Corri Billy e non ti fermare
Recensione di Andrea Parodi tratta da La Stampa dal 1 febbraio 2007
Un libro pubblicato in America nel 1974 che esce in Italia solo nel 2007. Un piccolo cult che ho letto tutto d’un fiato… lo consiglio a chi piacciono le belle storie d’amore… e non solo. E’, soprattutto, la storia di un’ingiusta discriminazione e di una profonda sofferenza, dove l’amore è l’elemento collante, non quello che divide. Racconta di un’atleta gay Billy Sive, personaggio mai esistito nella realtà, che nasconde un piccolo segreto.
Non solo è omosessuale, ma vive una relazione sentimentale con il suo allenatore. Nella storia l’ autrice riporta tutte le esperienze che si è fatta raccontare da veri atleti omosessuali, gay e lesbiche, mai venuti allo scoperto per evitare problemi e discriminazioni. Questo libro fu uno scandalo nella società americana degli inizi degli anni ’70, figuriamoci in Italia, che nello stesso anno in cui usciva negli USA, era spaccata in due sul tema del divorzio. Ma non è che oggi la situazione sia tanto cambiata.
In America è stato etichettato come un semplice “romanzo gay”. Quando è uscito, nel 1974, è diventato subito un libro culto, adorato e venerato dalla comunità omosessuale americana, ripudiato e criticato dalla società del tempo. Non lo sapevano ancora, ma sarebbe stato uno dei più grandi successi editoriali di ogni tempo. E’ stato tradotto in nove lingue (compresi il Giapponese, il Danese e l’Estone) e ha venduto quasi 11 milioni di copie. “La corsa di Billy” (Fazi Editore, Pag. 330, Euro 15), traduzione italiana del più celebre “The Front Runner”, però, non è solo la storia di un amore diverso.
E’, soprattutto, la storia di un’ingiusta discriminazione e di una profonda sofferenza, dove l’amore è l’elemento collante, non quello che divide. “The Front Runner” racconta di un’atleta gay, Billy Sive, personaggio mai esistito nella realtà, ma nato dall’idea di Patricia Nell Warren, che per dipingere il suo personaggio si è ispirata a Steve Prefontaine, il leggendario corridore statunitense dei primi anni ’70. Prefontaine non era gay, ma Billy lo incarna alla perfezione.
Il ragazzo è indicato dalla critica come la speranza americana per le Olimpiadi del 1976 per i 5.000 e i 10.000 metri. Ma nasconde un piccolo segreto, che presto la Federazione di Atletica Americana scopre: non solo è omosessuale, ma vive una relazione sentimentale con il suo allenatore, un’atleta ex marine già cacciato da una precedente scuola per quei suoi gusti sessuali così non convenzionali.
Nella storia la Warren riporta tutte le esperienze che si è fatta raccontare da veri atleti omosessuali, gay e lesbiche, mai venuti allo scoperto per evitare problemi e discriminazioni. L’autrice, in pratica, mette sotto gli occhi degli americani quello che gli stessi statunitensi volevano nascondere: che un atleta gay è un’offesa alla virilità nazionale.
Billy Sive, così come accaduto ai suoi veri colleghi, si troverà di fronte una marea di ostacoli da parte della Federazione. Non lo vogliono alle Olimpiadi, perché preferirebbero rinunciare a un oro sicuro, piuttosto che metterlo al collo di un atleta così vergognoso, che non solo non fa mistero del suo segreto, ma spiattella senza alcun problema, a chi glielo chiede, che la sua palestra è anche la sua alcova.
Senza mai cadere nella volgarità Patricia Nell Warren realizza un piccolo ritratto autentico, ma difficile da capire e comprendere agli occhi di chi ne ignora l’esistenza. “Il problema dell’omosessualità nello sport è un tabù che in America non è ancora crollato del tutto” – ha detto la Warren – “il coming out avviene più facilmente per gli atleti degli sport individuali come il pattinaggio artistico o il nuoto, molto difficilmente per gli sport di squadra: avvenne nel 1975 per il giocatore di football americano David Kopay, che infatti trovò difficoltà a concludere la carriera”.
Il suo libro fu uno scandalo nella società americana degli inizi degli anni ’70, figuriamoci in Italia, che nello stesso anno in cui usciva negli USA, era spaccata in due sul tema del divorzio. Non è che nel 2006 la situazione sia tanto cambiata. Nell’ottobre scorso dalle pagine della Gazzetta dello Sport un’intervista all’on. Grillini (esponente dei DS e presidente dell’Arcigay) proponeva il problema dell’omosessualità nel calcio. “Un arbitro e una ventina di calciatori nella serie A”, disse.
Ma la provocazione fu subito dimenticata, esplodendo come una bolla di sapone. Del resto, il libro arriva in Italia con un ritardo preoccupante, 34 anni, e un motivo ci sarà…
Patricia Nell Warren, La corsa di Billy, Fazi Editore, 2007, pagine 340
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