Sono marito e padre gay. Sono a un bivio, che faccio?
Email inviataci da Paolo, risponde don Luca
Mi chiamo Paolo e ho 56 anni; sono sposato e padre di un’adorabile figlia di 18 anni. Ho avuto una vita felice, se non fosse che ho sempre cercato di tacere le pulsioni per il mio stesso sesso. Da bimbo guardavo la serie tv “rin tin tin” e più che il protagonista mi piacevano i soldati a cavallo. Dentro di me c’era qualcosa che mi turbava, ma non capivo cosa. Alle elementari un ragazzino più grande cominciò a toccarmi, mi piaceva.
Nell’adolescenza con un mio coetaneo ho scoperto il sesso. Vivevo tutto ciò con frustrazione, da un lato mi piaceva e dall’altro sentivo il peso dell’educazione cattolica. Mi dicevo che sbagliavo e, più mi trattenevo più le pulsioni diventavano insostenibili.
In tutti gli anni della mia gioventù li ho vissuti alternando i rapporti gay con la ricerca di “normalità” (ragazze). Non ho mai avuto il coraggio di dirlo né ai miei, né hai miei amici, temevo il loro giudizio.
A 35 mi sono innamorato e sposato, ho avuto famiglia. Per 2 anni non sentivo nessun’altra tentazione, ma una sera una persona alla quale diedi un passaggio in auto risvegliò le mie pulsioni. Da allora è stato un alternarsi di rapporti fugaci, confessioni e ricadute.
Il senso di colpa enorme; da 7 anni sono casto grazie alla preghiera assidua e le ripetute confessioni. Ma la mia vera natura bussa tutti i giorni; per placare queste voglie guardo saltuariamente siti gay e mi masturbo, però mi sento sempre in colpa. Non so cosa fare. Scusate se sono stato prolisso. Grazie della vostra presenza. Che Dio vi benedica!!
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La risposta…
Caro Paolo, che gran casino… Vedi c’è una bellissima formula nel rito del matrimonio indiano che fa dire agli sposi “non sono più io… ma noi”. Perché il matrimonio è questo: prendersi cura dell’altro e amarlo come fossi io pur essendo noi.
Nel matrimonio metto mia moglie/mio marito al pari mio, se non prima di me. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, etc. etc. non sono frasi dette tanto per dire o inserite per fare un po’ di scena.
E il problema di molte coppie è che non hanno mai riflettuto sulla profondità di quello che dicono.
Tu sei omosessuale e ti sei sposato con una donna: male, molto male.Hai mentito a te stesso, alla tua famiglia, ai tuoi amici. Ma soprattutto hai mentito alla donna che hai al tuo fianco e che magari ha creduto e crede profondamente in questo amore.
Cosa è giusto fare ora? E’ giusto che tu viva la tua natura mandando all’aria il matrimonio, magari spezzando il cuore di tua moglie? E’ giusto che tu sopprima quello che sei e continui a fingere?
Non so darti una risposta… Di certo le scappatelle di nascosto con uomini non risolvono il problema ma semmai lo accentuano. Potrei dirti: sapevi quello che facevi sposandoti, lo hai fatto comunque e quindi se hai voluto la bicicletta ora devi pedalare. Ma non lo farò.
Vorrei dirti di parlarne con tua moglie e di vedere insieme come riuscire a salvare questo matrimonio… ma non so se sia la cosa giusta. Credo che la cosa migliore da fare sia provare a sentire uno psicologo che ti aiuti a capire e vivere questa difficile situazione. Da parte mia ti prego solo, qualunque sia la tua scelta, di tenere presente che la donna che hai al tuo fianco ha creduto e crede in questo amore da 22 anni, hai una figlia… ricorda nel matrimonio non sono più io ma noi.
Coraggio caro amico. Ti ricordo nella preghiera.
don Luca