Mi chiamo Kamel, sono arabo e gay
Testimonianza di Kamel (Marocco) tratta da kelma.org, tradotta da Daniele A. Vitali
Io sono arabo ed omosessuale!! Ha l’aria di un paradosso, ed è proprio questo il motivo della mia sofferenza, che sono condannato a subire in silenzio, un silenzio atroce, crudele… Con ogni evidenza, l’omosessualità è esistita, esiste ed esisterà sempre in una società orientale come la mia, ma viene tollerata soltanto se coperta dal riserbo più assoluto!!!
Cari gay d’Europa, vi invidio e saluto la vostra lotta per far valere il vostro diritto a vivere al di là delle differenze; la vostra lotta è giusta e trionferete; ne sono certo. Buona continuazione e non scordatevi di pensare a noi, gay di un altro mondo: un mondo che ostacola e condanna la differenza. Pensate a noi: questo è forse il nostro unico conforto!
Mi scuso anzitutto con i cari lettori del web che si imbatteranno in questo messaggio per il tono che ho usato: forse lo troverete troppo amaro o troppo triste, ma conto sulla vostra indulgenza e sulla vostra comprensione.
La mia storia potrà sembrare semplice, forse banale agli occhi di un europeo che vive in una società aperta e i cui usi si sono con il tempo liberalizzati, di certo non del tutto ma il più è ormai fatto.
Io sono arabo ed omosessuale!! Ha l’aria di un paradosso, ed è proprio questo il motivo della mia sofferenza, che sono condannato a subire in silenzio, un silenzio atroce, crudele… Con ogni evidenza, l’omosessualità è esistita, esiste ed esisterà sempre in una società orientale come la mia, ma viene tollerata soltanto se coperta dal riserbo più assoluto!!!
Ma come si può vivere una sessualità normale, o anche soltanto una vita normale, se non la si può nemmeno gustare, come mi sembrerebbe esser legittimo, nella gioia di scegliere il proprio partner sessuale – o, più semplicemente, il proprio partner? È vero che l’introduzione di Internet ha, in un certo senso, “rivoluzionato” le tradizioni marocchine: il Marocco è infatti il paese in cui l’uso di Internet si è maggiormente affermato, rispetto agli altri paesi africani e arabi.
Ma questo non cambia l’essenza del problema; è una questione di mentalità e non di mezzi tecnici, e la tecnologia, ne converrete, non può che ridurre soltanto un poco quella sofferenza e frustrazione dei gay, e lo fa conferendo loro uno spazio di comunicazione con tutti i gay del mondo; e, credetemi, Internet ha portato una vera boccata di ossigeno a tutti noi.
Ciononostante, il rovescio della medaglia è che questo stesso mezzo rischia di accrescere le nostre frustrazioni, dal momento che la libertà scompare nel momento in cui si esce dal mondo virtuale e artificiale (almeno per noi) di Internet, riportandoci alla normalità, ovvero all’amarezza e alla tristezza.
Vivere nella solitudine, la più grande solitudine… questo sembra essere il mio destino; né la mia famiglia, né i miei amici, né la società in cui vivo accetteranno mai l’idea che il loro figlio, così colto, educato, e con in tasca un diploma universitario si è macchiato di un’ “eresia” come l’omosessualità.
Cari gay d’Europa, vi invidio e saluto la vostra lotta per far valere il vostro diritto a vivere al di là delle differenze; la vostra lotta è giusta e trionferete; ne sono certo. Buona continuazione e non scordatevi di pensare a noi, gay di un altro mondo: un mondo che ostacola e condanna la differenza. Pensate a noi: questo è forse il nostro unico conforto!
Kamel (Marocco)
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