precostituiti o precotti.
Il testo è stato votato in ogni suo paragrafo: i vescovi e gli altri membri del Sinodo si sono espressi su ciascuno dei 62 numeri, con un voto elettronico che prevedeva soltanto l’opzione «placet» o «non placet». Per l’approvazione dei testi era necessaria la maggioranza dei due terzi dell’assemblea.
Il paragrafo sulla questione più dibattuta, la possibilità di cambiare la disciplina sull’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati, che presentava le due posizioni emerse, non ha ottenuto i due terzi dei voti, attestandosi a 104 favorevoli e 74 contrari. La stessa sorte è toccata al testo sui gay, che ha ottenuto 118 placet e 62 non placet.
Il Papa ha deciso di pubblicare tutto il testo completo, e di riferire ai giornalisti anche i singoli voti di tutti i paragrafi, così da comprendere la dimensione del consenso dei singoli punti, evidenziando il dibattito.
Ha ottenuto i due terzi dei voti (155 contro 19) il punto nel quale si legge: «Anche le situazioni dei divorziati risposati esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discriminati e promuovendo la loro partecipazione alla vita delle comunità. Prendersi cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della sua fede e della sua testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale, anzi essa esprime proprio in questa cura la sua carità».
Ecco il paragrafo sulla questione più dibattuta sui sacramenti ai divorziati risposati, che ha ottenuto 104 sì e 74 no: «Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati risposati accedano ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. Diversi padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’eucaristia e la comunione con la Chiesa e il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile.
Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari e a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta si casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste.
L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuati, dato che “l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate” da diversi “fattori psichici oppure sociali” (Catechismo della Chiesa cattolica, 1735)».
Infine, ecco il nuovo testo relativo alle persone omosessuali, che ha ottenuto la maggioranza assoluta ma non i due terzi: «Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. “A loro riguardo di eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione” (Congregazione per la dottrina della fede)».
È da notare, per capire quanto sia sensibile questo argomento, che non ha ottenuto i due terzi neanche un testo che di fatto ripropone il Catechismo della Chiesa cattolica e un testo del Sant’Uffizio.
Ci sono dunque punti controversi, che non avendo raggiunto la maggioranza qualificata non possono essere considerati testi proposti dal Sinodo. Ma siccome si tratta di un testo ancora di lavoro, sul quale si dovranno confrontare le Chiese locali nel prossimo anno, Francesco ha voluto pubblicare tutto.
Ed è comunque significativo che ci fosse una maggioranza assoluta disposta ad approfondire e discutere.