E’ caccia all’omosessuale in Senegal e non resta che la fuga per salvare la vita
Articolo tratto da Rewmi.com del 9 Febbraio 2008, traduzione di Erica
In Senegal sono finiti i tempi in cui i “travestiti” facevano i maestri di cerimonie durante i matrimoni, i battesimi, le manifestazioni politiche o sociali. L’omofobia montante, incoraggiata e scatenata dai religiosi locali ed appoggiata da larghi strati della popolazione, rende sempre più difficile la vita agli omosessuali “visibili” e ai transessuali, non rimane che la fuga all’estero per non rischiare il linciaggio. Come annuncia un giornale senegalese che, con tono sprezzante, si chiede quando ogni omosessuale si arrenderà "all’evidenza? Cioè che non è più al sicuro a Dakar, dove dei religiosi hanno perfino affrontato la Polizia, per fustigare gli omosessuali?”.
Pape Mbaye si arrenderà all’evidenza? Cioè che non è più al sicuro a Dakar (ndr capitale e maggiore città del Senegal), dove i religiosi hanno perfino affrontato la Polizia, per fustigare gli omosessuali? Dopo essersela cavata per un pelo, al matrimonio di una della sua amica M. Sanè a Gibilterra, Pape Mbaye c’è dovuto passare, ancora una volta.
E’ avvenuto a Centenarie, venerdì scorso, vicino all’agenzia della Società Generale delle Banche in Senega e si è salvato solo grazie all’intervento di qualche anima sensibile che ha richiamato la folla che aveva cominciato a pestarlo, senza ritegno.
Era sceso da un Taxi vestito un boubou (abito lungo tipico ndt) molto effeminato e con i suoi due cellulari per partecipare ad una cerimonia che aveva luogo lì vicino, era il più giovane degli omosessuali arrestato e poi liberato dalla Divisione degli investigatori criminali (Dic), ma è stato subito linciato dalla folla. E’ stato necessario “nasconderlo” in una casa per, subito dopo, trovargli un Taxi con cui fargli discretamente abbandonare quei luoghi.
Alcune fonti confermano che, dopo questo incidente, Pape Mbaye ha affermato che abbandonerà per sempre il Senegal. Alcuni parlano di una sua partenza imminente per il Gambia, dove l’accoglierà, senza dubbio a braccia aperte, la sua “maman”, Néné Diallo.
Oltre a Pape Mbaye anche Serigne Mbaye, che prima partecipava ad ogni tipo di cerimonia ha avuto quello che si meritava. Era sabato scorso, a Nord Foire, dove la figlia di Sofia Kama, sorella di Mansour Kama, battezzava suo figlio. Una fonte ci informa che Serigne Mbaye, che era stato fino ad allora la prima donna delle cerimonie, non è stata più di venti minuti al battesimo.
“Quando è venuto tutti erano stupiti dalla sua faccia tosta, proprio lui che avrebbe dovuto nascondersi. Lo fissavano e alla fine, ha capito che non era il benvenuto. E’ stato allora che a testa bassa ha lasciato quei luoghi, anche perché alcuni avevano cominciato a minacciarlo”, confida una persona presente a quel battesimo.
Come dire, dunque, che sono finiti i tempi in cui i “travestiti” facevano i maestri di cerimonie durante i matrimoni, i battesimi, le manifestazioni politiche o sociali. Tra gli omosessuali identificati o ricercati dalla Divisione degli investigatori criminali (Dic), alcuni hanno già lasciato il Senegal, come Ousmane Cissé e il suo “sposo” Jonas.
Articolo originale (sito esterno)
L'homosexuel Pape Mbaye échappe à la mort à Dakar: Il a été pris à partie par une foule à Gibraltar