A Bologna abbiamo vegliato perché l’amore vinca il pregiudizio
Testo letto dal gruppo In Cammino nella veglia per le vittime dell’omofobia del 4 aprile 2008 tenutasi nella Chiesa di San Giovanni Battista di Calamosco di Bologna
Anche noi del gruppo in cammino, credenti omosessuali di Bologna, “vogliamo ricordare Matteo e ciò che il suo drastico gesto denunciò allora e lo ricordiamo alla vigilia del quarantesimo anniversario della morte di Martin Luther King, il pastore battista che ha pagato con la vita l’impegno per superare il pregiudizio e la paura”.
Per “vincere con l’amore i pregiudizi e le discriminazioni che ancora feriscono e creano sofferenze a tanti di noi. Con questo spirito, desideriamo ringraziare Dio per averci creato così come siamo e per averci dato la possibilità di testimoniare il suo Amore nella varietà di relazioni d’amicizia e di amore che ci chiama a vivere”.
Il 4 aprile dello scorso anno (ndr 2007) un ragazzino di Torino, Matteo, si è ucciso. Era tormentato dai compagni di scuola per la sua, presunta, omosessualità. Un piccolo gruppo cristiano di Firenze organizzò un incontro di preghiera per commemorarlo e per richiamare l’attenzione delle comunità cristiane sulla violenza che nasce dal disprezzo per le diversità. L’iniziativa fu condivisa da altri gruppi cristiani e il 28 giugno 2007 si celebrarono veglie di preghiera in numerose città italiane.
Come gruppo In Cammino aderimmo a questa iniziativa, sentendoci in ciò in comunione con la chiesa cattolica che, nel suo catechismo, condanna ogni violenza. Avremmo voluto che quella veglia si svolgesse in una parrocchia, ma il clima cittadino anche allora, con la sua rissosità, con l’atteggiamento di sospetto di tutti verso tutti, rischiava di stravolgere le nostre intenzioni.
Provammo quindi ad accogliere l’esortazione di S. Paolo, censurammo anche un gesto lecito, se c’era il rischio che fosse di scandalo ai fratelli. Ma grazie ad una famiglia amica e a don Giovanni che fece da tramite, ricevemmo il calore di quell’accoglienza su cui avevamo scelto di riflettere.
Anche quest’anno, a Bologna vogliamo ricordare Matteo e ciò che il suo drastico gesto denunciò allora e lo ricordiamo alla vigilia del quarantesimo anniversario della morte di Martin Luther King, il pastore battista che ha pagato con la vita l’impegno per superare il pregiudizio e la paura.
“Io ho sempre davanti a me un sogno … che un giorno questa Nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali (…) e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli esseri viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza” (Martin L. King)
E’ questa anche la nostra speranza: vincere con l’amore i pregiudizi e le discriminazioni che ancora feriscono e creano sofferenze a tanti di noi. Con questo spirito, desideriamo ringraziare Dio per averci creato così come siamo e per averci dato la possibilità di testimoniare il suo Amore nella varietà di relazioni d’amicizia e di amore che ci chiama a vivere.
E’ a Lui che ci rivolgiamo perché consoli tutte le vittime, quando siamo noi e quando sono le nostre; perché perdoni tutte le violenze e le divisioni di cui siamo capaci; perché converta i nostri cuori e ci renda inventori di cammini di riconciliazione e di gesti di pace; perché ci insegni ad accoglierci gli uni gli altri come lui ci accoglie e ci cerca sempre, sia che torniamo laceri e affamati -per avere tutto dissipato- e offendiamo il suo amore aspettandoci solo un posto da servi, sia che gli voltiamo le spalle indispettiti perché il nostro puntiglioso servizio non ci sembra sia stato ben retribuito.
Grazie stasera alla comunità e a ciascuno in essa che ci ha aperto le braccia dell’accoglienza. Grazie agli amici che hanno accolto il nostro invito e sono qui per condividere questa preghiera, grazie a quelli che non hanno potuto, ma sappiamo esserci uniti.
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