A Chieti va in scena la sacra omofobia di Forza Nuova
Riflessioni di Massimo Battaglio
Di solito non scriviamo articoli per segnalare un unico episodio di omofobia ma è il caso di fare un’eccezione. Quanto avvenuto a Chieti dopo e durante il pride a cura dei militanti di Forza Nuova supera ogni limite e induce a una riflessione seria.
I fattacci hanno accompagnato tutto lo svolgimento della giornata. Prima del corteo, l’organizzazione di estrema destra aveva piazzato banchetti di protesta e iniziato la distribuzione di volantini polemici. Poi, il volantinaggio era sfociato in un’azione di disturbo della parata accompagnata da continui insulti e sputi. Infine, l’aggressione contro tre coppie arcobaleno e due dei loro bambini.
Finito il pride infatti, il gruppo di orgogliosi neofascisti ha puntato ai sei adulti e ai due bambini, si è fatto attendere in una strada buia e ha proseguito la nobile impresa di sputi e minacce. Il peggio è evitato perché i sei genitori hanno chiamato in soccorso il servizio d’ordine svolto da Arcigay, che ha a sua volta chiamato la Polizia, la quale è intervenuta scortando i malcapitati fino alle loro auto.
La prima domanda da porsi è la seguente: la Polizia di Chieti, vista una situazione del genere, ha bisogno di essere appositamente chiamata per intervenire? E, una volta intervenuta, perchè si limita a scortare le vittime senza fermare i carnefici?
La seconda domanda sorge spontanea quando si esamina il contenuto dei volantini di Forza Nuova, che recitano quanto segue:
“Chieti ha bisogni di figli e sostegno alle famiglie tradizionali. Non di manifestazioni omosessuali”.
“Le inclinazioni omosessuali sono gravemente disordinate. Forza Nuova si schiera contro le manifestazioni anti-cattoliche note come Gay Pride. Il nostro movimento non può tollerare ciò che rappresenta offesa alla castità e chiede alla cittadinanza di unirsi nella protesta”.
“Noi portiamo la gente dal Santo Padre e ai concerti, non portiamo depravati”.
Sicché Forza Nuova si erge a paladina del Magistero della Chiesa? Ok, non ci sarebbe nulla di nuovo: lo fanno in tanti, da quelle rive politiche lì. Basti vedere le quotidiane sparacchiate della migliore amica del movimento, Giorgia Meloni, che si proclama cristiana ogni due per tre. Ma la Chiesa di Chieti, a sua volta, si lascia rappresentare o, peggio, si sente rappresentata da Forza Nuova? Ne condivide i valori e soprattutto i metodi?
Sono passati già vari giorni dal pride di sabato 24 giugno. L’arcivesco di Chieti, mons. Bruno Forte, non ha proprio niente da dire? Strano perché si era dimostrato piuttosto interessato al tema del pride celebrato quest’anno per la prima volta nella sua città. Aveva rilasciato in proposito diverse dichiarazioni, attraverso un comunicato di cui riportiamo qualche passaggio:
“Se da una parte il messaggio di non discriminare nessuno non può che essere condiviso, dall’altro mi sembra giusto proporre alcuni motivi di riflessione che indirizzo a tutti, a chi vi prenderà parte, a chi vi si asterrà, come a chi sente quest’evento come estraneo o contrario alle proprie convinzioni e alla storia della Città e della sua cultura”.
Ovvero: non abbiamo nulla in contrario alla celebrazione del pride ma nemmeno contro chi lo osteggia (e lo stiamo vedendo).
“Ritengo perciò importante ricordare a tutti alcuni aspetti della visione cristiana della vita, che è anche largamente umana. Essa comprende la gratitudine per aver avuto nella nostra infanzia un papà e una mamma ed essere cresciuti all’interno di famiglie aperte alla vita”.
Ovvero: è tollerabile essere gay o lesbiche ma non parliamo di famiglie omogenitoriali per favore.
“E’ necessaria l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio, necessaria per accogliere ed accettare il mondo intero come dono nella casa comune”.
Ovvero: la disforia di genere non esiste e, anche qualora esista, bisogna farsela passare.
“Riteniamo poi sia doveroso avere il massimo rispetto delle convinzioni religiose ed etiche di ciascuno, per crescere tutti nella promozione del bene comune”.
Ovvero: sospettiamo che al pride vi saranno manifestazioni di vilipendio alla religione. Forse Sua Eccellenza non immaginava che tali manifestazioni, forse non di vilipendio ma sicuramente di strumentalizzazione della religione, sarebbero arrivate non dal popolo LGBT+ ma da Forza Nuova.