Una lesbica “spirituale”, un controsenso per una credente mormone?
Riflessioni di Chela pubblicate sul sito della rivista Affinity (Stati Uniti), Ottobre 1998, pp. 2-6, liberamente tradotte da Daniele A. Vitali
Sono Lesbica e per 40 anni ho creduto a ciò che mi era stato insegnato, lo misi in discussione soltanto quando iniziai a mettere in discussione anche la mia sessualità; a quel punto, dovetti così rivedere ogni cosa. Capii che la mia relazione con Dio si basava sulla finzione. Avevo vissuto la maggior parte della mia vita facendo finta di essere qualcuno che non ero al fine di piacere a Dio, alla Chiesa e alla famiglia. Fu allora che decisi di scoprire i miei “Comandamenti di Fede” per vedere il modo in cui vivevo la mia religione giorno per giorno. Perché se non ci fossero scritture, o profeti, o religioni nel mondo, che cosa crederesti, tu, nel profondo del tuo animo?
In questo intervento vorrei descrivere la spiritualità come la relazione personale che ognuno di noi instaura con la divinità. Definire una persona “spirituale” significa dunque definirla “vicina a Dio”, secondo la mia definizione. Poiché io sono sicuramente lesbica, quello a cui aspiro è di essere una lesbica “spirituale”.
La mia è la quarta generazione di una famiglia di Mormoni. Il nonno di mia madre, ovvero il mio bisnonno, Jesse Nathanial Smith, era il cugino di Joseph Smith, il fondatore della Chiesa Mormone.
I miei bisnonni da parte materna e paterna fecero entrambi parte dei fondatori dei mormoni. Si potrebbe dire che sono una mormone “fino al midollo”. Crescendo, non ho mai messo in discussione né la mia spiritualità né lo scopo ultimo della mia vita.
A 14 anni, seguii l’esempio del mio cugino predecessore e, un giorno, me ne andai nei boschi a pregare. Stringendo in mano una copia del Libro di Mormon, chiesi a Dio se la mia Chiesa fosse nel giusto. Ricevetti una prova inconfutabile che lo era.
Per 40 anni ho creduto a ciò che mi era stato insegnato nella mia famiglia e a scuola e lo misi in discussione soltanto quando iniziai a mettere in discussione anche la mia sessualità; a quel punto, dovetti così rivedere ogni cosa. In quel periodo, scoprii infatti che in tutti quegli anni di catechismo, scuola, seminari, istituto, incontri spirituali, conferenze…c’era qualcosa che mi era sempre sfuggito di mano.
Nel vivere la mia vita come mormone, “l’unica vera Chiesa” era diventata “l’unica Chiesa dell‘unica verità”; “evita il male” era diventato “appari buona ad ogni costo”; “l’inganno non porta la felicità” era diventato “se sei infelice, allora sei falsa”; “vieni e seguimi” era diventato “conformismo”. Vi sono molte altre scoperte che feci, ma vi risparmio la storia del mio intero coming out.
Per farla breve: non ero felice. Avevo capito che la mia relazione con Dio si basava sulla finzione. Avevo vissuto la maggior parte della mia vita facendo finta di essere qualcuno che non ero al fine di piacere a Dio, alla Chiesa e alla famiglia. Non sapevo più cosa ritener giusto di pensare.
Dopo circa sei mesi di studio, di esperimenti, di preghiera e contemplazione, giunsi così al mio credo personale, quello che chiamo i miei “Comandamenti di Fede” – un po’ come la Wentworth Letter, la lettera in cui Joseph Smith indicò le basi della fede mormone.
Il mio credo nacque inizialmente come risposta ad un’e-mail di un amico. A quei tempi, avevo infatti diversi amici a distanza con i quali iniziai il mio coming out: parlavamo di religione e fede, condividendo le nostre esperienze. “Tu sei cresciuta nei Mormoni ma sei lesbica; in cosa credi, dunque?” era una delle domande più ricorrenti. Questa è la mia risposta. Ma, prima, una precisazione. Michelle, ovunque tu sia, ti prego di non offenderti. Come ogni credo personale, questo è valido soltanto per le mie azioni, per il modo in cui io vivo la mia religione giorno per giorno.
Spero che rispetterai questi comandamenti di fede e li considererai riservati esclusivamente a me e non determinanti per la vita o il credo di altre persone. Ok, ci siamo.
Ecco un estratto dei “Comandamenti di Fede” di Chela:
1. Credo che lo scopo della mia vita sia quello di viverla pienamente per come io sono, “essendo ciò che posso essere senza alcuna finzione”.
2. Credo che la verità sia la medicina di ogni male e che l’onestà sia la strada migliore.
3. Credo di avere una scintilla del divino, uno spirito in me che sappia darmi la conoscenza di ui ho bisogno per raggiungere lo scopo della mia vita (cfr. il n.1, ovvero seguire la propria coscienza).
4. Credo che ogni cosa in natura sia divino e possa aiutarmi a capire come vivere pienamente (cfr. il n.1).
5. Credo che la religione sia personale e non necessiti di essere condivisa con gli altri. Ognuno è libero di pregare chi desidera, nel modo e nel luogo che ritiene più opportuno. Non è necessario che altri preghino come me o con me.
6. Credo che l’odio, il pregiudizio, l’invidia, la gelosia, la violenza, l’arroganza e la disonestà impediscano di raggiungere lo scopo della mia vita (crf. il numero 1).
Nel caso in cui vi foste scordati il comandamento numero 1: Credo che lo scopo della mia vita sia quello di viverla pienamente per come io sono, “essendo ciò che posso essere senza alcuna finzione”.
7. Credo che l’amore, la compassione, la gentilezza, il perdono, la gentilezza, il rispetto e la verità aiutino a raggiungere lo scopo della mia vita (cfr. il numero 1).
8. Credo che io, ovvero l’essenza di me stessa, esisterà per sempre.
Vi sono molti altri comandamenti nel mio credo, naturalmente, ma non voglio rubare del tempo a Collie e Del che hanno cose molto interessanti da dire. Raccomando questo esercizio a chiunque stia dubitando della propria spiritualità.
Se non pensi di avere una relazione con la divinità, e ti chiedi quanto tu in effetti sia vicino a Dio, trovati un momento e un posto tranquillo e prova a scrivere quello in cui tu e tu solo credi.
Se non ci fossero scritture, o profeti, o religioni nel mondo, che cosa crederesti, tu, nel profondo del tuo animo? Su cosa baseresti le tue credenze? Nel dare una risposta a questa domanda, amici miei, troverete in cosa consiste la vostra spiritualità. Grazie..
Articolo originale: Is a Spiritual Lesbian an Oxymoron, an Oxymormon?