A Cagliari la mia settimana particolare contro l’omofobia
Riflessioni di Davide del gruppo di omosessuali cristiani di Cagliari, 29 maggio 2011
Anche a Cagliari si è celebrata dal 15 al 22 Maggio la settimana contro l’omofobia. Io personalmente ho partecipato a due iniziative: la veglia di preghiera per ricordare le vittime dell’omofobia, organizzata domenica 15 Maggio dalla Chiesa Battista e dal gruppo di riflessione su fede e omosessualità (di cui faccio parte), e la manifestazione contro l’omofobia, organizzata con il concorso di tante associazioni, ma con lo speciale contributo dell’Arc (associazione glbt di Cagliari).
Forse sino a qualche tempo non sarebbe stato possibile che tante persone si incontrassero per offrire alla città una così bella testimonianza del proprio essere, del proprio desiderio di amare ed essere riconosciuti.
Sembra proprio un concreto segnale di cambiamento. E’ così bello, è davvero così…
Anche se il pensiero corre alle tante persone che il cammino del gruppo ci sta facendo incontrare, che portano la testimonianza del proprio dolore, della propria affettività costretta in un deserto di solitudine, rifiutata dagli uomini, e – così gli sembra di percepire – da Dio. Una sofferenza silenziosa, dalla quale ancora oggi tanti di noi non riescono a liberarsi…
Alla Veglia abbiamo cercato di ricordarli nella nostra preghiera. In fondo, chi come me si è confrontato con lo stesso difficile percorso di accettazione, continua a chiedere al Signore, nel suo sguardo caldo e accogliente, di lavare via le tracce dell’omofobia, impresse nel cuore fin dall’infanzia.
“Liberaci dall’omofobia” sono state le semplici parole che racchiudono il senso più bello della Veglia… Ci hanno guidato in una bella atmosfera, in cui sembrava davvero percepirsi l’abbraccio Divino verso ogni uomo, il sereno desiderio di scoprire nella propria interiorità un mondo mai troppo esplorato, la possibilità di amare un altro essere umano nel sorriso di Dio, a prescindere dal sesso, o dai tanti confini che noi uomini spesso tracciamo.
Abbiamo aperto la Veglia con una lettura dal Vangelo di Matteo, il tratto del discorso della Montagna in cui Gesù predica a chi cerca la Sua strada di essere la luce del mondo (Mt 5,14-16).
In quante occasioni della Storia, la cui eco sinistra giunge fino a noi, chi assurdamente pretendeva di custodire in maniera esclusiva la Verità cristiana, ha invece gettato gli uomini nel buio dell’angoscia…
A titolo personale vorrei esprimere un mio sogno: che noi cristiani, di ogni orientamento affettivo, possiamo essere realmente luce del mondo, insieme a tutti gli uomini di buona volontà di ogni credo e confessione, e che pur nei nostri comprensibili limiti umani non ci permetteremo più di offuscare le infinite possibilità di amore che sono aperte a tutti gli uomini…
Per simboleggiare questa volontà, tutti coloro che affrontavano le letture lasciavano acceso un cero, un simbolo di Luce.
Il passo successivo è stata la confessione del peccato di omofobia, accompagnati da una lettura dal Vangelo di Matteo, laddove, attraverso il racconto teologico del Giudizio universale, si invita a riconoscere nel volto dei deboli, simboleggiati da chi ha fame e sete, è straniero, nudo, ammalato, prigioniero, il volto stesso di Gesù (Mt 25, 31-46) .
Sulla traccia di alcune bellissime musiche, abbiamo poi ricordato David Kato Kisule, un attivista ugandese che cercava di contrastare la crudele legge contro l’omosessualità approvata recentemente nel suo paese, e che è stato ucciso senza pietà il 26 Gennaio del nostro 2011.
Credo che questa testimonianza ci abbia riportato alla cruda realtà che coinvolge molti paesi del mondo, in cui l’omosessualità, sebbene sia doloroso dirlo, è considerata un vero e proprio reato ed è crudelmente punita persino con la pena di morte.
Subito dopo, la pastora della Chiesa Battista, Cristina, ha compiuto una bellissima riflessione sul versetto scelto quest’anno per le Veglie celebratesi in ogni parte d’Italia: “Dio mi ha insegnato a non chiamare alcun uomo profano o impuro” (At 10,28), inserendolo anche nel contesto del brano di origine.
A conclusione di questo momento, ne è venuto uno non meno toccante. Abbiamo proiettato un commovente passaggio del film “Prayers for Bobby” che, uscito recentemente, ha riscosso vastissimi apprezzamenti.
Il film narra la storia vera di Mary Griffith, madre di un ragazzo gay e che nella prima fase del film nutre una religiosità molto rigida e dispregiativa nei confronti dell’omosessualità. I suoi tentativi di “curare” il figlio Bobby, di cambiare la sua natura, lasciano in lui delle tracce indelebili, che lo portano fino al drammatico gesto del suicidio.
