I gesuiti aprono la discussione sul riconoscimento delle coppie gay
Articolo di Zita Dazzi tratto da Repubblica del 30 Maggio 2008
Su “Aggiornamenti sociali”, la rivista della Compagnia di Gesù, si è discusso nel numero di giugno 2008 se "si può sostenere la disciplina giuridica del legame stabile tra due persone dello stesso sesso sulla base non della sua specifica connotazione sessuale, ma della sua rilevanza sociale e costituzionale?". Una domanda "su cui ha riflettuto un gruppo di studiosi di diverse discipline (etica filosofica e teologica, diritto, scienze sociali). L'obiettivo dichiarato era di contribuire a comprendere meglio, nelle sue molteplici dimensioni e alla luce delle indicazioni del Magistero, una questione controversa e a identificare spazi di dialogo tra opinioni contrapposte".
Milano – I gesuiti aprono agli omosessuali e definiscono «scelta giustificabile» quella del riconoscimento giuridico del «legame tra persone dello stesso sesso». Lo sostengono con un articolo di oltre venti pagine sul numero di giugno di "Aggiornamenti sociali", rivista della Compagnia di Gesù, diretta da padre Bartolomeo Sorge, politologo, scrittore, grande esperto della dottrina sociale della chiesa.
Il problema è analizzato sotto il profilo dottrinale, giuridico, psicologico, storico, sociale. La conclusione è che «il riconoscimento giuridico, quale presa d´atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell´altro stabilmente è contributo alla vita sociale».
Al centro San Fedele di Milano, sede della rivista, spiegano che «lo scopo dell´intervento è quello di aprire uno spazio di dialogo e di confronto sereno, fuori dalle strumentalizzazioni politiche» su un tema molto controverso all´interno del mondo cattolico e della società.
L´articolo mette in fuga subito le possibili obiezioni da parte di chi sostiene che il riconoscimento legale delle coppie gay potrebbe minare le fondamenta del matrimonio tradizionale, cioè l´unione fra un uomo e una donna: "La centralità sociale del matrimonio è collegata al compito della generazione ed educazione di nuovi individui". Anzi "pare difficile" che riconoscere "alcuni diritti fondati su una continuità di una convivenza e di una relazione affettiva" possa portare a una "svalutazione" della famiglia tradizionale o a una rivoluzione sociale.
Per i gesuiti, la richiesta degli omosessuali per ottenere il riconoscimento legale trova sostegno nell´articolo 2 della Costituzione "il quale prescrive che alla persona debbano essere riconosciuti diritti inviolabili e imposti doveri inderogabili sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità".
Quanto alla scelta della forma giuridica di riconoscimento, l´articolo propende per la mera registrazione della convivenza, senza manifestazione di consenso proprio per evitare di "introdurre modelli paralleli a quelli matrimoniali".
Da Aggiornamenti Sociali del giugno 2008
Gruppo di studio sulla bioetica, "Riconoscere le unioni omosessuali? – Un contributo alla discussione", pp.421-444
"Si può sostenere la disciplina giuridica del legame stabile tra due persone dello stesso sesso sulla base non della sua specifica connotazione sessuale, ma della sua rilevanza sociale e costituzionale? Questa la domanda su cui ha riflettuto un gruppo di studiosi di diverse discipline (etica filosofica e teologica, diritto, scienze sociali). L'obiettivo dichiarato è di contribuire a meglio comprendere, nelle sue molteplici dimensioni e alla luce delle indicazioni del Magistero, una questione controversa e a identificare spazi di dialogo tra opinioni contrapposte".
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