Mary, anche grazie all’incontro con il pastore Whitsell, che gli infonde fiducia in un Dio di amore, e gli suggerisce un modo diverso di leggere e lasciarsi accompagnare dalle Scritture, in seguito alla morte del figlio compie un profondo cambiamento interiore, fino a esporsi pubblicamente nella battaglia per i diritti gay.
Durante la Veglia abbiamo proprio mostrato il momento in cui Mary, sotto la pioggia battente, si presenta nella Chiesa del reverendo Whitsell, in lacrime e strozzata dal dolore per la morte del figlio.
Un ragazzo del gruppo ha poi letto una sua commovente lettera dedicata a Bobby e a tutti i ragazzi che, non sopportando un peso così grande, hanno rinunciato alla vita.
E’ seguìto un toccante momento di preghiera in cui molti hanno condiviso i propri pensieri, e la visione di alcuni passaggi del film “Due volte genitori”, realizzato dall’Agedo (associazione dei parenti e amici di persone omosessuali), che mostrandoci le difficoltà con cui questo tema viene vissuto in famiglia ci ha quasi invitato a impegnarci, a prendere coscienza della dolorosa realtà.
In segno di riconciliazione, al termine della Veglia ci siamo stretti in cerchio, abbracciandoci l’un l’altro, e formando insieme una rete con tanti nastri colorati, accompagnati dal alcune splendide parole di Martin Luther King, che invitavano ad allargare le nostre prospettive oltre i confini dettati dalla fede, dal colore della pelle, da mille altre ragioni che allontanano ingiustamente gli uomini.
La ciliegina sulla torta è stato aver cantato tutti insieme, per finire, la canzone “Andrea” di de Andrè, accompagnati dalla chitarra.
Canzone che racconta in modo molto poetico la storia d’amore di due soldati nella prima guerra mondiale, purtroppo conclusasi con la morte di uno dei due. E’ proprio vero che cantare in gruppo avvicina gli uni agli altri, e crea fin dal primo accordo un’atmosfera di condivisione, di serenità.
La Veglia mi ha lasciato soprattutto l’impressione che questa Domenica di Maggio ci siamo incontrati, se posso dire così, per un sincero bisogno di trovare riposo nel Signore, e nella condivisione. Solo il Dio che ama tutti, quasi fossimo ciascuno Tutto e piccolissima parte al tempo stesso… E che ci chiede solo di non nasconderci questa sua vicinanza a ciascun uomo…
E allora forse possiamo trovare riposo proprio in Lui dall’ostinazione di chi stenta a riconoscere in ciascuna relazione d’amore una realtà buona e benedetta, dalla solitudine e dall’individualismo che rendono sempre più fredde e asettiche le nostre città, dall’egoismo…
La Veglia è stata un’emozione forte, specialmente per me che fino a poco tempo fa avevo vissuto in completa e spesso dolorosa solitudine quest’aspetto della mia vita, ma non è bastata una settimana ed ecco arrivare un’emozione non meno intensa.
Chi se l’immaginava che a Cagliari fossero presenti qualche migliaio di persone pronte a girare per il centro storico contro l’omofobia? E’ stata veramente una bellissima serata…
Non avevo mai provato questa sensazione così profonda di non essere solo, resa ancora più bella dal vedere tante persone, persino famiglie, provenienti da storie diverse, tutte insieme.
Mi è persino capitato di veder sfilare alcune persone del mio paese d’origine, una ragazza mano nella mano con un’altra… Avessi saputo prima di non esser solo!
Una cosa che mi ha ferito è vedere che molte persone presenti esprimessero il loro diniego verso la religione, e in particolare la Chiesa Cattolica.
Non perché trovi ingiusto puntare giustificatamente il dito verso una potente istituzione che non riconosce la dovuta dignità delle persone omosessuali e dei loro sentimenti, ma perché ho il forte dispiacere che, laddove mi sembra di vedere una nuova storia d’amore che cerca di scrivere le sue parole nel mondo, persone che recuperano la propria libertà tenuta in prigione per secoli interi, la propria gioia di camminare a testa alta, non ci sia traccia della Chiesa più importante nel nostro paese, che essa non abbia nulla da dire su tutto questo se non parole squalificanti e assurde che lasciano solo un sapore amaro in bocca, a parte eccezioni lodevoli e meravigliose…
Dov’è l’antica e nonostante tutto sempre viva Luce del mondo?
Chissà se con il nostro gruppo potremo lasciare una piccola goccia nel mare, che sia d’aiuto a chi vorrà avvicinarsi e condividere il nostro cammino…
Stiamo cercando di indirizzare le nostre attività prima di tutto a un cammino di condivisione e mutuo aiuto, nonché vicinanza e accoglienza di tutti; ma vorremmo anche, in futuro , cercare di allargare le nostre prospettive, attraverso incontri ed iniziative pubbliche che gettino una nuova luce su questa tematica.
L’invito è rivolto a tutte le persone toccate direttamente o indirettamente dal tema “fede e omosessualità”.
Potete trovarci su facebook, nel gruppo “omosessuali cristiani a Cagliari” o presso l’email gaycristianicagliari@tiscali.it. Non esitate a contattarci!